Comprendere il potere della sinestesia
La sinestesia è la condizione per cui, a seguito di uno stimolo sensoriale, alcune persone percepiscono un’esperienza sensoriale simultanea. I confini tra i sensi si confondono, dando vita a percezioni straordinarie: uno stimolo sonoro può attivarne contemporaneamente uno visivo. O ancora, una parola può attivare il senso del gusto. Il termine deriva dalla fusione di due parole greche, Syn (insieme) e Aisthànestai (percepire).
Non si tratta di un fenomeno molto comune e, per questo, ancora oggi è poco conosciuto e, per certi versi, silenzioso.
In questa guida cercheremo di addentrarci nelle profondità di una mente sinestetica, per comprendere il fenomeno al meglio.
Sinestesia, una condizione sensoriale e percettiva fuori dal comune
La sinestesia non è un processo cognitivo: possiamo definirla, piuttosto, un processo percettivo.
Il soggetto che la sperimenta percepisce una interazione tra due (o più) sensi. I sensi si sovrappongono in maniera spontanea: non è il soggetto a controllare il fenomeno.
Si parla di percezioni sinestetiche quando, a seguito di uno stimolo, si genera la percezione di due eventi appartenenti a sensi differenti. Il primo evento è collegato allo stimolo, mentre il secondo non è collegato in maniera diretta allo stimolo.
La sinestesia è un’esperienza percettiva fuori dal comune: interessa una persona su 23. Inoltre, può assumere forme diverse.
Lo stimolo che attiva le percezioni sinestetiche
Non è ancora chiara l’origine della sinestesia. Tuttavia, si ipotizza un’origine multifattoriale, che dipende da componenti genetiche, da fattori neurologici e da specifiche condizioni ambientali.
Ci sono infatti soggetti che possono ereditare le percezioni sinestetiche da alcuni familiari. Non a caso, gli studiosi hanno spesso analizzato in fenomeno in coppie di gemelli. Alcune indagini neurologiche hanno però permesso di ipotizzare un’origine derivante da connessioni anomale tra diverse aree del cervello.
In ogni caso, e qualunque sia la loro origine, le sinestesie possono essere attivate da diverse tipologie di stimolo.
Di solito, si tratta di stimoli sensoriali o linguistici: uno stimolo sonoro o visivo, ma anche la lettura o l’ascolto di una parola, possono attivare le percezioni sinestetiche.
Per completezza, segnaliamo poi che alcune sostanze o particolari tipologie di stimolazione cerebrale possono dare origine a forme temporanee di sinestesia. Talvolta, queste forme transitorie si manifestano dopo traumi o lesioni cerebrali.
Quando i sensi diventano strumenti di espressione: Mozart, Liszt e Kandinskij
Tra la piccola percentuale di persone che manifestano fenomeni di sinestesia, figurano anche numerosi personaggi famosi.
Uno dei casi più celebri è quello del compositore Wolfgang Amadeus Mozart, che affermava di vedere i colori delle note mentre componeva. Questa particolare facoltà sinestetica potrebbe essere alla base della ricchezza sensoriale delle sue composizioni.
Anche Franz Liszt, altro grande compositore, associava i suoni ai colori. È noto un aneddoto secondo cui, durante una prova d’orchestra, avrebbe chiesto agli esecutori di “suonare più blu”, rivelando così una percezione musicale strettamente legata alla dimensione visiva.
Infine, anche il pittore Wassily Kandinskij era in grado di associare i colori ai suoni, esperienza che influenzò profondamente il suo stile artistico e le sue teorie sull’arte astratta.
La fama e l’originalità creativa di questi tre artisti hanno contribuito ad associare la sinestesia alla creatività. In molti casi, infatti, il fenomeno è considerato una risorsa cognitiva e artistica, capace di arricchire profondamente l’esperienza percettiva e l’espressione individuale.
Negli anni recenti, si è scoperto che la sinestesia è sorprendentemente comune tra artisti, musicisti e scrittori. Artisti oggi ben noti come Pharrell Williams e Billy Joel hanno parlato apertamente delle loro esperienze sinestetiche.
Questo legame tra sinestesia e creatività ha una base neurologica: la maggiore connettività cerebrale sembra favorire un pensiero laterale e una visione multisensoriale del mondo.
Percezioni simultanee involontarie: l’esperienza multisensoriale in sinestesia
Abbiamo già anticipato che la sinestesia viene causata da percezioni simultanee involontarie. Il soggetto che la prova, cioè, non riesce a controllare l’esperienza multisensoriale sinestetica.
Di solito, poi, chi può sperimentare questa esperienza non si rende assolutamente conto di provare percezioni diverse rispetto agli altri. Anzi, gli individui in grado di sperimentare sinestesie, di solito, pensano che anche gli altri percepiscano gli stimoli nel medesimo modo.
In ogni caso, esistono diverse tipologie di sinestesia, anche molto differenti tra loro.
Il suono dei colori: la sinestesia uditivo-visiva
Si tratta probabilmente della forma di sinestesia più comune.
Chi la sperimenta riesce a tradurre i suoni in colori: lo stimolo sonoro, dunque, viene associato a uno specifico colore. Per questo, è detta anche cromestasia.
Molti artisti odierni sembrano capaci di sperimentare sinestesie uditivo-visive: sembra che tra questi vi siano Kanye West e Billie Eilish. Ma la cromestasia è solo una tipologia di sinestesia uditivo-visiva.
Un secondo tipo è stata definita vEAR, visually-evoked auditory response. Questa forma di esperienza sinestetica prevede la capacità di ascoltare i suoni, anche se l’audio è stato eliminato, quando si vede un video.
Una terza e ultima tipologia di sinestesia uditivo-visiva è la misofonia. In questo caso, lo stimolo sonoro causa una reazione nel soggetto, che può attivare meccanismi d’ansia e panico.
Il profumo delle parole: sinestesia e linguaggio
In alcuni soggetti, sono le parole a generare una risposta sinestetica.
Questa connessione tra sensi e linguaggio si esprime nella sinestesia lessico – olfattiva, nella quale chi la sperimenta associa parole, lettere e concetti astratti a determinati odori.
Talvolta può invece manifestarsi la sinestesia lessico – gustativa, nella quale le parole vengono invece associate a un gusto o a un sapore.
Il sapore delle forme: geometrie che si gustano
A volte, invece, sono le forme geometriche a fungere da stimolo.
In questa particolare forma di sinestesia, il soggetto percepisce sapori specifici alla vista di oggetti o forme specifiche.
La sinestesia come metafora e rappresentazione simbolica
Oltre che fenomeno studiato dalla neurologia, la sinestesia è anche utilizzata in scrittura e poesia.
Le sinestesie sono infatti delle note figure retoriche, simili a metafore e utilissime per stabilire connessione tra sensi.
La sinestesia, infatti, in letteratura e linguistica è quella figura retorica simile alla metafora, che combina due diverse modalità sensoriali.
Eugenio Montale fu uno degli autori che maggiormente fece uso di questa figura retorica. Famose sono sue espressioni quali “amara oscurità” o “oscura voce”.