Studente fuori sede: trovare un alloggio è diventato un problema
L’espressione studente fuori sede evoca immagini apocalittiche in tutte le matricole universitarie (e a volte anche a chi è più avanti con gli studi). Tra coinquilini complessati, cucina stentata e valigie da fare e disfare non si tratta certo di una vita semplice. Figuriamoci se poi anche trovare una semplice camera da condividere diventa una delle dodici fatiche di Ercole.
Ormai essere uno studente fuori sede è una lotta per la sopravvivenza ma soprattutto per l’alloggio. Ora vedremo le ragioni per cui non è più facile come qualche anno fa.
Ma chi è lo studente fuori sede?
Prima di addentrarsi nella giungla degli appartamenti è meglio capire nel dettaglio di chi si sta parlando. Questo appellativo viene utilizzato genericamente per tutti gli universitari che non risiedono nella città dove studiano. Per essere riconosciuti come studente fuori sede “vero” però occorre risiedere ad almeno 50 km dall’Università che si frequenta.
Anche qualora si sia più vicini però è possibile che a causa della scarsa disponibilità dei trasporti sia più comodo trasferirsi. Vivere da soli o con estranei a 19 anni per chi inizia subito dopo la superiori non è sempre facile. Non stupisce quindi che esistano diversi blog dedicati alla figura dello studente fuori sede come se fosse una sorta di classe sociale.
Il primo e più importante problema da affrontare per chi decide di spostarsi per studiare è naturalmente scegliere la casa. I più fortunati trovano posto nei collegi o negli studentati ma spesso si deve ricorrere ad agenzie o annunci su Internet. Negli ultimi due anni però con la pandemia Covid-19 gli studenti sono potuti restare a casa, seguendo in DAD le lezioni.
Ora che finalmente sembra di poter tornare alla vita di prima lo studente fuori sede però deve ricredersi. Infatti pare che trovare un posto in singola, in doppia o persino in un monolocale sia una missione impossibile. Come se non bastasse poi doversene occupare e arrangiarsi per conciliare faccende, studio per gli esami e in certi casi anche un lavoro part-time.
Il problema dei social
Uno studente fuori sede deve prima di tutto capire quali canali ha a disposizione per cercarsi un alloggio prima dell’inizio dei corsi. Uno dei più usati ormai è quello dei social e in particolare su tutti trionfa Facebook. Esistono infatti migliaia di gruppi organizzati per area geografica e per città dove pubblicare annunci per cercare o offrire un tetto agli studenti e non solo.
Il problema però è che in generale quando qualcuno terminati gli studi recide il contratto spetta a lui o a chi resta scovare un sostituto. Il povero studente fuori sede dunque una volta risposto all’annuncio è già fortunato se ottiene risposta. Ogni letto libero attira una valanga di richieste tali che spesso alcune non vengono mai lette.
Se si è fortunati dunque si potrà avere un appuntamento per incontrare i futuri coinquilini e vedere l’appartamento. E qui arriva lo scoglio maggiore: il feeling mancato. Sono i ragazzi che già abitano a scegliere quindi chi non va loro a genio a prima vista, anche fosse un santo, verrà scartato subito. Per non parlare di chi pone condizioni che non tutti accettano.
Basta chiedere a uno studente fuori sede qualsiasi per sentire storie adatte a una sitcom. Da chi possiede diversi animali domestici con cui occorre convivere (non sempre cani e/o gatti) a chi pretende solo persone over 25. C’è chi ospita gente ogni sera e chi vieta categoricamente di avere ospiti. Il mondo è vario dopotutto.
Costi molto più alti
La caparra solitamente è una semplice garanzia e ammonta a una o due mensilità come garanzia. In più può servire per coprire i costi in caso di danni arrecati alla casa, anche accidentali. Se tale circostanza non si presenta al termine del contratto l’ex inquilino (lo studente fuori sede in questo caso) si vede restituire l’intera somma.
Purtroppo ora si vedono situazioni surreali nate dalla sete di speculazione sulla disperazione degli studenti senza un alloggio. C’è chi arriva richiedere l’anticipo di ben sei mensilità. Naturalmente si tratta spesso di truffe dove magari anche le condizioni dell’appartamento risultano precarie.
Oltre al costo dell’affitto in sé, occorre considerare anche le bollette da pagare. Queste vengono solitamente divise fra più persone, ma ora che sono aumentate ci sono soldi in più da versare ogni mese. A volte quindi magari i posti ci sono, ma la spesa richiesta è troppo alta per le tasche di una famiglia della classe medio-bassa.