Eugenio Montale, vita, opere e premio Nobel letteratura
Chi è Eugenio Montale e cos’ha scritto? In questo articolo percorreremo insieme la vita del poeta, analizzando le sue opere più importanti fino ad arrivare al Nobel per la letteratura.
Partiamo subito!
Eugenio Montale: biografia
Eugenio Montale nasce a Genova il 12 ottobre del 1896 da una famiglia borghese, proprietaria di una ditta di prodotti chimici in cui lavorano i fratelli più grandi.
Consegue il diploma di ragioniere nel 1915, ma nello stesso tempo nutre una forte passione per la musica e la letteratura, tanto da portarlo a studiare canto e a seguire le lezioni private di filosofia della sorella Marianna, iscritta alla facoltà di lettere.
Nel 1917 partecipa alla Prima Guerra Mondiale e una volta ritornato a Genova, inizia a frequentare vari ambienti letterari dove conoscerà, tra l’altro, Italo Svevo. Nel 1925 pubblica la sua prima raccolta di opere intitolata “Ossi di seppia” in cui è incluso uno dei suoi componimenti più famosi, ovvero “Meriggiare pallido e assorto“.
Firma il “Manifesto degli intellettuali antifascisti” dichiarandosi contro ogni tipo di dittatura e dal 1927 si trasferisce a Firenze, città in cui collaborerà con importanti riviste di quel tempo. Successivamente, diventa direttore del Gabinetto Vieusseux e proprio negli anni trascorsi nella città toscana conosce Irma Brandeis, una giovane americana che diventerà la sua musa ispiratrice e alla quale dedicherà la raccolta “Le occasioni“.
Purtroppo, a causa della divulgazione delle leggi razziali, la donna dovette ritornare negli Stati Uniti perché ebrea segnando, così, la fine della loro storia d’amore.
Nel 1938 viene allontanato dall’incarico di direttore del Gabinetto perché non è iscritto al Partito Nazionale Fascista e la perdita del lavoro, lo costringe a diventare traduttore. La promulgazione delle leggi fasciste, inoltre, rappresenta per il poeta l’occasione di ospitare e nascondere importanti poeti e autori ebrei come Umberto Saba e Carlo Levi.
Gli anni dopo la Seconda Guerra Mondiale
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, lo scrittore si iscrive al Partito d’Azione, ma qualche anno dopo decide di abbandonare definitivamente la politica in quanto deluso dalla situazione italiana.
Nel 1948 si trasferisce a Milano, dove farà inizialmente il correttore di bozze e solo in un secondo momento il redattore del famoso giornale il “Corriere della Sera”. Per questo quotidiano scriverà moltissimi articoli (non solo letterari) e diversi reportage per vari paesi.
Il trasferimento nella città meneghina diventa per Eugenio Montale il momento perfetto per la pubblicazione di un’opera: “La bufera e altro” (1956).
Nel 1962 sposa Drusilla Tanzi (detta “mosca”), che conobbe nel 1939. Un anno dopo, però, la donna muore a causa di un incidente e per il poeta questa perdita rappresenta un duro colpo da mandare giù.
La poetica di Eugenio Montale
Eugenio Montale rappresenta uno dei più grandi poeti del 900 italiano. La sua poesia è complessa e densa di significato: si caratterizza per l’essenzialità e per la capacità di evocare immagini potenti e suggestive. Il poeta genovese utilizza un linguaggio semplice e diretto, ma allo stesso tempo ricco di significati e di sfumature.
La sua scrittura è caratterizzata da una profonda introspezione e riflessione.
Il tema principale delle sue opere è la condizione umana, vista attraverso una lente pessimista e disillusa. Il poeta descrive un mondo dove l’uomo è in balia delle forze della natura e degli eventi storici, dove la vita ha un significato precario e fugace.
Nonostante questo, la poesia di Montale non è priva di speranza e di senso di bellezza. Il poeta trova conforto nella natura e nelle piccole cose della vita, che rappresentano dei momenti di serenità e di pace in un mondo in continua agitazione.
Molte delle sue poesie, infatti, sono permeate da una profonda connessione con la natura e il paesaggio italiano. I luoghi della Liguria, dove è cresciuto, sono spesso descritti nelle sue opere, contribuendo a creare un forte senso di identità geografica.
Le opere del poeta Montale
Qual è l’opera più importante di Eugenio Montale?
Tra le opere più importanti di Montale si possono citare “Satura” del 1971, una raccolta di poesie in prosa che affronta temi come la solitudine, l’amore e la morte, e “Diario del ’71 e del ’72“, una raccolta di appunti e riflessioni che documentano il periodo storico e culturale in cui è stato scritto.
La famosissima raccolta di opere “Ossi di seppia“, invece, si distingue per la sua capacità di fondere la lingua alta della tradizione letteraria italiana con il linguaggio colloquiale della vita quotidiana. Il titolo fa riferimento agli ossi delle seppie e dei molluschi che si trovano sulla spiaggia e che vengono consumati dal mare e dal sole, proprio per indicare l’aridità della sua poesia, fatta di poche parole e dal linguaggio semplice.
Più in particolare, “Ossi di seppia” ha inaugurato in Italia una nuova corrente poetica soprannominata “Ermetismo” caratterizzata dal senso di alienazione e solitudine dell’uomo moderno.
Ne “La bufera e altro“, lo scrittore raccoglie poesie che riguardano la guerra ed il dolore. Con il termine “La bufera”, Montale, ha voluto indicare l’avvenimento più tragico del mondo occidentale: la Seconda Guerra Mondiale.
Nella sua produzione letteraria troviamo molti altri capolavori, eccone alcuni qui di seguito:
- La casa dei doganieri e altri versi, Firenze, Vallecchi, 1932;
- Poesie, Firenze, Parenti, 1938;
- Auto da fé, Cronache in due tempi, Milano, il Saggiatore, 1966;
- Quaderno di quattro anni, Milano, A. Mondadori, 1977;
- Altri versi e poesie disperse, Milano, A. Mondadori, 1981.
Oltre a essere un eminente poeta, Eugenio Montale è stato anche un traduttore di poesie. Ha tradotto opere di poeti come T.S. Eliot e William Shakespeare in italiano, dimostrando la sua versatilità e profonda comprensione della poesia.
Riconoscimenti e Premio Nobel
Nel corso della sua vita Eugenio Montale ha ricevuto moltissimi riconoscimenti, tra cui:
- 3 lauree honoris causa, di cui una dall’Università di Milano, un’altra dall’Università di Cambridge e l’ultima dalla Sapienza di Roma;
- il titolo di Senatore a vita ottenuto nel 1967;
- un premio Nobel per la letteratura ricevuto alla soglia degli 80 anni.
Dopo aver trascorso una vita ricca di soddisfazioni, ma anche di ostacoli e dolori, il poeta si spegne a Milano il 12 settembre 1981 in seguito a una vasculopatia cerebrale. Ai funerali di Stato hanno partecipato l’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini e il Presidente del Consiglio.
Considerazioni finali
In generale, Eugenio Montale ha dato un contributo fondamentale alla letteratura italiana del Novecento, influenzando intere generazioni di scrittori e di poeti. È stato al contempo poeta e critico, sempre attento a ciò che accadeva negli ambienti intellettuali dell’epoca e nell’ambiente circostante.
Ha saputo esprimere attraverso le sue opere un pensiero preciso e completo soprattutto grazie alla “poetica dell’oggetto“, una tecnica in grado di far apparire il linguaggio poetico utilizzato diretto e schietto, ma allo stesso tempo carico di significati.
Montale ha avuto un impatto significativo sul movimento letterario italiano noto come il “Neorealismo”, contribuendo a definire lo stile e le tematiche di questo movimento che ha influenzato sia la letteratura che il cinema italiano dell’epoca.
L’eredità che ci lascia Montale è senza dubbio ineguagliabile, per questa ragione continua ad essere, ancora oggi, uno dei poeti più studiati, citati e amati della letteratura italiana del Novecento italiano e mondiale.