Le università italiane
Il 19 Novembre di quest’anno è stata presentata la ricerca pluriennale di ITALIADECIDE, in collaborazione con Intesa San Paolo, riguardo la reputazione del sistema delle università italiane. La ricerca è stata esposta a Milano dal presidente di Intesa San Paolo Gian Maria Gros-Pietro e dal presidente onorario di Italiadecide Luciano Violante. La ricerca ha analizzato la situazione universitaria italiana in termini di qualità a livello internazionale e come essa viene giudicata dal mondo. é emerso come la realtà italiana sia molto penalizzata dai parametri internazionali, che valutano le singole università e non il sistema universitario nel suo complesso. L’Italia purtroppo non è ancora abbastanza competitiva a causa della scarsità delle risorse messe a disposizione per l’istruzione. Infatti per migliorare qualità e ranking delle università italiane e la loro valutazione all’estero sarebbero necessarie politiche di reclutamento competitive, maggior efficienza dell’amministrazione, internazionalizzazione, collaborazione tra soggetti privati e gli stessi atenei ed infine una comunicazione più positiva.
I risultati della ricerca
Dalla ricerca effettuata da Italiadecide e Intesa San Paolo emerge che il 40% delle università italiane rientra tra i 1000 migliori atenei mondiali per reputazione. Una percentuale molto importante dato i 20000 istituti presi a campione in tutto il mondo. Con questa posizione l’Italia supera di gran lunga altri stati come Cina, Stati Uniti e Francia con meno del 10% delle loro università, ma anche Regno Unito, Germania e Spagna. Quindi è buono il posizionamento medio degli istituti del Belpaese, ma purtroppo nessuna università è riuscita a classificarsi tra le prime 100. Lo studio evidenzia come però l’Italia abbia un minor numero di atenei per abitante rispetto agli altri paesi e un corpo docente più anziano rispetto alla media europea. Specificatamente nel nostro paese sono 99 gli enti universitari, circa 1,65 per ogni milione di abitanti, meno della metà di Francia, Germania e Regno Unito. Mentre per quanto riguarda gli insegnanti, secondo i dato OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) del 2016, più della metà dei docenti è over 50, solo un quarto lo è in Germania, e si ha il più scarso ricambio generazionale.
Ascesa per gli Atenei italiani
La classifica delle migliori università italiane vede il Politecnico di Milano entrare nella top 150 mondiale, passando dal centocinquantesimo al centoquarantanovesimo posto. Altri 14 atenei sono in posizione di miglioramento rispetto all’anno scorso ed inoltre ci sono diverse new entry in classifica come l’università di Parma, Udine, Salerno e il Politecnico di Bari. Questa ascesa ha reso ancora più fiero il presidente di Intesa San Paolo di aver partecipato a questa ricerca con Italiadecide. Gian maria Gros-Pietro ha infatti dichiarato che la sua banca conosce molto bene l’università, lavorando con oltre 100 atenei, ed offrendo a tutti gli studenti un prestito a lungo termine senza garanzie per potersi concentrare maggiormente sullo studio. Dato la potenzialità delle università italiane bisogna investire maggiormente in loro per aumentarne la competitività.