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Tessuto ghiandolare: caratteristiche, funzioni e classificazione

Tessuto ghiandolare: caratteristiche, funzioni e classificazione

tessuto ghiandolare - caratteristiche e funzioni
  • Nausicaa Tecchio
  • 3 Giugno 2025
  • Consigli per lo studio
  • 5 minuti

Caratteristiche del tessuto ghiandolare

La prima cosa da dire sul tessuto ghiandolare è che si tratta di una specializzazione di quello epiteliale, almeno per la maggior parte delle ghiandole. Di conseguenza le sue cellule richiamano le caratteristiche di quest’ultimo, ma hanno una particolarità che le rende uniche. Sono infatti in grado di svolgere la funzione secretiva formando strutture dette ghiandole, alcune unicellulari ma più spesso di natura pluricellulare.

Le sostanza che queste cellule specializzate sono in grado di secernere possono essere di varia natura. Può trattarsi di enzimi, come nel caso delle ghiandole dello stomaco che producono la pepsina, oppure di ormoni come quelli che rilascia la tiroide. Ma alcune ghiandole possono sintetizzare anche lipidi e polisaccaridi. 

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Il tessuto ghiandolare esocrino 

Le cellule epiteliali che compongono le ghiandole si classificano prima di tutto in base a dove riversano le sostanze che secernono. Nel dettaglio parliamo di ghiandole endocrine quando questi rimangono all’interno del corpo, ed esocrine quando invece le secrezioni vanno all’sterno del corpo. Questa classificazione non riguarda le dimensioni, perché entrambi i tipi possono essere unicellulari o fatte da più cellule.

Quando il tessuto ghiandolare produce sostanze da riversare all’esterno del corpo troviamo un dotto escretore che permette di avere un punto di sbocco. Questo piccolo canale ha il lume di forma tubulare o spiralizzata ma può presentarsi semplice, ramificato o composto. Anche le ghiandole da cui si dipartono hanno la stessa denominazione.

Il dotto collettore ramificato serve a drenare verso l’esterno le sostanze secrete da più di una ghiandola. Quelle esocrine sono formate da cellule che unite creano una cavità centrale dove si riversa la secrezione, che può essere di forma variabile. In base a quella che osserviamo possiamo fra una distinzione fra ghiandole tubulari, acinose o tubulo-acinose.

Le prime presentano una cavità allungata di forma cilindrica mentre  quelle acinose sono di forma tondeggiante. Quando consideriamo solo la porzione secernente della ghiandola senza il dotto parliamo di adenomero, che quindi è composto dalla cavità stessa e dalle cellule che la delimitano. Le ghiandole mucipare esocrine rappresentano un’eccezione, perché non hanno un dotto collettore.

Le ghiandole endocrine 

Passiamo ora alle cellule del tessuto ghiandolare che producono sostanze che entreranno nel flusso ematico per poi dirigersi verso gli organi o i tessuti bersaglio. Parliamo delle ghiandole endocrine, che vanno a formare l’omonimo sistema. Le possiamo suddividere in maggiori e minori, più in relazione alla loro importanza che alla dimensione.

Al gruppo delle ghiandole endocrine maggiori appartengono l’ipofisi, l’ipotalamo, l’epifisi, la tiroide con le paratiroidi, i surreni, il pancreas e le gonadi. Il gruppo delle ghiandole minori invece è leggermente diverso fra uomini e donne. In entrambi comprende il cuore, lo stomaco, l’intestino, i reni, il timo e il tessuto adiposo. Nelle donne però si conta anche la placenta durante la gravidanza. 

Il motivo per cui questi organi che contengono tessuto ghiandolare sono contati fra le ghiandole minori è che la funzione secernente non è quella prevalente nella loro fisiologia. Il cuore ad esempio produce il peptide natriuretico atriale, che permette di regolare i livelli di sodio e di potassio nelle cellule del miocardio. 

Per quanto riguarda il pancreas possiamo precisare che è formato da due porzioni differenti sia dal punto di vista morfologico che funzionale. Abbiamo il pancreas esocrino formato da ghiandole acinose che producono enzimi digestivi come l’amilasi e la lipasi. Dopodiché troviamo la porzione endocrina (le Isole di Langerhans) che rilasciano insulina e glucagone per regolare la glicemia nel sangue. 

Posizione ed escrezione del tessuto ghiandolare 

Le ghiandole presenti nel corpo sono varie ma oltre alla classificazione vista prima possiamo suddividerle in base a dove si trovano rispetto alla parete del viscere in cui si formano. Quando rimangono al suo interno si tratta di ghiandole intraparietali, mentre se risultano esterne si definiscono ghiandole extraparietali. Tra quelle intraepiteliali distinguiamo altri due sottogruppi: intraepiteliali e esoepiteliali. 
 
Dato che il tessuto ghiandolare che le forma deriva da quello epiteliale infatti distinguiamo tra le ghiandole che vi restano e quelle che se ne distaccano. Un esempio di ghiandole intraepiteliali sono le diaframmatiche bulbouretrali. Le esoepiteliali affondano nella tonaca mucosa o sottomucosa che riveste gli organi. 
 
In base a come le ghiandole rilasciano le secrezioni parliamo di ghiandole eccrine, che le espellono tramite pompe proteiche, e apocrine, che eliminano anche  parte del citoplasma. Ci sono anche delle ghiandole particolari, le olocrine, che assieme alle sostanze rilasciate eliminano anche le cellule che le formano. Le ghiandole merocrine invece immagazzinano le loro secrezioni in vescicole che le espellono dalla membrana tramite esocitosi. 
 

Le ghiandole esocrine principali 

Dopo aver esaminato le varie forme in cui può organizzarsi il tessuto ghiandolare per formare le ghiandole esocrine, è ora di vedere qualche esempio di seguito. Le principali sono:
 
  • Le ghiandole salivari. Sono moltissime ma di solito si nominano quelle più grandi, ovvero la parotide, la sottomandibolare e la sottolinguale. Derivano dall’epitelio della bocca e i loro dotti escretori hanno lo sbocco all’interno della bocca, Producono la saliva, un liquido formato da acqua, enzimi, mucina e sali minerali. 
  • Le ghiandole sudoripare. Il tessuto ghiandolare che le forma si prolunga all’interno del derma e si presenta ampiamente vascolarizzato. La secrezione primaria ha una composizione molto simile a quella del plasma sanguigno, ma lungo il dotto escretore avviene il riassorbimento di molti elettroliti. Il sudore espulso sulla cute è per il 99% acqua. 
  • Le ghiandole sebacee. Le troviamo su tutto il corpo eccetto che sulle palme delle mani e le piante dei piedi. Sono più numerose sulla zona del cuoio capelluto e sul viso, ma alcune sono associate ai follicoli piliferi e altre no. Il tessuto ghiandolare che le compone produce il sebo, una sostanza oleosa ricca di grassi, tra cui trigliceridi, colesterolo, cere e squalene.
  • Le ghiandole lacrimali. Sono posizionate nella congiuntiva, ossia la membrana che ricopre la superficie anteriore dei bulbi oculari. Al loro secreto si aggiunge una componente rilasciata da un altro tipo di ghiandola, quella di Meibomio. Producono le lacrime, una secrezione composta principalmente da acqua, lisozima e cloruro di sodio.
Nel corpo ne troviamo anche molte altre, come le ghiandole mammarie e le mucipare.
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