Liceo digitale: cos'è, come funziona e perché sceglierlo
Quello del liceo digitale è un piano di studi del tutto nuovo, avviato proprio quest’anno all’interno dell’Istituto Tecnico Commerciale Matteucci di Roma. Un percorso di scuola superiore che per ora è stato riservato a una sola prima composta da 30 ragazzini. L’idea è di riuscire a creare una formazione che metta assieme argomenti umanistici e tecnico-scientifici.
Il Liceo digitale non è uno scientifico, né un classico. Con il tempo si vedrà se prenderà piede anche in altre scuole.
Come è nato il primo Liceo digitale?
Questo progetto è nato grazie a una collaborazione instaurata fra la Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine e il Ministero dell’Istruzione. Quella del liceo digitale non è la prima classe sperimentale nata negli ultimi anni, ma suscita un certo interesse. L’obiettivo è formare gli esperti del domani, di cui l’industria italiana ha terribilmente bisogno.
La Fondazione Leonardo come obiettivo si prefigura la creazione di quello che definisce un Umanesimo Digitale. Nel curriculum scolastico del nuovo percorso entrano le competenze digitali come parte integrante. Il Liceo digitale appena avviato partorirà così fra cinque anni dei tecnici che troveranno impiego immediatamente, secondo quanto promette la scuola.
Ad essere orgoglioso del nuovo corso di studi è anche il ministro Patrizio Bianchi. Come ha voluto precisare non si tratta di un modo per avere un distacco dalla cultura “classica”, bensì di un nuovo modo di approcciarsi alla stessa. Le materie tradizionali saranno in programma, ma affiancate da altre più recenti e innovative.
Il liceo digitale durerà come precisato per cinque anni, ma vi sarà un piano di studi organizzato su biennio e triennio. Durante gli ultimi tre anni i ragazzi avranno modo di svolgere progetti digitali innovativi affiancati da tutor esperti. Naturalmente non mancheranno le esperienze di stage da svolgere in azienda per la formazione sul campo dei ragazzi.
Le nuove materie
Nel piano di studi del liceo digitale una grande novità è rappresentato dalla comparsa in pagella del corso di Intelligenza Artificiale (IA). Questa tecnologia sta trovando sempre più applicazioni sia nell’ambito commerciale che in quello industriale. Ne esiste persino una che cerca di predire le interazioni fra gli antibiotici e i patogeni per comprendere quale sia il più efficace.
Riuscire a mettere a punto algoritmi in grado di svolgere le funzioni di solito di stretta competenza umana è ormai la chiave dell’innovazione. La guida autonoma è stato uno dei passi più salienti, ma Tesla già sta mettendo a punto un automa anche per svolgere il lavoro degli operai. Chi studia al liceo digitale potrebbe benissimo occuparsi della manutenzione di tali sistemi.
O forse anche di progettarli in effetti. Non a caso un altro corso in programma per la classe sperimentale è quello di Robotica, la branca dell’Ingegneria che si occupa di mettere a punto robot intelligenti. Eliminare il lavoro di fatica per mettere al posto degli operai dei tecnici specializzati è ciò a cui puntano molte industrie.
In ultimo si può nominare il corso di Informatica e coding, per apprendere la programmazione. Si tratta insomma della transizione digitale iniziata in Italia che arriva così anche al mondo della scuola e dell’educazione. In fondo per avere i professionisti da impiegare nei nuovi ruoli occorre far sì che ogni aspetto della società ne venga investito. E così ecco il liceo digitale.
I primi studenti
Uno dei ragazzi racconta di essere una “specie di cyborg” in quanto possiede una protesi acustica gestita da una IA. Le orecchie non funzionano, ma il dispositivo trasmette le informazioni e le vibrazioni in modo che possa sentire ugualmente. Chi vive a stretto contatto con le nuove tecnologie non può non essere curioso a riguardo.
Può stupire invece che stando agli studenti il liceo digitale decide di non aspettare il terzo anno per approcciarsi ai grandi filosofi. Si parte immediatamente con Talete, Eraclito, Socrate. Non con l’analisi approfondita del triennio forse, ma con un particolare focus sulla dinamica del pensiero. Dopotutto è un aspetto utile per progettare le reti neurali artificiali.
Proprio per questo la materia non si chiama Filosofia al biennio, ma invece laboratorio del pensiero. Un altro segno del fatto che l’approccio alle materie umanistiche vari a sua volta per il liceo digitale. I grandi del passato vanno visti come parte del meccanismo che ha portato alla tecnologia odierna.