Università per i figli: 4 idee per accumulare il tesoretto necessario
Il tema dell’Università per i figli per molte famiglie è fonte di diverse preoccupazioni soprattutto legate all’aspetto economico. Se da un lato molti genitori sarebbero orgogliosi di un figlio dottore dall’altro poter pagare le rette necessarie non è sempre scontato. Queste variano a seconda del tipo di ateneo (pubblico o privato) e in base all’ISEE delle famiglie.
Ma come essere sicuri allora di potersi permettere di pagare l’Università per i figli? Esistono per fortuna alcune strategie.
Università per i figli: pensarci ancora quando è in fasce?
Per quanto sia una scelta che può sembrare azzardata la soluzione migliore è investire sul futuro dei figli anche sin da subito. Dopotutto oltre alle tasse universitarie spesso occorre mettere in conto anche un possibile affitto o abbonamento del treno. Non sapendo né la possibile destinazione né la facoltà tanto vale essere previdenti.
Per mettere insieme una somma congrua da destinare all’Università per i figli avere molto tempo a disposizione è un grosso vantaggio. Iniziando non appena nasce il probabile futuro dottore si hanno ben 18 anni prima del momento fatidico. Significa che anche un versamento di meno di 200 euro al mese può essere comunque sufficiente.
Occorre però scegliere un portafoglio conveniente per l’investimento dei soldi che serviranno per finanziare gli studi. Per i piani a lungo termine che puntano a rendere l’Università per i figli a portata di mano c’è un buon planner chiamato Consultique. I soldi se investiti in modo oculato possono aumentare anziché perdere valore restando fermi.
Creare un fondo pensione
Anziché cercare soluzioni ad hoc precisamente concepite allo scopo di sostenere le famiglie nel pagamento dell’Università per i figli ci sono alternative. Un ottimo esempio sono i fondi pensione per esempio, che non hanno vincoli di versamento né mensili né annuali. Possono essere aperti alla nascita dei figli, che non è affatto troppo presto.
I ragazzi crescono più in fretta di quanto si pensi e scoprirsi all’ultimo anno di liceo a improvvisare soluzioni non è il massimo. Per di più se per esempio ogni anno vengono versati 5.000 euro questi possono anche essere dedotti dall’imponibile Irpef. A livello di tasse quindi questa opzione permette anche di risparmiare.
Questo naturalmente vale però finché la prole è a carico, quindi ben prima di dover pensare davvero all’università per i figli. Si tratta però do un ulteriore incentivo ad aprire il fondo pensione il prima possibile. In sintesi aprirne uno non comporta alcun obbligo, negli anni migliori si possono mettere più soldi e nei momenti difficili non pensarci neppure.
Anche versare solo 50 euro al mese può fare la differenza sul lungo periodo per creare il tesoretto da destinare all’università per i figli. In 18 anni infatti questo si traduce in un accumulo finale di 32.400 euro. Più che sufficiente per pagare la retta di una magistrale e avanzando una discreta somma per affitto e spese ulteriori.
Università per i figli attraverso i PAC
Solitamente aprire un piano di accumulo del capitale richiede un contributo iniziale minimo, di circa 5.000 euro. I tassi di interesse al momento sono bassi, ma gestiti in modo diversificato possono anche portare una crescita buona del tesoro per l’Università per i figli. Ogni mese si deve versare una somma, solitamente però non superiore ai 100 euro.
La soluzione migliore in questo caso è impostare un bonifico ricorrente, giusto per non scordarsi dell’incombenza ogni mese. In caso non si vedano risultati solitamente non ci sono vincoli per i PAC che possono essere sospesi in qualsiasi momento lo si desideri. Un dettaglio che consente se non altro di poter dormire tranquilli e senza il rischio delle penaali.
Solitamente quando si apre un PAC non solo per l’università per i figli ma in generale è meglio dotarsi di un consulente. Un esperto può aiutare a capire come investire restando sullo stesso profilo di rischio ed evitare di perdere il capitale.