Shoganai: smettere di preoccuparsi
Il Giappone è un Paese dalle antiche tradizioni e filosofie ed insegnamenti ci aiutano a vivere in armonia con l’universo e, tra queste, figura lo Shoganai. Nella cultura giapponese esiste un concetto che può rivoluzionare il nostro modo di affrontare le difficoltà quotidiane: Shoganai (しょうがない).
Questo termine, spesso tradotto come “non si può fare nulla”, racchiude un profondo insegnamento sulla capacità di accettare ciò che non possiamo cambiare, riducendo lo stress e l’ansia.
Ma Shoganai non significa rassegnazione. Al contrario, è una filosofia di vita che invita a concentrarsi su ciò che è nelle nostre mani, senza sprecare energie su eventi fuori dal nostro controllo. In un mondo frenetico e pieno di incertezze, adottare questo atteggiamento può aiutarci a sviluppare un mindset più sereno e resiliente.
Scopriamo insieme cosa significa davvero Shoganai, quali sono le sue radici nella cultura giapponese e come possiamo applicarlo alla nostra vita per liberarci dalle preoccupazioni inutili.
Che cos’è lo Shoganai
Lo Shoganai è un mantra giapponese che insegna ad accettare il susseguirsi degli eventi, compreso ciò che non si può cambiare, e a superare la tendenza ai pensieri ruminativi.
Nonostante non esista un termine traducibile in italiano, è possibile trovare un equivalente nell’espressione francese “c’est la vie” ovvero “non si può fare nulla“.
Con questa espressione i giapponesi esprimono quindi un fatto quotidiano che non può essere controllato. Non è una rassegnazione quanto una consapevolezza che ciò che è accaduto non poteva essere evitato, doveva andare proprio così e non c’era niente che poteva essere fatto per cambiare il corso degli avvenimenti.
Nell’utilizzo di questo termine è sottinteso anche l’invito ad andare avanti, accettando ciò che è accaduto in termini razionali senza ripensare agli errori del passato né preoccuparsi troppo del presente.
Ciascuno di noi, nella sua routine quotidiana pensa di avere una soluzione alternativa per sistemare i problemi o eventuali fallimenti. Il risultato è quello di non avere strumenti a sufficienza per accettare l’imprevedibilità, spesso dolorosa, della vita. Ed è proprio in questo senso che l’approccio filosofico dello Shoganai fornisce una consapevolezza secondaria permette di maturare un nuovo grado di comprensione.
Nei momenti di smarrimento, non esistono sempre spiegazioni o giustificazioni logiche. La vita è per sua stessa natura imprevedibile e l’unica cosa da fare è accettare questa sua caratteristica intrinseca.
Un approccio Zen
Le origini del concetto di Shoganai risalgono al pensiero Zen che pone le sue basi su:
- vivere l’attimo presente;
- essere grati per il dono della vita;
- abbandonandosi al flusso degli eventi;
- meditare sulla realtà della vita che esiste solo qui e ora.
- acquisire piena consapevolezza della connessione con il mondo e con tutto ciò che ne fa parte;
- liberarsi dalle distrazioni e dai conflitti illusori del mondo materiale;
- sentirsi parte del flusso dell’universo.
Sulla sua scia, il concetto filosofico dello Shoganai esprime:
- accettazione nei confronti di ciò che non possiamo cambiare o risolvere, in quanto fuori controllo;
- atteggiamento che blocca il continuo rimuginare sugli eventi spiacevoli;
- accettazione di ciò che è accaduto, visto che ormai è successo;
- serenità nel comprendere che le cose fluiscono.
Ciascuno di noi, in un momento delicato della propria vita, è probabilmente rimasto bloccato e costretto ad affrontare un percorso emotivo di difficoltà.
In queste situazioni spesso ci si sente paralizzati e ci si arrende. Si tratta di una reazione del tutto naturale in quanto, quando non si hanno strumenti psichici a sufficienza per superare il trauma, si attivano questi meccanismi.
Per quanto comprensibili e naturali, essi siano, allontanano anche dalla propria strada di vita, intaccando autostima e fiducia nelle proprie capacità. Ed è proprio per uscire da questo loop negativo che accorre in aiuto lo Shoganai.
Perché il pensiero remunerativo è pericoloso
- raggiungere la stabilità economica;
- ottenere successo e prestigio;
- costruirsi una famiglia.
In questo modo a volta capita che arrivi ad una “paralisi da analisi”, ovvero una situazione in cui si è bloccati nella raccolta e nell’analisi dei dati, senza riuscire ad agire in merito, che impatta fortemente su mente ed organismo. In questi casi, infatti, ci si dimentica che la maggior parte di cose che rientra nelle nostre preoccupazioni primarie, non si verificherà mai.
Come mettere in pratica lo Shoganai
- adottare un atteggiamento razionale di fronte alle avversità;
- evitare di cadere nella trappola della passività e, per questo, distinguere tra una razionale accettazione di ciò che non può essere cambiato e una passiva rassegnazione di fronte a cose o situazioni rispetto alle quali, invece, esiste un margine di azione;
- agire quando è possibile modificare uno status quo, mobilitandosi per cambiare le cose in proprio potere senza preoccuparsi delle possibili conseguenze;
- smettere di arrovellarsi su pensieri ripetitivi dannosi, interrompendo il circolo vizioso dei tuoi pensieri intrusivi;
- accogliere ciò che la vita ha in serbo, accettando la situazione lasciando fluire le cose e guardando al futuro con coraggio;
- lasciare andare rabbia e tristezza per ritagliare piccoli spazi di gratitudine e appagamento.