Quanti esami si possono fare in una sessione? Cosa serve sapere
Non è raro che quando si parla di quanti esami si possano dare in una sessione fra colleghi si finisca con il discutere. Ci sono persone che senza sforzo ne arrivano a dare cinque e chi invece trova difficile già prepararne due vicini di data. C’è chi ribatte che non conta la quantità ma il profitto e la media universitaria e chi invece punta a prendersi avanti.
Stabilire chi abbia ragione non è semplice, però è il caso di dare qualche informazione in più In questo modo scegliere quanti esami sostenere non sarà più una domanda difficile.
Quanti esami effettivamente è concesso dare?
Prima di tutto occorre precisare che non c’è un numero massimo da non superare. Potenzialmente chi avesse già sostenuto i corsi potrebbe dare tutti gli esami in una singola sessione. Naturalmente sarebbe una sfida ai limiti del possibile e chiunque dovesse riuscirci forse stabilirebbe un vero e proprio record.
Di solito ci sono periodi dell’anno in cui dare più esami risulta più facile. La sessione estiva è da sempre quella che risulta più estenuante per gli studenti data la stagione. In giugno e luglio la tendenza generale è quella di dare meno esami. La ragione però non è legata alla difficoltà delle materie quanto al pensiero delle vacanze.
Per scegliere quanti esami sostenere il primo aspetto da considerare è relativo ai propri impegni. C’è chi tende a essere più produttivo durante la sessione invernale e chi in quella autunnale. Dunque l’idea è di non scegliere un numero fisso ma piuttosto di darsi obiettivi diversi nel corso dell’anno accademico.
I crediti hanno un grosso peso
Esistono esami che possono risultare più o meno complessi da preparare a seconda della predisposizione dello studente, certo. Tuttavia è innegabile che il numero di crediti che ogni esame porta con sé non sia da sottovalutare. Essi sono infatti utilizzati proprio per stimare il carico di lavoro necessario a prepararli. Quindi meglio chiedersi quanti esami o quanti crediti? Probabilmente la seconda.
I crediti formativi universitari (CFU) che i professori assegnano al proprio esame possono variare solitamente fra i 6 e i 12. Sotto i 6 CFU di solito si tratta di idoneità o di prove parziali che poi sono riunite in un esame più corposo. Però dare un esame da 12 crediti o due da solo 6 alla fine ha lo stesso peso a livello di carriera universitaria.
Per concludere i corsi di laurea triennale per esempio non si parla tanto di stimare quanti esami dare ma piuttosto di maturare i 180 CFU. Il numero di prove di verifica può variare ma per potersi laureare i crediti richiesti si mantengono fissi su quella cifra. Per passare da un anno di corso all’altro spesso è richiesto un numero minimo di CFU.
Il consiglio quindi è di fissare un obiettivo in termini di crediti da maturare per sessione. Un esame corposo può valere quanto due o tre prove più semplici. In più preparandolo da solo c’è maggiore possibilità di ottenere un bel voto senza doversi destreggiare fra più materie. Senza contare il sollievo di depennarlo dalla lista.
La media: quanti esami la rovinano?
La cosa migliore è avere ben chiaro di che tipo di prove si tratti. Per molti gli esami scritti possono essere meno complessi degli esami orali perché hanno maggiore ansia ad avere di fronte il professore. Dunque se in una sessione gli esami da dare sono tutte prove orali forse è il caso di farne di meno per non rischiare il peggio.
Quando invece si tratta delle idoneità (informatica, inglese…) non tutti ricordano che esse non valgono a livello di media. Quindi si può anche provare a sostenere queste prove senza avere l’ansia anche di un riscontro deludente. Semplicemente o si viene promossi o l’idoneità non vien conferita.
Per l’università inoltre conta la media ponderata. Anche qui perciò occorre tenere a mente che più di quanti esami si diano conta il peso che hanno per il calcolo della media. Un esame singolo da molti crediti può alzare di molto la media mentre altri da meno CFU non corrono il rischio di compromettere il percorso universitario.