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Employer advocacy: il ruolo dei dipendenti come ambasciatori del brand

Employer advocacy: il ruolo dei dipendenti come ambasciatori del brand

employer advocacy - quando i dipendenti diventano ambasciatori del brand
  • Alessia Seminara
  • 26 Gennaio 2025
  • Vendita e comunicazione
  • 5 minuti

Il ruolo dell'employer advocacy

Il concetto di employer advocacy ci fa riflettere sul fatto che, per ottenere il massimo dal marketing e migliorare l’immagine del brand, le aziende devono sempre più guardare dentro le proprie mura.
I dipendenti sono, infatti, uno dei più grandi, ma anche dei più sottovalutati alleati quando si tratta di advocacy del marchio. Ma come possiamo sfruttare al meglio la employee advocacy?

In questa breve guida ne analizzeremo ogni aspetto: scopriremo cos’è, perché è fondamentale e, soprattutto, come avviare un programma di advocacy che coinvolga efficacemente (e realmente) i dipendenti.

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Cos’è l’employer advocacy?

Per comprendere come applicare un corretto programma, comunque, occorre analizzare la questione dalle basi, partendo da una definizione.
Con il termine employer advocacy si intende quel processo attraverso il quale i dipendenti condividono i contenuti, i valori e la cultura della loro azienda. Generalmente, tale condivisione avviene sui propri canali social.

In questo modo, i dipendenti diventano dei veri e propri ambasciatori del marchio aziendale.

Infatti, quando un dipendente condivide contenuti o parla bene del brand sui propri social, contribuisce ad aumentare la consapevolezza e la fiducia nei confronti dell’aziende. Il che ha un risvolto positivo sulla reputazione del brand, che accresce in modo organico.

Ma l’advocacy significato non si limita alla semplice condivisione di contenuti aziendali. Può infatti includere anche la creazione di contenuti originali pensati specificamente per promuovere l’azienda.

È però fondamentale che ogni azione di condivisione contribuisca a generare una percezione positiva del brand e che sia atta a raggiungere un nuovo pubblico.

Benefici e pontenzialità dell’employer advocacy

Investire in un programma di employer advocacy offre numerosi vantaggi, sia a livello interno che esterno. Innanzitutto, i dipendenti che promuovono il brand amplificano il messaggio e aumentano la visibilità, portando il brand di fronte a nuova audience. Detto in altre parole, si assiste ad un miglioramento della brand awareness, la consapevolezza che il pubblico ha del marchio.

In secondo luogo, le raccomandazioni a opera dei dipendenti risultano molto più convincenti rispetto ai contenuti ufficiali del brand. Questo crea una connessione più autentica con i consumatori. Aumentano, così, fiducia nell’azienda e credibilità del marchio.

Ma c’è anche un aspetto che ha a che fare col reclutamento di altri dipendenti. Infatti, i lavoratori sono più propensi a scegliere di lavorare per un’azienda che è supportata e apprezzata dai propri dipendenti.

In questo senso, l’advocacy potrebbe portare nuovi lavoratori efficienti e motivati in azienda. Infine, in caso di momenti di crisi, avere dipendenti che parlano positivamente dell’azienda può aiutare a mitigare gli effetti negativi. L’eventuale difficoltà verrà superata in tempi più brevi.

Come attivare un programma realmente efficace

L’attivazione di un programma di employer advocacy efficace non è complessa, ma richiede pianificazione.

Innanzitutto, bisogna partire da una cultura aziendale positiva. È chiaro che solo se i dipendenti sono felici e soddisfatti del loro lavoro, sarà più probabile che condividano contenuti positivi riguardo l’azienda. Per creare questa cultura è necessario che la leadership aziendale promuova valori inclusivi, motivanti e collaborativi.
Dopo aver implementato una cultura aziendale positiva, è necessario poi stabilire obiettivi chiari per il programma.

Tra gli obiettivi frequentemente selezionati per un programma di advocacy, di solito, troviamo l’accrescimento di consapevolezza del marchio o del traffico web attraverso i social media. Tuttavia, anche il miglioramento della reputazione o il reclutamento di nuovi talenti sono obiettivi molto comuni.
Per gestire un programma di successo, inoltre, è importante coinvolgere persone che abbiano già una forte presenza sui social media. È inoltre necessario che siano disposte a diventare leader del programma. I leader selezionati saranno poi incaricati di guidare gli altri dipendenti, al fine di promuovere la partecipazione e la condivisione di contenuti da parte di tutti.

Le linee guida per i contenuti

Un aspetto importante è rappresentato dalle linee guida da stabilire preventivamente per i contenuti da condividere. Senza stabilire tali guide-lines, un programma di employer advocacy rischia di non funzionare.
Al contrario, perché i dipendenti possano partecipare in modo efficace all’advocacy, è fondamentale fornire linee guida chiare su come comportarsi sui social media.

Bisogna cioè stabilire cosa è possibile condividere, in che modo scrivere i post e quale tone of voice usare, quali sono i temi banditi.
Da ricordare, poi, che un programma di employee advocacy non va concepito come una campagna isolata. Deve trattarsi di una una strategia continua. È importante quindi lanciare diversi programmi con cadenza regolare, aggiornando i contenuti e variando le modalità di coinvolgimento. Solo la continuità sarà in grado di garantire risultati realmente significativi e tangibili.

Dipendenti come ambassador: cosa devono fare esattamente?

Abbiamo già anticipato, in maniera non diretta, che non tutte le persone saranno pronte a diventare ambassador del brand. Per questo, è importante incentivare la partecipazione. Innanzitutto, nominando i già citati leader, che possano guidare i meno esperti.
Avviare attività che garantiscano premi o riconoscimenti, poi, può essere d’aiuto. Un aspetto fondamentale riguarda la creazione dei contenuti. I dipendenti vanno coinvolti in ogni fase del programma di employer advocacy, anche quella che riguarda la produzione dei contenuti. In queto modo, si sentiranno decisamente più coinvolti e motivati alla condivisione.

I dipendenti ambassador rappresenteranno il volto reale dell’azienda sui social. Il loro compito principale è, ovviamente, quello di condividere contenuti aziendali sui loro profili personali.

In questo modo, mostreranno il lato umano e i valori dell’azienda.

Tuttavia, il loro compito non si limiterà alla condivisione. Dovranno anche interagire con il pubblico, rispondere a domande, commenti e discussioni legate al brand.

Best practices per un programma di advocacy di successo

Perché un programma di employer advocacy dia realmente i suoi frutti, infine, bisogna ricordare che esistono tutta una serie di best practice da seguire. Innanzitutto, vanno condivisi solamente contenuti coinvolgenti. I post devono essere rilevanti, interessanti e capaci di stimolare la conversazione. Il che presuppone una preventiva analisi del pubblico target e dei suoi interessi.

Da non dimenticare, poi, la fase del monitoraggio. Misurare costantemente le performance del programma permette non solo di adattarlo alle necessità aziendali, ma anche ai feedback degli utenti.

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Alessia Seminara
Giornalista pubblicista, copywriter e web editor. Dopo la formazione universitaria, ho deciso di intraprendere vari percorsi formativi che mi hanno consentito di iniziare a lavorare per il web. Collaboro con diverse testate giornalistiche online e mi occupo di copy e scrittura per vari siti web.
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