Il principio di Pareto e le sue applicazioni
Una regola statistica molto conosciuta nel marketing è il principio di Pareto, noto anche come la regola 80/20. A definirla fu Vilfredo Federico Damaso Pareto, un economista e sociologo italiano vissuto tra la seconda metà del 1800 e l’inizio del XX secolo. Fondò quella che a suo dire fu la “sociologia scientifica”, decretando che la razionalità spesso non è alla base delle decisioni.
Quando si dice regola 80/20 si fa riferimento alle due percentuali che Pareto riporta nel suo principio. Afferma infatti che l’80% dei risultati che si ottengono dipendono solo dal 20% delle cause. Una frase che a prima vista sembra enigmatica ma che fa la differenza quando si tratta di stabilire una scaletta delle attività da fare.
Principio di Pareto: storia
Anche se la sua regola ha trovato applicazioni nel Digital Marketing e in altri settori moderni, Pareto è vissuto più di un secolo fa. A suggerirgli l’idea di questo principio fu l’osservazione dell’economia italiana ai suoi tempi. Aveva notato infatti che l’80% dei terreni era in mano a una fascia ristretta della popolazione, all’incirca il 20%.
Dato che ciò che producevano tali terre era la ricchezza principale in Italia fu facile arrivare alla definizione attuale. Ovvero che l’80% del fatturato o dei risultati deriva solo dal 20% dei cittadini, cioè le cause.
In questa forma però il principio di Pareto esiste solo da dopo gli anni ’50.
Furono George Kingsley Zipf e Joseph Duran a ridefinirlo, considerando non uno stato ma le realtà aziendali.
Implica infatti che si possono ottenere risultati di grande portata senza impiegare troppe energie.
Bisogna però capire quale azione o attività può portarci a raggiungere l’80% i progressi o i guadagni che desideriamo. In fondo il motto di molti manager è “minimo sforzo, massimo rendimento“.
La regola 80/20 nel marketing
In quest’ambito il principio di Pareto riceve diverse applicazioni. Una delle prima che si impara a tenere presente è che quando si pianificano delle campagne pubblicitarie solo il 20% di queste si dimostrerà davvero efficace. Ovvero riuscirà ad attirare la clientela in modo tale da promuovere l’80% delle vendite che un’azienda realizzerà.
Al tempo stesso però i profitti ottenuti dai servizi o dai beni venduti deriveranno solo da una piccola percentuale della clientela, come accennato in precedenza. E il 20% della produzione sarà quella che porterà a maggiori guadagni.
Da una breve analisi è facile capire quindi su quali servizi investire e quali potranno passare in secondo piano.
Naturalmente il rapporto percentuale espresso dal principio di Pareto non sarà mai preciso al centesimo. L’outcome facilmente varierà fra un 70/30 o 90/10, a seconda del periodo e di altre circostanze. Ma la formulazione della regola è generica e per questo risulta così versatile anche quando si parla di e-commerce.
In ambito digitale lo si applica anche alle ricerche degli utenti sottolineando come le parole chiave vadano scelte con attenzione. Solo alcune di quelle prescelte si rivelano utili in termini di indicizzazione delle pagine prodotto, così come nelle condivisioni sui social network.
Usare il principio di Pareto nel problem solving
In base a questo si può assegnare agli aspetti che limitano l’azienda un valore per evidenziare quelli più urgenti da eliminare.
Gli svantaggi che può portare il principio di Pareto
Se da un lato è necessario concentrare la maggior parte delle proprie energie su questi aspetti, non significa scordarsi completamente di quelli esterni al 20%, ma solo di dedicarci meno tempo.