Università in UK: stretta con statistiche occupazionali e salariali alla mano
Per l’Università in UK potrebbero arrivare delle novità incentrate su quello che è il futuro degli studenti. Vale a dire alle loro concrete possibilità di trovare lavoro in tempo breve. I corsi che danno buone prospettive certificate da statistiche occupazionali buone saranno al sicuro, ma per gli altri non si può dire lo stesso. Del resto i corsi non sono economici e una garanzia è il minimo.
Una maggiore trasparenza è la linea da seguire, in modo che gli studenti possano capire se la loro scelta iniziale fosse appropriata.
Studiare in UK: i costi
Non è solo negli Stati Uniti che l’Università arriva a costare quanto il mantenimento di una casa. Anche in UK oltre ad impegno, tempo e sacrifici servono ingenti somme per arrivare a conseguire una laurea. La retta media annuale viene più di 9.000 sterline, equivalenti a quasi undicimila euro. In più la retta non comprende vitto e alloggio per gli studenti stranieri o che si trasferiscono più vicini alla sede.
Per i meno fortunati che studiano in UK ma non hanno famiglie in grado di sostenere le spese dell’Università, la soluzione è una sola. Vale a dire chiedere un prestito governativo che andrà rimborsato dopo aver conseguito il titolo. Certo, per poter ridare la somma che ha coperto gli studi serve avere un reddito. Non tutti i profili però sono ugualmente richiesti nel mercato del lavoro.
L’ammontare di un prestito governativo in UK può arrivare ad una cifra pari a 50.000 o 60.000 euro per un Master Degree (laurea magistrale). Una somma non facile da reperire senza uno stipendio fisso.
La verifica sulle università
In UK ora si sta pensando di dare una stretta ai corsi di laurea che non hanno una buona percentuale di occupazione in tempo breve dopo il diploma. L’idea è che se agli aspiranti universitari non venisse assicurata almeno la concreta possibilità di accedere a buone carriere il corso non avrebbe motivo di restare.
A parlare sarebbero quindi le statistiche UK relative a che tipo di lavoro trovano i laureati, oltre al loro reddito medio. Mostrare dati concreti aiuterebbe anche le aspiranti matricole a fare una scelta più ragionata. Richiedere un prestito bancario e impegnarsi a lungo temine per un futuro molto incerto è una scelta che pochi farebbero. Si rivelerebbe un pessimo investimento anche per l’ente che fornisce il finanziamento.
Avere maggiori garanzie potrebbe anche incoraggiare chi dubita che l’Università possa aiutarlo a farsi strada nel mondo de lavoro. Al momento i corsi di laurea in UK costano tutti allo stesso modo, indipendentemente dall’ambito degli studi. Pare quindi illegittimo che profili poco richiesti siano ritenuti dello stesso valore di corsi che formano profili ambiti dalle aziende. I primi faticherebbero a pagare, i secondi no.
Ciò che emerge dai dati è allarmante. Ben il 50% dei giovani che vivono in UK desidera intraprendere un percorso universitario. Purtroppo però gli sbocchi lavorativi adeguati scarseggiano in proporzione per alcuni settori. Urge quindi un ridimensionamento e una scrematura dei corsi disponibili
Un taglio…agli studenti
Se da un lato il governo UK pensa di ridurre le lauree meno spendibili nel mercato del lavoro, c’è anche un altro aspetto da considerare. Ossia che sempre più studenti si iscrivono all’Università. Per puntare sulle lauree tecnico-scientifiche (o meglio STEM) meglio essere sicuri che siano quelle le discipline d’interesse per le possibili matricole.
Una delle possibilità da valutare in UK è perciò introdurre una soglia minima. Vale a dire la sufficienza in matematica all’esame GCSE. Questa prova è di grande importanza nella scuola superiore inglese poiché rappresenta il primo vero esame prima degli A level che precedono il college. I ragazzi affrontano il GCSE a 16 anni, prima di iniziare gli ultimi due anni delle superiori.
L’esame prevede 10 materie a scelta, tra le più varie. Lingue straniere, materie scientifiche, storia e geografia. A contare sono solitamente i punteggi delle materie che si intende approfondire nei due anni successivi e poi all’Università. Tuttavia imporre un risultato minimo in matematica permetterebbe di capire gli studenti UK più portati per il percorso universitario scientifico.
Quest’opzione naturalmente incontra dei dubbi. Secondo molti gli studenti che si improntano ad un percorso letterario non dovrebbero avere per forza questo ostacolo. L’idea però è proprio suggerire a chi non incontri determinati requisiti di propendere per un percorso professionale piuttosto che accademico.
Profili professionali più richiesti in UK
Se i corsi subiranno una stretta, su quali si può stare tranquilli? Ecco le professioni di cui le aziende inglesi hanno più bisogno in base ai report:
- Programmazione e progettazione. Il settore digitale ha avuto un vero e proprio boom in UK. Gli iscritti alla facoltà in informatica o con percorso da Web designer possono dormire sonni tranquilli. Le Università migliori per seguire questi corsi sono la St Andrews, oltre che naturalmente le aule di Cambridge e Oxford.
- Ingegneri. Nel Regno Unito c’è la caccia serrata a chi consegue una laurea in Ingegneria Meccanica, Elettronica e Aerospaziale. Stando all’analisi della Royal Academy of Engineering servono quasi due milioni di professionisti del settore. Lo stipendio medio di sicuro rispetta i criteri previsti: almeno 28.000 sterline l’anno.
- Manager finanziario. Studiare economia è un’ottima scelta in UK. La capitale del Regno Unito nel 2014 dominava il mercato globale FinTech (Financial Technology) e non ha perso terreno. Naturalmente le Università a cui iscriversi sono la London School of Economics e l’Imperial College. L’Imperial offre anche ottimi corsi nell’area della biochimica e della biotecnologia.
- Recruitment Consultant. Le aziende cercano profili specifici ma vogliono anche essere sicure di selezionarli al meglio. Ecco perché in UK sono molto ricercati anche impiegati nelle risorse umane. Dunque anche una formazione in Psicologia può essere appetibile per il emrcato del lavoro. Al primo posto in questo caso c’è l’Università di Bath.