Employer Branding: il marketing come leva per attrarre talenti
Ogni azienda, per avere veramente successo, dovrebbe essere in grado di fare Employer Branding. Vendere sè stessa ai potenziali candidati è infatti fondamentale per ottenere i migliori talenti. Le risorse umane infatti, ancora prima della vendita dei prodotti, sono un fattore fondante per ogni realtà lavorativa,
Scopriamo insieme come attirare e trattenere i talenti in una contingenza lavorativa complicata come quella attuale.
Che cos’ è l’employer branding
- rappresentare il modo in cui l’azienda si vende ai potenziali dipendenti;
- attrarre e mantenere nel tempo le risorse umane;
- migliorare la reputazione dell’azienda.
- applicare le tecniche di marketing e del brand management alla gestione delle risorse umane;
- mostrare l’azienda come la migliore a cui aspirare nell’ambito lavorativo.
Come creare una strategia di employer branding ottimale
- definire la propria proposta di valore: cosa offre la mia azienda e in che modo è diversa dalla concorrenza? Sapere cosa i dipendenti apprezzano, quali aspetti del lavoro li soddisfa e perché hanno scelto di lavorare per l’azienda è fondamentale. Solo così si può infatti individuare il profilo del candidato tipo;
- coinvolgere i dipendenti nella diffusione dei contenuti: aumenta il senso di credibilità all’esterno e porta a maggiori domande di lavoro;
- valutare la soddisfazione dei dipendenti: il riconoscimento è il modo migliore per motivare i dipendenti. Gratificare, sia sotto un punto di vista economico che di salute mentale, influisce positivamente e aumenta il senso di appartenenza. Alcuni suggerimenti utili sono ad esempio organizzare dei percorsi di training o mantenere una comunicazione viva con i dipendenti;
- creare contenuti accattivanti che attirino i potenziali candidati a presentarsi. Come ad esempio post su siti e social, storytelling della cultura, aziendale, futuri progetti dell’azienda. Ma non solo! Anche opportunità di crescita professionale, webinar di formazione gratuiti e testimonianze positive di dipendenti;
- creare delle mappe dei punti di contatto con il dipendente: è una strategia che consente di non perdere i dipendenti migliori nel tempo. Un’esperienza positiva rende infatti propensi ad accettare il posto di lavoro con maggiore serenità.
Cosa cercano i lavoratori al giorno d’oggi
Nello scenario appena analizzato risulta evidente l’importanza di creare un employer branding ottimale per trattenere i dipendenti. Ma cosa cercano i lavoratori al giorno d’oggi? La risposta è variegata.
La pandemia di COVID-19 ha permesso alle persone di avere più tempo per pensare al proprio benessere fisico e psicologico. I lavoratori si sono infatti resi conto di aver bisogno di impieghi che offrano maggior flessibilità e motivazione. Le generazioni attuali sono impegnate ad equilibrare le loro aspettative di vita. Le stesse risultano differenti da quelle del passato anche per via delle continue trasformazioni ed evoluzioni. La percezione del futuro inoltre varia in base all’età e ciò incide sulle prospettive di fidelizzazione con un’azienda.
Ad oggi i giovani, per avere soddisfazione sul lavoro ricercano:
- equilibrio tra vita lavorativa e privata;
- valore alla gestione del tempo
- condivisione dei valori personali con quelli dell’organizzazione
- attenzione all’impatto ambientale da parte dell’azienda;
- integrità ed analisi degli effetti a lungo termine delle loro azioni;
- ottimo aspetto retributivo.
Per una buona gestione del personale è fondamentale:
- considerare gli aspetti di autonomia, padronanza e scopo come elementi chiave delle esperienze professionali;
- svilupparle attraverso l’intergenerazionalità, coinvolgendo quindi senior e junior in una direzione univoca;
- incoraggiare sempre di più l’inclusività e la diversità;
- rispettare le opinioni e le esigenze dei dipendenti più giovani;
- creare un luogo di lavoro positivo e fluido.
Un po’ di dati
Vari studi dimostrato che:
- 1 su 4 dipendenti dichiara di non sentirsi al corrente su informazioni da parte della direzione;
- 40% sarebbe disposto a condividere più contenuti sui social se fosse più informato;
- 86% dei professionisti delle risorse umane indica che il reclutamento sta diventando sempre più simile al marketing;
- 55% delle persone in cerca di lavoro dichiara di abbandonare le domande dopo aver letto recensioni negative sull’azienda online;
- 50% afferma che non lavorerebbe per un’azienda con una cattiva reputazione, nemmeno per un aumento di stipendio;
- 30% delle persone in cerca di lavoro ha lasciato l’impiego entro i primi 90 giorni dall’inizio. Investendo nell’employer branding si potrebbe abbassare la percentuale al 28%;
- 96% delle aziende ritiene che l’employer branding e la reputazione possano avere un impatto positivo sui ricavi;
- 44% ne monitora l’impatto.
Infine bisogna considerare che ad oggi il lavoro si svolge in gran parte da remoto. Occorre quindi saper assumere senza confini e avere una profonda conoscenza della cultura dei vari dipendenti.