La memoria e i processi di elaborazione mnestica (sistemi mnestici)
Conoscere i processi di elaborazione mnestica utilizzati dalla memoria per immagazzinare le informazioni è molto importante: garantisce al cervello un corretto e duraturo funzionamento.
Analizziamo insieme quali sono e che peculiari caratteristiche presentano!
Che cos’è la memoria
La memoria è la capacità dell’individuo di conservare informazioni e richiamarle, quando necessario, per riuscire ad affrontare situazioni di vita presente e futura. Il recuperato non rappresenta però una rievocazione fedele ed accurata degli avvenimenti, interiori o esteriori, ma una ricostruzione.
Occorre precisare che la memoria non è un mero deposito di ricordi ma un processo di codifica, immagazzinamento, ritenzione, consolidamento e recupero di informazioni ed esperienze derivate dall’ambiente e dall’attività di pensiero.
Tra i modelli esplicativi il più celebre è quello di Atkinson e Shiffrin del 1968 che suddivide la memoria in tre differenti tipologie:
- Sensoriale: primo stadio legato ai sensi.
Durante questa fase di memorizzazione le informazioni provenienti dall’ esterno vengono trattenute per brevi istanti (da mezzo secondo a 3). Essi non sufficienti per l’innesco di ricordi, per i quali è invece necessaria una percezione visiva, uditiva o tattile; - A breve termine: trattiene una mole di informazioni pari a 7 elementi tra i 10 e i 20 secondi, trascorsi cui la traccia scompare.
Viene spesso utilizzata nel corso della giornata e svolge una funzione transitoria. - A lungo termine: interviene nei processi in cui le informazioni vengono immagazzinate per lunghi periodi.
Si tratta di un archivio senza limiti in cui sono conservate esperienze vissute e conoscenze acquisite che hanno formato e segnato carattere e personalità.
Cosa e quali sono processi di elaborazione mnestica
Come abbiamo analizzato poco fa, i contenuti che vengono recuperati dalla memoria non sono sempre delle rievocazioni fedeli dei fatti realmente accaduti. Si tratta per lo più di ricostruzioni, che prendono il nome di processi di elaborazione mnestica.
Nello specifico, essi sono suddivisi in tre fasi principali:
- codifica: modalità in cui l’informazione viene inserita nel contesto di informazioni precedenti e trasformata in un codice che la memoria riconosce. Tale processo è influenzato da fattori quali caratteristiche dello stimolo e fattori emotivo-cognitivi-motivazionali del soggetto;
- ritenzione: il ricordo viene consolidato e stabilizzato in una condizione stabile e a lungo termine;
- recupero: recupero dell’informazione o ricordo dalla memoria a lungo termine di modo che possa venire utilizzata. Maggiore è la somiglianza tra gli indizi di codifica e gli indizi di recupero, più alta è la probabilità di riportare un ricordo alla consapevolezza e viceversa.
Occorre precisare che, queste fasi, non sono necessariamente separate ma possono coesistere.
Inoltre, la codifica e l’elaborazione possono essere intenzionali, incidentali ed influenzati da fattori emotivi, attentivi e motivazionali. Infine, la memoria è dotata di una natura ricostruttiva che può provocare il fenomeno del riconsolidamento mnestico. Ciò significa che i ricordi recuperati e riportati in modalità di elaborazione attiva, diventano suscettibili a una nuova modifica e rielaborazione per poi essere rimmagazzinati mediante una nuova traccia mnestica.
Differenti tipologie di memoria
Sono infatti presenti anche:
- esplicita o dichiarativa: consapevole e legata all’esperienza personale, immagazzina situazioni ed eventi inerenti alla vita quotidiana permettendo di ricordare nomi, cose, persone e luoghi. Esse possono essere rievocate volontariamente. Di questa categoria fanno parte la memoria semantica, che riguarda significati, simboli e conoscenze generali sul mondo il cui apprendimento avviene una sola volta e resta inglobato, e autobiografica, che immagazzina informazioni specifiche a eventi di vita ed è caratterizzata da una forte connotazione emotiva;
- implicita o procedurale: non consapevole né intenzionale, si attiva nello svolgimento di attività quotidiane apprese in un determinato momento passato, come leggere e guidare, in maniera automatica. Si tratta di una memoria basata sulla ripetizione che si instaura gradualmente;
- di lavoro (working memory): forma di memoria a breve termine che mantiene una quantità limitata di dati in un tempo limitato consentendone l’utilizzo nel qui ed ora. Elabora quindi le informazioni durante l’esecuzione di compiti cognitivi per poi, quando non serve più, eliminarla;
- prospettica o delle intenzioni: rappresenta la capacità di ricordare e fissare gli impegni del futuro. Il processo richiama le intenzioni che non possono essere realizzate nel momento stesso in cui vengono formulate e devono essere rimandate.
Il rapporto con le emozioni
- ippocampo: ruolo primario nella formazione della memoria a breve termine, raggruppa informazioni processate da altre aree cerebrali sintetizzandole in un’unica configurazione di stimoli sensoriali esterni;
- amigdala: controlla l’informazione sensoriale e la sua attribuzione di un particolare significato affettivo e/o emotivo.
Tramite questa struttura è inoltre possibile associare uno stimolo ad una ricompensa o punizione. L’ippocampo e l’amigdala sono strutture intercambiabili ma al mancare di entrambe si realizzano vere e proprie perdite di memoria; - ipotalamo, talamo e lobi frontali, per quanto riguarda i processi mnestici legati alle emozioni.
Da un punto di vista neuronale, i recettori sensoriali ricevono l’informazione esterna per poi trasmetterla alla stazione talamica specifica per ciascuna modalità sensoriale. Alla fine del percorso, raggiungono la corteccia primaria dove viene elaborata affinché si produca una risposta comportamentale coerente con la stimolazione ambientale.