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L’era della viralità sui social è finita: le nicchie superano i grandi numeri

L’era della viralità sui social è finita: le nicchie superano i grandi numeri

viralità sui social
  • Laura Danesi
  • 5 Luglio 2024
  • News
  • 5 minuti
  • 8 Luglio 2024

Fine della viralità sui social

La viralità sui social è in declino. L’aumento esponenziale dei messaggi che cercano di diffondersi online porta al risultato opposto, ovvero non riescono a raggiungere pubblici ampi.

Questo porta alla diffusione di un altro fenomeno, ovvero alla crescita di comunità verticali e di piccole dimensioni.

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Viralità sui social: il messaggio della campagna pubblicitaria di Bark

La viralità sui social ora avviene nel trattare nicchie di pubblico e i relativi bisogni. Bark, azienda americana di prodotti per animali domestici, è stata protagonista a maggio 2024 di una campagna pubblicitaria particolare. Il messaggio messo in evidenza è che, grazie a una compagnia al 100% dog-friendly, è stata introdotta la possibilità di far volare i cani insieme ai loro padroni.

Dal mese scorso sono stati organizzati tre tratte, una delle quali è intercontinentale. Le destinazioni sono Londra, Los Angeles e New York City. Chi deciderà di salire a bordo di questi voli vivrà un’esperienza extra-lusso insieme agli amici quattrozampe. La ristorazione è di una prima classe ed è possibile ordinare dello champagne analcolico per cani! Sono presenti tutti i tipi di confort per gli animali: dai letti reclinabili personalizzati ai ai sedili che massaggiano la pancia dei pelosetti, dagli asciugamani rinfrescanti al profumo di lavanda ai servizi di toelettatura svolti da personale qualificato. Molto presto, inoltre, sarà realizzato anche il primo parco giochi per cani al mondo realizzato in volo. Questa tipologia di servizi è rivolto, ovviamente, a un pubblico alto-spendente.
 
L’obiettivo di Bark è quello di rafforzare il proprio posizionamento all’interno della community che sceglie già i prodotti da loro proposti. Non è, quindi, il grosso pubblico a interessare questo colosso di prodotti per animali domestici, ma una nicchia di pubblico.
L’azienda, fin dal 2011, aveva nei suoi sogni quello di realizzare dei viaggi dog-friendly. Questo per poter soddisfare le necessità dei propri clienti e con la creazione di questi voli inclusivi, questo sogno è diventato realtà.
 

La viralità e il suo declino

Chris Anderson, giornalista statunitense, scrisse vent’anni fa sulla rivista americana Wired che quando emerge un’ipersegmentazione dei consumi si verifica la cosiddetta coda lunga. Quest’ultima può essere estesa anche alla fruizione dei mezzi social e digitali. Il mercato offre mille differenti proposte e questo si rifletta anche sui numeri social, i quali sono destinati ad avere numeri diversi rispetto al passato. Quello che si verifica è che alla quantità, si preferisce dare spazio all’aspetto qualitativo.

Prima dell’avvento della viralflazione, la viralità era un fenomeno dominante nel panorama digitale. I contenuti virali riuscivano a diffondersi rapidamente e ampiamente, invadendo gli spazi interstiziali della rete e generando significativi benefici per i creatori e le aziende. Ora sono presenti mille piattaforme diverse con contenuti differenti: ciò che si impone la nicchia. È cambiato il modo di concepire la viralità. La domanda che corre d’obbligo è: Cosa significa essere virali?
 

Viralflazione: di che cosa si tratta?

Il Washington Post recentemente si è occupato del dibattito sulle nuove forme di digital marketing. Internet negli ultimi dieci anni si è diviso in innumerevoli algoritmi, piattaforme e comunità di nicchia. I contenuti che vengono proposti ogni giorno sono aumentanti esponenzialmente. Questo ha portato alla riduzione del ciclo di vita di ogni media e le piattaforme di social media continuano a svalutare statistiche online precedentemente impressionanti.

Nasce un nuovo concetto: la viralflazione. Di che cosa si tratta? Con questo termine si indica la svalutazione del valore della viralità nei contenuti online. Derivato dall’unione delle parole “viralità” e “inflazione”, il termine riflette come, nel contesto digitale odierno, raggiungere la viralità sia diventato sempre più difficile e meno significativo rispetto al passato. La viralità, quindi, è diventato un chimera nelle narrazioni social.

Cause della Viralflazione

Le cause che hanno portato alla viralflazione sono diverse. In primo luogo la saturazione dei contenuti: la sovrabbondanza di contenuti prodotti e condivisi ogni giorno rende difficile emergere e mantenere l’attenzione del pubblico.
Internet si è frammentato in innumerevoli piattaforme, ciascuna con i propri algoritmi e comunità di nicchia. Questa frammentazione delle piattaforme ha ridotto la possibilità di un contenuto di diventare virale su larga scala.

Il ciclo di vita dei contenuti è diminuito. Le notizie e i video possono diventare obsoleti in poche ore, riducendo il tempo disponibile per guadagnare trazione virale. Le piattaforme social spesso favoriscono i contenuti di account consolidati o con una storia di elevato coinvolgimento. Questo sistema non permette ai nuovi contenuti di ottenere la stessa visibilità.

Effetti della Viralflazione

Quali sono gli effetti della viralflazione? L’impatto dei contenuti virali si è notevolmente ridotto. Anche quando un contenuto diventa virale, l’impatto è spesso limitato a comunità specifiche piuttosto che avere una portata globale.

Le aziende e i creatori di contenuti stanno spostando l’attenzione dalle metriche quantitative (come il numero di visualizzazioni) a quelle qualitative (come il coinvolgimento e la rilevanza per un pubblico di nicchia). I brand stanno adattando le loro strategie per concentrarsi su nicchie di pubblico più specifiche, creando contenuti mirati che rispondano meglio alle esigenze di questi gruppi.

Riflessioni sul Fenomeno

La viralflazione non è necessariamente una cattiva notizia. Può indicare una maggiore maturità del panorama digitale, dove la qualità e la rilevanza dei contenuti diventano più importanti della semplice quantità di visualizzazioni. Le aziende più accorte, in questo contesto, si concentrano sulla costruzione di comunità di valore piuttosto che sulla ricerca di una viralità effimera.

La viralità diventa sempre più di nicchia, interessando regioni specifiche, una tribù demografica specifica o che è accomunata da interessi determinati. In questo modo le organizzazioni verticalizzano ulteriormente la propria offerta, gestendo necessità sempre più mirate.

Viralità sui social: la tendenza dei contenuti multimediali e dei video

Sono esclusi da questo tipo di inflazione anomala i contenuti multimediali e i video. Questa tipologia di contenuti catturano l’attenzione, mettendo in campo una strategia che supera l’inflazione social.

Forbes America si è occupato del concetto di viralità organica e del declino del fenomeno. Il video virale, in passato, raggiungeva milioni di persone. Oggi, con la crescente competizione, le prospettive di raggiungere la viralità organica sono notevolmente diminuite.

Le piattaforme social hanno perfezionato i propri algoritmi, in modo da favorire i contenuti di account consolidati o con una comprovata storia di elevato interesse. I brand, nonostante le difficoltà, devono adattarsi alle mutevoli aspettative legate ai contenuti multimediali e ai video. Occorre, quindi, andare oltre alla viralità e mettere a punto una propria strategia.

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Laura Danesi
Sono laureata in Teorie e tecniche del linguaggio audiovisivo (DAMS quadriennale) presso l’Università degli Studi di Torino. Ho conseguito due qualifiche professionali: una come Tecnico multimediale, con indirizzo comunicazione televisiva e una come Tecnico di produzione di contenuti multimediali e comunicazione per il Web 2.0. Lavoro per privati, professionisti e Tribunali in qualità di trascrittrice file audio/video; sottotitolatrice audiovisiva; grafica; copywriter; ghostwriter; editor e correttore di bozze.
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