Mindfulness: cos'è e quali sono gli esercizi per praticarla
Come si può tradurre in modo appropriato mindfulness? Il significato letterale è consapevolezza di sé stessi. Maggiore risulta, più teoricamente la persona si trova vicino ad uno stato di benessere interiore. Raggiungere un buon livello di consapevolezza richiede meditazione e altre pratiche simili, oltre alla giusta predisposizione.
Diventare meno critici e più sereni è la via per migliorare sé stessi e crescere.
Mindfulness, precisazioni
Come accennato, il concetto comprende la consapevolezza ma anche la piena attenzione verso il momento presente. Occuparsi cioè a pieno di ciò che si sta vivendo invece che continuare sempre e solo a proiettarsi verso il futuro. La mindfulness consente una visione oggettiva e distaccata della realtà, senza pregiudizi e senza il bisogno di giudicare.
La presa di coscienza si accompagna al pieno controllo delle proprie emozioni e sentimenti, persino delle proprie paure. In un certo senso richiama la filosofia del buddhismo, che considera la sofferenza e il turbamento fonte di una visione errata della propria vita. Raggiungere la piena consapevolezza corrisponde a trovare la pace e serenità dentro di sé, anche in situazioni difficili.
Mindfulness significa proprio questo, liberazione da preoccupazioni inutili verso la propria condizione. Una lucidità che non si lascia offuscare da emozioni negative, riconoscendole come semplici prodotti della propria mente. Non si tratta di una fuga da una realtà scomoda, ma di uno sguardo al di sopra del proprio stato emotivo e quindi meno coinvolto ma più analitico.
Il concetto non deve neanche essere rivestito da un’ottica di misticismo. La meditazione può aiutare, ma come pura e semplice “pulizia” della mente. Nessuna trance visionaria o ipnosi autoindotta.
A che cosa serve?
Le applicazioni della mindfulness sono possibili in entrambe le sfere della propria vita, lavorativa e privata. Nell’ambito professionale torna molto utile soprattutto in periodi di forte stress dovuto a carichi di lavoro più gravosi o pressioni dall’alto. Oberati e frettolosi, si rischia di trasformare ogni piccolo imprevisto in una tragedia. Restare consapevoli consente di non disperarsi per ciò che alla fine è una situazione ricorrente per molti.
Al lavoro ci si sente schiacciati dalle responsabilità e si può finire con il perdere la percezione di sé. Questo vuol dire trascurarsi anche quando si ha solo bisogno di una piccola pausa. Mantenere il senso oggettivo della realtà permette di ridimensionare i problemi in corso e comprendere come trovare la soluzione migliore. La consapevolezza la via d’uscita per riprendere al meglio nonostante gli intoppi o l’ambiente ostile.
La mindfulness può venire richiesta anche a livello della sfera privata in periodi emotivamente complicati. Passaggi delicati come a convivenza, la prima gravidanza o un trasferimento pesano molto a livello mentale. Mantenere una certa percentuale di distacco permette di non sfogarsi ingiustamente con chi è accanto. Spesso si finisce con l’avere uno stato d’animo instabile perché troppo coinvolti.
Vedersi dall’esterno grazie a questa pratica vuol dire anche osservare chiaramente dove si sta sbagliando. Essere consapevoli delle proprie emozioni inoltre aiuta a indirizzare le critiche e le attenzioni verso il vero problema. Dopo un traumo o uno shock la mindfulness consente di individuare la sorgente del proprio disequilibrio e iniziare a lavorarci con pazienza.
Come praticare questa condizione mentale
Il metodo più efficace per coltivare la mindfulness è quello della meditazione. Nessuna necessità di incontri di gruppo o di luoghi predefiniti, ma chiaramente meglio un posto silenzioso o ricco di suoni naturali. Si medita al meglio nella cosiddetta posizione del loto, seduti su un cuscino, un divano o una sedia. Schiena dritta, gambe incrociate, polsi sulle ginocchia e pollice e indice di ogni mano che si toccano in una forma ad anello.
Una volta in posizione, si possono chiudere gli occhi per non essere distratti da ciò che si vede. Bisogna concentrarsi sulla propria respirazione, i movimenti del torace durante inspirazione ed espirazione. Partendo dal respiro si passa poi alle altre sensazioni del copro, sia fisiche che emotive. La durata di una seduta di meditazione può variare, solitamente si inizia con non più di 10 minuti.
La meditazione per sviluppare la mindfulness prevede di svuotare la mente da preoccupazioni e pensieri negativi, per concentrarsi su di sé. Una tecnica prevede di focalizzare tutto su un singolo pensiero piacevole. Un’immagine rilassante, un ricordo di una bella giornata o anche solo il testo della propria canzone preferita. Qualcosa che distolga dal caos e dalla routine per avere un quadro chiaro di sé stessi e del proprio presente.
Un esercizio dinamico, la camminata consapevole
Dopo una giornata frenetica la walking meditation può essere perfetta per decomprimersi, tornare ad un ritmo più lento. Un modo per realizzare che il periodo del lavoro è terminato e predisporsi al rilassamento. Assieme ai passi rallenta anche la mente a poco a poco, dopo qualche minuto.
Se non si ha tempo, anche il tragitto per andare a lavoro può servire allo scopo, se ci si prende in anticipo. Meglio ancora se direttamente al ritorno, appena usciti dall’ufficio prima di sedersi in auto o salire sull’autobus.
Come per la camminata consapevole un altro momento dove decomprimersi è quello della doccia o del bagno in vasca. La mindfulness richiede concentrazione e distanza dai problemi quotidiani. Quindi i momenti di maggiore relax sono proprio i più fruttuosi della giornata.
Il primo esercizio per raggiungere la serenità interiore è proprio imparare a ritagliarsi tali momenti.