Studiare all'estero: le nuove regole post pandemia in vigore
La prospettiva di studiare all’estero fa studiare molti studenti che si avviano verso la maturità. Gli ultimi due anni hanno reso complicata questa scelta viste le difficoltà al momento del passaggio di confine e delle lezioni a distanza. Ora però le restrizioni stanno venendo meno e molti atenei esteri hanno riaperto le porte alle lezioni in presenza. La “nuova normalità” tuttavia al momento varia a seconda del paese.
Come funziona ora per chi decidesse di fare l’Erasmus o studiare all’estero fin dal primo anno? Ecco qualche dritta.
Studiare all’estero, come scoprire le regole
Per gli universitari alla ricerca disperata di informazioni riguardo i protocolli esteri può venire in aiuta la consulenza di ELAB Education Laboratory. Questa società è nata nel 2012 in Polonia, a Varsavia. Pian piano si è ingrandita sviluppando filiali a Roma e Milano per quanto riguarda l’Italia, ma ha uffici anche a Londra. Negli anni ha mediato il trasferimento di studenti sia universitari che delle scuole superiore in altri paesi.
ELAB è un punto di riferimento per chi vuole studiare all’estero e collabora direttamente con gli atenei per inviare le domande di ammissione. Fornisce un ottimo servizio di orientamento ed eroga anche corsi di preparazione per le certificazioni di lingua IELTS e TOEFL. La compagnia è costantemente aggiornata sulle procedure adottate all’estero per i corsi e può dare un valido aiuto in merito alle regole post pandemia.
Oltre agli Erasmus ELAB segue anche chi desideri studiare all’estero con la formula della Vacanza Studio.
UE: il protocollo attuale nei Paesi Bassi
La domanda principale che si pone al momento chi pensa di studiare all’estero è se valga la pena di partire per ritrovarsi davanti ad uno schermo. Nel caso dei Paesi Bassi pare che la risposta sia assolutamente sì.
Già da fine febbraio per la maggior parte degli atenei olandesi le lezioni sono tenute in presenza. Non solo, è venuto meno anche l’obbligo della mascherina. Si può stare senza anche all’interno degli edifici adibiti alle lezioni e ai laboratori. Esami, seminari e lezioni frontali sembrano essere tornati a prima del 2020. Studiare all’estero con questa meta è come un salto indietro nel tempo.
Resta solo l’incognita di quale università prediligere nella Terra dei tulipani. Meglio prediligere un ateneo con un buon programma in inglese a meno che non si sia degli ottimi conoscitori della lingua locale. La scelta va quindi effettuata fra Amsterdam, Ledia, Maastricht, il polo tecnologico di Eindhoven e Groningen.
Mandare la domanda per studiare all’estero presuppone alcuni requisiti. Ovviamente un certificazione di inglese, che può essere CAE (livello C1), TOEFL (80+) o IELTS (6-6,5). Per l’Erasmus serve anche la media degli esami, l’indicazione dei CFU per materia e una presentazione personale.
Gran Bretagna
Usciamo ora dall’Unione Europea senza però lasciare il continente Europa. In Gran Bretagna come si era annunciato molte restrizioni sono cadute relativamente presto. Al momento se si vuole studiare all’estero su suolo inglese occorre però ancora fare i conti con la modalità didattica mista o ibrida.
In altre parole, se lo si desidera c’è ancora l’opzione di collegarsi da remoto per le lezioni, ma esclusivamente per scelta personale. Chi preferisce la forma tradizionale e intenda recarsi in presenza deve dotarsi della mascherina al momento dell’ingresso in aula. Per il resto, tutte le attività possono essere svolte dal vivo.
Nel caso degli esami invece è previsto che si svolgano in presenza a meno di motivazioni gravi come l’indisposizione, che vanno notificati al docente. Studiare all’estero scegliendo l’Inghilterra prevede qualche precauzione in più rispetto ai Paesi Bassi ma la strada verso la normalità è tracciata.
Per l’ammissione occorre una certificazione linguistica IELTS con punteggio minimo di 5,5 per i premaster. Nel caso si voglia conseguire la alurea magistrale in Inghilterra serve invece un IELTS pari a 7, e lo stesso per i PhD.
Università negli Stati Uniti
Per quanto l’Europa sia bella da esplorare, molti quando scelgono di studiare all’estero scelgono di attraversare l’Atlantico e approdare negli USA. In questo caso occorre precisare che al momento molti atenei americani preferiscono ancora l’uso della DAD e le lezioni vengono svolte online.
Non solo, anche la questione del rischio degli assembramenti è sottolineata costantemente da parte degli atenei americani. Gli studenti insomma non hanno la possibilità di riunirsi come avveniva prima. Studiare all’estero con il modello americano al momento è un’esperienza con limiti più evidenti rispetto alla scelta di un ateneo del Nord Europa.
Gli esami possono invece essere svolti in presenza, ma vige la modalità ibrida. Chi non se la senta per i tempi di spostamento o per tutela personale ha ancora la possibilità di sostenere i test online. Lo studente può scegliere la fascia oraria, tenendo conto del fuso orario diverso degli studenti da remoto. Per entrare a sostenere gli esami c’è una clausola qualora lo studente rientri da un viaggio. Tale circostanza prevede l’esibizione di un’autocertificazione che riporti l’assenza dei sintomi tipici da COVID-19. Non è richiesto il tampone.
L’accesso per chi vuole studiare all’estero in America è condizionato anche in questo caso al livello di inglese di chi presenta la domanda. Non sempre però serve un certificato, alcuni atenei sondano la lingua direttamente al momento del colloquio o con un proprio test interno. Un fattore importante però riguarda i costi: la retta annuale va da 25.000 a 50.000 dollari.
E le prove di ammissione?
Dato che la situazione epidemiologica è tenuta sotto controllo e monitoraggio costante però le regole potrebbero variare presto.