Penne touch: le migliori alternative per prendere appunti
Pensando ai fogli volanti e ai blocchi di appunti dimenticati passare alle penne touch potrebbe non essere una cattiva idea. Soprattutto per gli studenti universitari che in aula hanno molta più libertà nell’uso dei dispositivi elettronici rispetto a quelli delle superiori. Preparare gli esami studiando su file digitali può aiutare a organizzarsi, oltre a prendere appunti migliori.
Esistono due tipologie di penne touch: passive e attive. La prima ha essenzialmente la funzione di scrivere come se si stesse usando una biro normale (chiaramente sullo schermo) mentre le seconde possono anche sostituire il mouse. Vedremo di seguito alcune opzioni molto apprezzate.
Penne touch passive
Usare uno di questi dispositivi equivale in un certo senso ad avere un prolungamento delle dita per toccare lo schermo. Il display infatti reagisce nello stesso modo, sia che si stia usando una penna passiva sia che si stia toccando con il polpastrello. Naturalmente prima di acquistarne una occorre verificarne la compatibilità con il proprio tablet.
Fortunatamente esistono moltissime penne touch passive universali, utilizzabili sui prodotti Apple come su quelli Samsung o altri marchi. In generale risultano più economiche dei modelli attivi, che offrono più funzioni. Molto apprezzate per esempio sono i prodotti XP-Pen che sono modellati per dare la sensazione di tenere in mano una matita normale.
Molte penne di questo brand sono infatti dotate di una gomma digitale dal lato opposto alla punta, rendendo il loro utilizzo molto intuitivo. Sono senza batteria come tipico dei modelli passivi e non necessitano di essere alimentate. Va considerato che però generalmente sono meno precise a livello di tratto rispetto a quelle attive.
Non c’è una vera e propria comunicazione fra la versione passiva dello stylus (altro modo per indicare le penne touch) e gli schermi dove scrive. Dunque non c’è variazione del segno che lo stilo lascia sul display a seconda che la persona che lo impugna prema più o meno forte. Dunque è perfetto per scrivere ma non è la scelta migliore per il disegno.
Penne digitali attive
Le penne touch attive sfruttano un digitalizzatore per comunicare con i display. Hanno bisogno di venire ricaricate ma fortunatamente esistono diversi modelli con ampia autonomia come le Hahakee. Queste infatti possono durare anche fino a 40 ore con un utilizzo costante mentre la carica può arrivare a diversi giorni in modalità standby.
La scrittura con le penne touch attive risulta di gran lunga più fluida rispetto alle versioni passive. C’è in generale una sincronia ottima del segno rispetto al tocco sullo schermo. In generale un modello buono come uno stylus digitale Sotical Veamor trasmette una sensazione di naturalezza durante l’utilizzo.
Naturalmente queste differenze si traducono anche in un costo medio maggiore delle penne digitali. Va considerato però che averne una equivale ad acquistare insieme una penna touch e un mouse, poiché include di frequente lo strumento di selezione e il puntatore. Gli schermi più avanzati riescono a distinguere fra il tocco degli stylus attivi e quello delle mani.