Iscrizioni università: cosa è cambiato?
Quello delle università italiane è un tema sempre più trattato, soprattutto dopo il cambiamento radicale avvenuto dopo la scissione del Ministero dell’Istruzione (MIUR) in “Scuola” e “Università”. Sono tanti i cambiamenti relativi a quest’ultimo settore e in particolar modo, nell’ultimo periodo l’attenzione è alta soprattutto per un particolare tipo di questione: iscrizione università. E’ sempre più evidente, infatti, dati alla mano, quanto il numero delle iscrizioni si sia drasticamente abbassato per quasi tutte le facoltà, ad eccezione di alcune, come quelle scientifiche.
Iscrizioni università: drastica diminuzione del numero di matricole
La fine del 2019 ha portato in maniera inevitabile a stilare alcune statistiche, utili a comprendere quale sia il reale andamento delle università italiane, in modo da poter designare un quadro completo della situazione attuale. Il risultato, come già accennato in precedenza, non è stato poi così positivo, anzi, potremmo dire che si è delineata una situazione abbastanza preoccupante. In un anno le matricole italiane sono passate da oltre 266.000 a circa 264.000. Le uniche facoltà a non esser state coinvolte in questo processo di discesa, sono quelle relative alla scienza, come ad esempio:
- scienze e tecnologie farmaceutiche;
- medicina e chirurgia;
- facoltà inerenti alle professioni sanitarie.
Università italiane: dalle materie economiche a quelle scientifiche
Negli anni si è potuto assistere ad un lento cambiamento relativo alla scelta delle facoltà universitarie per quanto concerne i neo diplomati. Si è infatti passati da una grande richiesta di accesso presso facoltà economiche o giuridiche ad un declino delle stesse e alla riscoperta delle materie scientifiche, una volta destinate soltanto a una piccola nicchia di studenti.
Sempre più studenti, negli ultimi anni, hanno preferito scegliere un ambito di studi con uno sbocco magari più “sicuro” rispetto alle soluzioni più limitate date da uno studio economico. Si tende quindi sempre di più a ragionare sulla possibilità di venire impiegati subito dopo la laurea, senza avere troppi problemi. Anche se non c’è la certezza assoluta di trovare un lavoro certo dopo il percorso di studi, gli studenti italiani cercano di dedicarsi ad insegnamenti che possano comunque prepararli in maniera immediata al mondo del lavoro. Si tratta quindi prevalentemente di facoltà alle quali è collegato anche magari un tirocinio che permette di mettere in pratica, sul campo, l’insegnamento che viene fatto durante le lezioni.
Gli italiani puntano quindi ad avere una maggiore possibilità di lavoro, in una nazione che lotta ancora per migliorare la situazione lavorativa dei più giovani.