Giappone: pochissime donne nelle facoltà universitarie
In un mondo sempre più colorato di rosa, nel quale le donne finalmente iniziano ad occupare spazi equivalenti a quelli degli uomini, il Giappone fa parlare. E’ infatti abbastanza assurdo come, nella zona più moderna della nazione, gli atenei giapponesi vedano un gran numero di presenze maschili, rispetto a quelle femminili. Sembra infatti che sia soltanto di 1 a 5 il rapporto tra donne e uomini che frequentano le università. Questo dato lascia pensare, perchè sta a simboleggiare un evidente divario sociale, che è in netta contrapposizione con i passi avanti che le donne hanno fatto in quasi tutto il resto del mondo, proprio per emanciparsi in ogni settore.
Giappone, una potenza industriale: ma la parità?
Sembra davvero paradossale pensare che se nel mondo spopolano facoltà sempre più strane, una nazione tanto evoluta come il Giappone possa presentare ancora disparità a livello di emancipazione femminile. Ma dati alla mano, è davvero semplice comprendere quanta fatica facciano ancora le donne a trovare il loro posto nel mondo. Solo pochissime, nonostante la nascita delle donne in Giappone sia elevatissima, frequentano le università, per paura forse di non trovare marito.
In Giappone è infatti ancora molto sviluppato il pensiero che se una donna vuol metter su famiglia deve stare attenta a non “esagerare” relativamente alla sua istruzione. La donna, infatti, non deve in alcun modo sovrastare l’uomo e mettere lo stesso in cattiva luce. Una donna più istruita di un uomo, metterà in ombra lo stesso, che di sicuro sceglierà una donna meno colta e professionalmente affermata.
Frenare sin da bambine
Proprio per tutelare la posizione degli uomini e non permettere che possano esserci episodi nei quali una moglie sia maggiormente preparata e competente del marito, alle bambine giapponesi, sin dall’infanzia, viene spiegato che è di fondamentale importanza “frenarsi” nello studio, proprio per non apprendere più del dovuto.
Questo, visto dagli occhi del mondo è senza dubbio un enorme controsenso, soprattutto se si pensa al fatto che il Giappone è una delle potenze industriali e tecnologiche più forti al mondo. Come si può giustificare il voler limitare le donne nella loro istruzione?
L’Università di Tokyo dovrebbe essere tra le più miste del pianeta e invece, soltanto una donna su 5 uomini osa frequentare dei corsi. Si tratta di ribelli? Si tratta di disobbedienti? O si tratta soltanto di donne che non hanno paura di andare controcorrente, in un mondo nel quale vogliono essere messe da parte, ingiustamente?