L’università privata potrebbe avere più spazio per svilupparsi. Dopo un periodo di stallo, infatti, il Ministero dell’Università ha riaperto i termini per chi voglia costituire un ateneo privato ex novo. Le regole che sono state costituite, ovviamente, cercano di essere più garantiste, sia nei confronti delle università già presenti, sia per gli studenti.
Università private, le regole del MIUR
In particolare, il Ministero ha previsto una regolamentazione che dovrà essere seguita alla lettera da chi voglia aprire un ateneo privato. Questo non potrà essere istituito in un raggio di 200 chilometri rispetto ad atenei già presenti che abbiano i medesimi corsi. Inoltre, non si potranno aprire corsi per indirizzi che hanno visto già istituzioni di altre strutture private, come giurisprudenza, veterinaria e scienze politiche.
Università private, i numeri e le preferenze
L’istituzione di un’università privata può essere un business davvero fruttuoso. Questo soprattutto basandosi sui dati che sono stati diffusi lo scorso anno da Euripes. Per l’anno accademico 2016/2017 gli iscritti sono stati ben 176 mila, e si è arrivati, sempre per l’anno di riferimento, a 35 mila laureati.
Secondo questi dati gli iscritti agli istituti privati, che avevano raggiunto un precedente picco nel 2012, sono in costante crescita, soprattutto per chi non sia italiano. Le domande per costituire l’apertura di un nuovo istituto universitario privato dovranno essere presentate dal 10 febbraio 2020 fino al 10 aprile del 2020. La presentazione potrà avvenire in modo esclusivo via internet, e sarà comunque necessario rispettare le regole già indicate.
Un esempio è proprio costituito dalle classi di laurea che, per il momento, non potranno essere attivate: sono ben 26, e comprendono non solo quelle già indicate, ma anche gli studi europei, il Dams, le tecnologie agro alimentari e le discipline che si riferiscono all’editoria. Sarà l’agenzia Anvur ad occuparsi del giudizio in merito alla possibilità di aprire una nuova sede, e anche di quella che sarà la selezione riferita ai singoli corsi. Infine, quello che sarà l’eventuale contributo pubblico non potrà essere immediatamente erogato: dovranno trascorrere ben cinque anni dall’apertura, e in questo periodo gli atenei saranno comunque sottoposti a valutazioni.