Digital Mindset: cos'è e come svilupparlo nel contesto digitale.
In un mondo e in un contesto digitale in continua evoluzione è d’obbligo sviluppare il digital mindset. Un approccio mentale aperto ed elastico, con la fluidità necessaria per non restare indietro. Sul lavoro, nello studio ma anche nel quotidiano.
Esistono teorie e schemi legati a questo concetto che di recente ha acquisito visibilità. Partendo dalla sua definizione si può capire come svilupparlo e mantenerlo.
Digital mindset, cosa significa questo binomio
Cosa si intende per mindset? il termine angolofono comprende il modo di pensare e le convinzioni di ciascuno. Questo termine è di rilievo nella psicologia cognitiva perché rappresenta il filtro con cui le persone trattengono le informazioni. Il cervello trattiene alcune cose e ne dimentica altre. Dunque al mindset è legato anche il modo di reagire, in base a ciò che tratteniamo ed elaboriamo.
Questo approccio mentale non resta fisso durante la vita dell’individuo, tende a evolvere in base ad esperienze e studi svolti. A seconda dell’ambito delle decisioni da prendere può già apparire mutevole. Ma perché si parla di digital mindset?
La parola digital che gli è legata fa riferimento all’ambito informatico, ed elettronico per indicare ciò che si rappresenta in maniera discreta con i numeri. Digit in inglese infatti significa cifra. Il digitale si contrappone all’espressione analogica, che richiede i numeri complessi.
Uniti nell’espressione digital mindset i due termini descrivono la capacità di sviluppare attitudine al cambiamento nel contesto dell’evoluzione digitale e tecnologica. Curiosità e buona disposizione ai cambiamenti, atteggiamento positivo e versatilità sono ottime basi su cui costruirlo.
Componente cognitiva e d’azione
Nel digital mindset si individuano due aspetti che agendo insieme ne determinano le potenzialità. La prima è detta componente cognitiva e la seconda componente d’azione o attiva. Sono vincolate l’una all’altra ma riguardano aspetti differenti. Ecco perché:
- La componente cognitiva è dovuta in primo luogo alla conoscenza effettiva che si ha riguardo al mondo del digitale. Quindi sia gli aspetti teorici che possono derivare dagli studi sia l’abitudine al suo utilizzo nel quotidiano, per esempio a casa o a lavoro. Informarsi quotidianamente sulle novità tecnologiche contribuisce a sviluppare bene questo aspetto.
- La componente d’azione del digital mindset è legata alla capacità di scegliere e mettersi in gioco. Rifiutare per esempio una soluzione digitale più all’avanguardia non è per forza segno di poca predisposizione. Valutare quale sia l’alternativa migliore è un aspetto di questo tipo di mindset che richiede attenzione e una buona base di conoscenza pregressa.
Growth mindset e fixed mindset
La componente d’azione del digital mindset come accennato prevede la necessità di fare un bilancio fra innovazione e praticità. I progressi nel digitale possono agevolare o complicare alcune mansioni a seconda di come vengono applicati e quando. Ecco perché occorre moderare la propria impostazione mentale fra i due estremi del growth mindset e del fixed mindset.
Il growth digital mindset è l’approccio di chi vuole osare e tentare sempre nuove strade e nuove soluzioni. Una forma mentis basata su un sempre vivo desiderio di apprendere e che vede gli ostacoli come occasioni per mettersi alla prova. Chi lo possiede non si lascia mai scoraggiare dagli errori e dimostra tenacia nel proseguire.
Viceversa, il fixed mindset è simbolo di staticità e spesso è considerato sinonimo di pigrizia. Le sfide e le avversità per questo modello mentale sono situazioni da evitare e da rifuggire. La prudenza è la regola e non c’è spazio per soluzioni innovative, e la paura di sbagliare è sempre presente. Si arriva ad autolimitarsi se si pratica con troppa fede questo atteggiamento.
Appare evidente che entrambi questi digital mindset possano rivelarsi dannosi in determinati contesti. Un desiderio troppo forte di tentare strade appena battute può portare a non valutare bene i rischi. Allo stesso modo essere impermeabili all’innovazione one forti limiti sul lungo periodo. Come diceva Orazio est modus in rebus.
Una soft skill vera e propria?
Dall’arrivo del lavoro agile più comunemente definito smart working avere una mente aperta al cambiamento è diventato quasi tassativo. A partire dalla scuola, dove si è dovuto dare l’addio alla nostalgica lavagna per affidarsi interamente alla DAD causa pandemia. Un semplice esempio, ma vista l’emergenza molti docenti che fino ad allora avevano rifuggito il digitale hanno dovuto rassegnarsi.