Stage: come cogliere opportunità di carriera
Prima o poi praticamente tutti nella vita si trovano a fare uno stage. All’interno del percorso universitario per stendere la tesi, per entrare nel mondo del lavoro o anche solo per volontariato. Per questo si distingue innanzitutto fra tirocini o stage curricolari ed extracurricolari. I primi non necessariamente sono retribuiti, i secondi sì.
Molti hanno dubbi verso questa tipologia di formazione, che in pratica è lavoro vero e proprio. Ecco come capire quando è conveniente accettarne uno.
Che cos’è uno stage?
Prima di tutto è meglio definire cosa si indica con questo termine. Uno stage è un periodo formativo svolto presso un’istituzione o un’azienda. Nel primo caso di solito ci sono bandi pubblici, nel secondo possono procurarli le agenzie del lavoro. Si tratta quasi di un passaggio obbligato per iniziare ad accumulare esperienza lavorativa.
Ci sono diversi profili che possono ricoprire la posizione di stagista. Per il tirocinio curricolare ovviamente i candidati sono gli studenti, universitari o delle scuole superiori. Nel secondo caso però si tratta soprattutto di PCTO, percorsi svolti in accordo con la scuola. Gli universitari invece di solito lo svolgono per accumulare crediti o per sviluppare il progetto che illustreranno nella tesi.
Per gli stage extracurricolari possono invece proporsi neodiplomati o neolaureati, entro un anno dal conseguimento del proprio titolo. Anche chi è disoccupato o inoccupato può iniziare questo percorso, definendo degli obiettivi. La normativa di legge prevede una salario minimo per questi tirocini che però varia per ogni regione italiana.
In Lombardia e in Campania la retribuzione base è di 500 euro per esempio. Più generoso è il Lazio, che arriva ad offrirne 800 al mese. Le regioni più “tirchie” sono la Sicilia, che offre appena 300 euro come compenso minimo mensile, e la Sardegna, che ne propone 400.
Il periodo di stage è equiparato a quello del rapporto dipendente. Non esistono perciò esenzioni per la tassazione dell’indennità percepita. Esiste però un tetto massimo degli stagisti da ospitare. Viene fissato a seconda del numero dei dipendenti dell’ente o azienda.
Perché può essere un’opportunità
La maggior parte dei corsi di laurea prevede lo svolgimento di un numero variabile di ore di tirocinio. Sta allo studente però in molti casi scegliere se queste si possono svolgere con uno stage interno o esterno all’ateneo.
Nel caso si opti per quest’ultimo, si può attivare una convenzione e cogliere l’opportunità per avvicinarsi al lavoro prima ancora di laurearsi. Così è possibile trovare già un’opportunità pronta ad attendere lo studente al momento del termine degli studi.
Se con queste imprese si svolge il progetto di tesi le possibilità aumentano. Infatti il progetto può non venire completato del tutto e l’azienda chiederà allo studente di affinarlo anche dopo aver concluso lo stage. Così si prepara la possibilità di proseguire con un contratto di lavoro vero e proprio.
Esistono anche i tirocini di inserimento o reinserimento lavorativo. Con questi percorsi chi si ritrova senza lavoro ha l’opportunità di imparare un nuovo mestiere e fare esperienza. Infatti se lo stage non sempre si trasforma in un tempo indeterminato permette comunque di allungare il proprio curriculum.
Nel peggiore dei casi, ossia quello in cui il percorso formativo non si rivela adatto alla persona, si ottiene comunque qualcosa. Vale a dire la consapevolezza che la mansione scelta non è adatta a al proprio profilo o alle proprie capacità. Confrontarsi con la realtà aiuta a fare chiarezza sulle proprie aspirazioni.
Uno dei vantaggi dello stage è che può essere interrotto in qualsiasi momento dal tirocinante senza vincoli di preavviso. Anche negli extracurricolari non è neppure necessario indicare la motivazione che ha determinato l’interruzione del percorso.
Tipologie di stage
Meglio ricordare le tipologie di percorsi formativi che vanno sotto questo nome. I principali sono tre:
- Tirocinio di orientamento. Ha solitamente una durata massima di 6 mesi. Viene definito dal D.M. n. 142 del 25/03/1998.
- Stage di inserimento del lavoro. Può durare fino a 12 mesi diversamente da quello di orientamento.
- Tirocinio per soggetti svantaggiati. Dura di solito fino a 12 mesi ma può estendersi fino a 24 mesi.
Le ore settimanali per legge non devono mai essere superiori a 40 né inferiori al tetto minimo, fissato a 20 ore. Si può scegliere la formula full-time, part-time o anche a turni, a seconda delle esigenze dell’azienda.
Non è possibile maturare ferie ma lo stagista può concordare con il tutor eventuali permessi o giorni di assenza. In caso di malattia non è tenuto a presentare un certificato medico ma solo ad avvisare dell’indisposizione.