Arteterapia: come l'arte può aiutare nella cura e nella crescita personale
Per elaborare traumi, stress e in generale per migliorare l’umore l’arteterapia è un’ottima soluzione. In generale la si associa alla pittura e al disegno ma in realtà questo metodo terapeutico si estende alla fotografia, alla scultura e altre forme di espressione artistica. Tra le altre ingloba anche la Musicoterapia, consigliata nel periodo prenatale.
Utilizzare la fantasia e lasciarla prendere forma in un oggetto o un’immagine serve ad estraniarsi e sentirsi meno afflitti da una situazione. Questa terapia si applica sia a chi è reduce di forti traumi psicologici sia per chi affronta una malattia rara o terminale e cerca di non soccombere alla depressione.
Le origini dell’arteterapia
Fissare un’origine precisa è difficile perché nei secoli spesso l’arte era vista come un modo per risanare il proprio spirito e permettere uno sfogo. Basti pensare ai poeti o ai musicisti che sfogavano i tormenti interiori componendo sonetti o sonate. Si sa però che a Van Gogh fu concesso di dipingere proprio come forma di terapia durante il ricovero, ancora a fine Ottocento.
Una volta che la persona aveva terminato lo schizzo veniva incoraggiata a descrivere le forme o la scena rappresentata. L’idea della Naumburg era di intervenire il meno possibile e di ascoltare il paziente piuttosto che interpretare liberamente i loro disegni. Mettendo in forma illustrata i propri conflitti per molti era più facile aprirsi a riguardo.
Usare le immagini anziché le parole come via per l’inconscio dell’individuo non era nuovo neanche a Freud e Jung. L’interpretazione dei sogni si basa sul significato celato dietro a scene e oggetti immaginati. Tuttavia il metodo dell’ex allieva del grande psicologo prevedeva meno schemi preimpostati e una presenza ridotta del terapeuta.
Le diverse tipologie da sperimentare
Nonostante la pittura, il disegno e in generale le arti visive siano gli approcci più comuni utilizzati nell’arteterapia ci sono anche altre discipline che si possono sfruttare. Ecco di seguito quali sono:
- La danza. Ci sono persone che si esprimono meglio quando hanno la possibilità di usare tutto il corpo. Per chi racchiude le proprie emozioni inoltre il ballo può essere un momento di liberazione, dove non si usano le parole ma solo i gesti. Si può svolgere singolarmente, in coppia o all’interno di gruppi.
- Teatro. La recitazione aiuta a prendere maggiore consapevolezza di sé e porta a scoprire lati della propria personalità rimasti nascosti. Doversi immedesimare in un personaggio e ricrearne le emozioni permette di venire a contatto con le proprie. Si tratta di un processo di crescita personale.
- Musica. Si tratta di un’altra branca molto nota dell’arteterapia, che si usa per gestire soprattutto i dolori cronici e la depressione. Si può svolgere sia in modo attivo suonando che in forma passiva ascoltando brani e canzoni. Pare che abbia un effetto rilassante anche sui bambini autistici o che soffrono di disturbi dell’umore.
In quali casi si consiglia di ricorrere all’arteterapia
L’arteterapia riabilitativa si adatta a tutte le fasce di età, dai bambini agli anziani. Per i più piccoli in particolare aiuta a sentirsi più liberi di esprimersi e di instaurare un rapporto migliore con il terapeuta. Inoltre qualora siano presenti handicap fisici fa scoprire nuovi sistemi per comunicare emozioni o immagini agli altri.
Un’altra area di applicazione di questi trattamenti è quella educativa. Permette di dare libero sfogo alla propria immaginazione e migliorare le proprie abilità oltre che incanalare stress o insoddisfazione in qualcosa di produttivo. Infatti i bambini che suonano o disegnano sono meno irrequieti perché imparano come rilasciare le emozioni attraverso l’arte.
Infine durante i periodi di transizione come ad esempio la separazione o la ricerca di un lavoro questa terapia aiuta a mantenere uno stato mentale sereno. L’arte previene l’insorgenza della depressione che può accompagnarsi a simili cambiamenti diventando una valvola di sfogo o un momento di estraniamento dai problemi.