Linguaggio ipocrita nel marketing: è un'opportunità o un rischio?
Nonostante il variegato e complesso mondo del marketing sia costantemente in evoluzione, qualcosa non è mai cambiato: ci riferiamo a quello che possiamo definire come linguaggio ipocrita.
In effetti, non vi è dubbio che le diverse strategie di comunicazione, se corrette e applicate a dovere, possono fare la differenza. Possono cioè garantire il successo aziendale. Cosa accade, però, quando ci si trova a dover affrontare argomenti scomodi, ai limiti del “politicamente corretto”?
La volontà di rispondere a questa domanda ha generato un’accesa discussione intorno a questo particolare concetto del linguaggio ipocrita nel mondo del marketing.
Un linguaggio che può decisamente fornire delle opportunità, ma che potrebbe anche minare l’integrità e la reputazione dell’azienda. Si tratta quindi di un’opportunità o di un linguaggio che potrebbe mettere a rischio il buon nome dell’azienda che lo utilizza? Facciamo insieme il punto della situazione.
Il linguaggio ipocrita nel marketing: contesto culturale e retroscena
Inutile nasconderci dietro ad un dito: oggi più che mai facciamo ampio uso del linguaggio ipocrita. Possiamo definirlo come diplomatico, politicamente corretto, cortese o con qualsiasi altro nome, ma il risultato è sempre lo stesso. La scelta delle parole più giuste per veicolare messaggi, soprattutto quando questi non siano particolarmente piacevoli, è diventata di essenziale importanza.
Ed è un discorso che possiamo fare in moltissimi contesti, non solo in quelli relativi al marketing ed alla pubblicità. Infatti, ormai, in ogni ambito si fa uso di quel che possiamo definire un linguaggio ipocrita.
Il retroscena culturale e sociale che ha comportato l’adozione di questo tipo di linguaggio è ben specifico: in tempi non troppo passati, infatti, una scelta di parole non proprio azzeccata poteva avere anche delle conseguenze legali. Conseguenze decisamente spiacevoli dunque, che ci hanno portati a questa necessità, ormai divenuta eccessiva, di ricercare le parole giuste al fine di non offendere la sensibilità altrui.
E, dato che si tratta di una necessità avvertita in ogni ambito, dal mondo del lavoro a quello dell’istruzione, fino a quello delle relazioni interpersonali, è ovvio che nel marketing il linguaggio ipocrita è ormai la norma.
Un aspetto fondamentale per la reputazione aziendale
Le aziende sanno infatti benissimo che l’utilizzo del linguaggio ipocrita è ormai una necessità. Ferire i sentimenti di una fetta di consumatori potrebbe portare al fallimento, o alle già citate conseguenze legali. Tutte situazioni che, chiaramente, un’attività economica vuole a tutti i costi evitare.
La reputazione del brand diventa dunque oggetto di forti preoccupazioni aziendali. Per questa ragione, soprattutto negli ultimi anni, si sono moltiplicate le figure professionali che hanno il compito di curare la comunicazione delle aziende nei minimi dettagli.
Una comunicazione che, oltre a dover essere efficace, deve anche prevedere il linguaggio ipocrita. C’è infatti in gioco la reputazione dell’azienda.
Anche nel caso in cui si voglia veicolare un messaggio negativo, la sensibilità di clienti, partner e lavoratori non deve essere in nessun modo urtata.
La sottile linea tra il politicamente corretto e la lealtà ai propri valori
Tuttavia, l’utilizzo del linguaggio ipocrita potrebbe generare non pochi problemi alle aziende, che potrebbero trovarsi a dover superare la sottile linea tra i valori aziendali e la necessità del politicamente corretto ad ogni costo.
È anche per questa ragione che le opinioni sull’utilizzo del linguaggio ipocrita nel marketing sono variegate e, molto spesso, contrastanti.
In molti tra coloro che si occupano di marketing ritengono l’utilizzo di questo linguaggio politicamente corretto una necessità per il bene dell’azienda. Sfruttare il linguaggio ipocrita, spesso, può garantire consensi da parte del pubblico e apportare dei successi anche in termini di vendita e fatturato.
Non mancano, tuttavia, esperti di marketing che ritengono che l’utilizzo del linguaggio ipocrita nel marketing sia una pratica sleale. Tale pratica, tra l’altro, potrebbe anche danneggiare la reputazione aziendale nel lungo termine.
I rischi del linguaggio ipocrita nel marketing aziendale
Sebbene il linguaggio ipocrita sia spesso necessario a causa della complessa situazione sociale che abbiamo avuto modo di analizzare ai paragrafi precedenti, alla lunga tutta questa falsità potrebbe venire a galla. Il che comprometterebbe seriamente la credibilità del brand aziendale.
Ci sono poi varie criticità che l’uso del linguaggio ipocrita comporta.
Innanzitutto, rendere la verità con parole eccessivamente edulcorate senza arrivare dritti al punto potrebbe comportare dei malintesi. In secondo luogo, ricordiamo che le critiche e gli errori aiutano a crescere. Restituire ai clienti o ai partner una realtà alterata potrebbe comportare quindi mancanza di possibilità di crescita.
Infine, c’è un altro aspetto da non sottovalutare. Trovare le parole migliori per rendere un concetto potenzialmente poco corretto politicamente potrebbe portare via all’azienda molto tempo e molte risorse, economiche e umane.
Il linguaggio ipocrita, in questo senso, può diventare molto costoso: e spesso, come si suole dire, il gioco non vale la candela.
L’effetto del linguaggio ipocrita sul pubblico
Inoltre, il linguaggio ipocrita nel marketing può avere conseguenze negative sull’immagine che il pubblico e che i consumatori hanno di un’azienda.
Un suo utilizzo eccessivo e per lungo tempo può far sentire i consumatori manipolati e oggetto di raggiro. Il brand verrà percepito quindi come poco trasparente, con conseguente e critico danno d’immagine.
Inoltre, se l’azienda fa delle false promesse in nome del politicamente corretto ma alla fine non le mantiene, rischia di perdere la fiducia del pubblico.
Questo può portare a una diminuzione delle vendite e danneggiare la reputazione aziendale a lungo termine.
L’importanza della comunicazione autentica
Come gestire dunque la comunicazione aziendale? Più che sul linguaggio ipocrita, sarebbe meglio optare ove possibile delle alternative. Una comunicazione autentica e corretta, se questa non urta la sensibilità del pubblico, sarebbe preferibile.
E questo per varie motivazioni. Innanzitutto, i consumatori sono ormai avvezzi a riconoscere il linguaggio ipocrita. In fondo, l’abbiamo già detto: uno dei rischi nell’utilizzo del politicamente corretto è che i clienti e/o i partner possano sentirsi manipolati. Una situazione che ovviamente ogni brand vuole evitare.
Inoltre, scegliere un linguaggio autentico nel marketing potrà aiutare a costruire una connessione emotiva con il pubblico. Quando un’azienda comunica in modo sincero e autentico, le persone si sentono comprese e valorizzate. Questo può aumentare la fedeltà dei clienti e incoraggiare il passaparola positivo. Infine, nel mondo in cui tutti sfruttano il politicamente corretto, una comunicazione autentica può distinguere un’azienda dalla concorrenza.