Un SOS è stato lanciato quest’anno in merito alle residenze universitarie. Sembra, infatti, che solamente il 7,7% di coloro che hanno bisogno di avere un posto dove stare sono stati accontentati nel corso dell’anno 2018. Quindi una percentuale tutt’altro che sufficiente, vista la grande domanda di residenze che esiste nel nostro Paese.
Sos Residenze universitarie, i dati dell’Osservatorio
A lanciare l’SOS per le residenze universitarie in Italia è stato l’Osservatorio Scenari Immobiliari-Camplus. L’osservatorio che ha analizzato il rapporto tra domanda e offerta per quanto riguarda le residenze dedicate agli universitari, ma anche quelle dedicate ai giovani lavoratori.
Le residenze che sono state prese in considerazione sono quelle offerte dagli organismi regionali per il diritto allo studio, e anche dai collegi universitarie di merito.
Allo stesso modo, sono state comprese le residenze dell’Associazione italiana collegi, e quelle che rientrano nel gruppo Acru.
Sembra quindi che, in totale, tutte queste strutture abbiano potuto offrire al massimo 54 mila posti letto, sicuramente 2 mila in più rispetto all’anno del 2017, ma non è abbastanza.
Questo anche perché gli studenti che si sono iscritti all’università per l’anno accademico 2017/2018 sono stati ben 1 milione e 725 mila.
Tra questi ben 700 mila avrebbero in realtà bisogno di un posto dove dormire. In quanto si trovano al di fuori del Comune di residenza: per questo è stato lanciato l’SOS per le residenze universitarie.
Le soluzioni nelle grandi città
A seguito di questo SOS per le residenze universitarie sono state analizzate le soluzioni nelle grandi città.
La soluzione più diffusa riguarda riguarda sicuramente l’affitto di una stanza, quindi con esborsi economici non del tutto rilevanti. Pensiamo a Milano grande metropoli , città nella quale una singola stanza può costare fino a 580 euro al mese, oppure nella capitale Roma, nella quale si arriva a 430 euro al mese per una singola stanza, cifre che no tutti gli studenti possono permettersi.