Pirandello: vita, opera e pensiero dello scrittore
In quinta superiore Luigi Pirandello è uno degli autori italiani su cui agli studenti è chiesto di focalizzarsi maggiormente. Estratti delle sue opere sono stati spesso utilizzati all’interno delle tracce dell’esame di maturità. Sia dialoghi tratti dalle sue opera teatrali sia passaggi dei romanzi, soprattutto dal famosissimo “Il fu Mattia Pascal“.
Sono diversi gli aspetti dell’opera di Pirandello che andrebbero analizzati, così come la sua vita. Vediamo di fare un piccolo riassunto in questa guida.
La giovinezza e i primi successi di Luigi Pirandello
Lo scrittore e drammaturgo nacque ad Agrigento il 28 giugno 1867. La famiglia in cui nacque era di pensiero liberale e pare che il padre avesse preso parte all’impresa condotta da Garibaldi. Si iscrisse all’Università di Palermo dopo il liceo ma poi continuò gli studi a Roma laureandosi nel 1892. Negli anni di studio Pirandello scrisse le sue prime opere, tra cui le liriche “Pasqua di Gea“.
Nel 1894 si sposò con Maria Antonietta Portulano, da cui ebbe tre figli: Stefano, Fausto e Lietta. L’anno del matrimonio pubblicò una raccolta adi novelle dal titolo “Amori senza amore” e dal 1897 divenne insegnanteall’ Istituto Superiore di Magistero a Roma. Nel 1898 iniziò a sperimentare il testo teatrale con una prima opera di un unico atto, chiamata “L’epilogo“.
Negli anni seguenti Pirandello pubblicò alcuni romanzi ma la famiglia entrò in difficoltà economiche nel 1904 a causa di un incidente che costò diversi soldi. Da questo periodo così difficile lo scrittore trovò l’ispirazione per una delle sue opera più famose, “Il fu Mattia Pascal“. Il romanzo venne tradotto in varie lingue e fu un vero successo letterario.
Oltre ai problemi economici la famiglia dovette affrontare i disturbi della moglie, soggetta a paranoie e a fenomeni riconducibili a una forma di schizofrenia. A partire dal 1919 Maria Antonietta non visse più con il marito e i figli ma dovette ricoverarsi. Un momento doloroso, ma che avvicinò Pirandello allo studio della psicologia e alle teorie di Sigmund Freud.
Il periodo del fascismo e la morte
Dal 1925 circa in poi lo scrittore si dedicò principalmente al teatro fondando anche la Compagnia del Teatro d’Arte di Roma. Con essa iniziò a girare il mondo e alcuni dei suoi copioni teatrali giunsero anche nella Grande Mela sui palchi di Broadway. Lo stesso periodo però è ricordato come controverso perché il 1924 Pirandello si tesserò per il partito fascista.
Lo scrittore era stato condizionato dal patriottismo del padre ed era stato fra e file degli interventisti per la Grande Guerra. Nonostante la prigionia del figlio e il suo ritorno in condizione precarie lo avessero segnato questo suo pensiero non si era spento. Suscitò però clamore che l’adesione fosse arrivata dopo il delitto Matteotti.
Nel 1934 Pirandello fu insignito del premio Nobel, ma non tenne la medaglia preferendo donarla all’appello del duce per l'”Oro alla Patria”. Tuttavia il partito non si fidò mai pienamente dell’artista tanto da accusarlo più volte di disfattismo attraverso i suoi scritti. Ma no era destino che l’autore che vedesse la fine del conflitto perché nel 1936 si ammalò di polmonite.
La sua morte lasciò incompiuta l’opera teatrale I giganti della montagna, rappresentata postuma dopo che il figlio Stefano ne scrisse l’atto finale. Come esplicitamente richiesto da lui nel testamento, l’artista non ebbe alcun funerale e fu cremato.
Le opere teatrali di maggior rilievo
Pirandello scrisse diverse commedie, ma tra queste una di quelle più conosciute è “Così è, se vi pare”, al punto che questo titolo è diventato quasi un modo di dire. Quest’opera di Pirandello prende il nome da una delle battute pronunciate, che chiude i tre atti di equivoci e dubbi lasciando lo spettatore spiazzato. L’argomento è la verità, e quanto sia difficile trovarla.
Fra i drammi vale la pena di citare l’Enrico IV, dove il protagonista non è altri che personaggio che a sua volta si è calato nella parte del re francese del titolo. Una recita interna a un’altra recita, dove poi il curioso Enrico IV svelerà di aver scelto quella parte per sfuggire alla sua vera vita, deludente e difficile da accettare.
Un’altra opera celebre di Pirandello è “Sei personaggi in cerca d’autore”, un dramma dove la scenografia rappresentata sul palcoscenico è…un altro teatro. I sei personaggi, ossia la Madre, il Padre, la Figliastra, Madama Pace, il Giovinetto e la Bambina. Si tratta di figure che raccontano le loro storie risaltando sugli attori che stanno provando.
L’ultima opera di Pirandello, ossia “I giganti della montagna“, è peculiare perché a sfondo mitologico ma preserva il tema del teatro nel teatro. I personaggi del dramma infatti vede una compagnia di attori che si sta dedicando a un’altra opera dell’autore. Questi vengono invitati a rappresentare l’opera di fronte a delle misteriose entità che vivono sui monti.