Cooperative: tipi, normativa e differenze
Le cooperative rappresentano una forma giuridica d’impresa fondata sui principi della mutualità, della solidarietà e della partecipazione democratica. Questo modello, alternativo rispetto alle imprese tradizionali, si è diffuso in molteplici settori economici, dal sociale all’agricoltura, dalla produzione industriale ai servizi, offrendo risposte efficaci a bisogni collettivi. Le cooperative si basano su un sistema di governance inclusivo, dove ogni socio ha pari diritto di voto, indipendentemente dal capitale investito. Questa caratteristica le rende strumenti privilegiati per promuovere l’equità e il coinvolgimento attivo nelle scelte economiche.
L’articolo che segue approfondisce il concetto di cooperative, analizzando i diversi tipi esistenti, la normativa di riferimento e le principali differenze con le imprese tradizionali. Saranno, inoltre, trattate in dettaglio le cooperative di lavoro e le cooperative sociali, due tra le forme più rappresentative di questo modello organizzativo.
Cooperative: caratteristiche e tipi esistenti
Le cooperative sono società fondate per fornire beni, servizi o opportunità di lavoro ai propri soci.
La loro caratteristica principale è l’orientamento mutualistico, che si traduce nella prevalenza dello scambio con i soci rispetto al mercato. Le strutture cooperative operano secondo il principio una testa, un voto, indipendentemente dal capitale conferito, e sono ispirate a valori di equità, democrazia economica e sviluppo sostenibile.
I principali tipi di strutture cooperative riconosciuti in Italia includono:
- cooperative di lavoro, i soci lavorano nella cooperativa stessa;
- cooperative sociali, offrono servizi sociali o inserimento lavorativo di persone svantaggiate;
- cooperative agricole, legate alla produzione e trasformazione agricola;
- cooperative di consumo, acquistano beni e servizi per conto dei soci;
- cooperative di abitazione, costruiscono o gestiscono immobili per i soci;
- cooperative di credito, operano nel settore finanziario (come le BCC).
Ogni tipo ha scopi specifici, ma tutti condividono una struttura democratica e l’obiettivo di promuovere il benessere dei soci. Le organizzazioni cooperative possono essere a mutualità prevalente o non prevalente, a seconda del grado di interazione economica con i propri membri.
Cooperative di lavoro: organizzazione e finalità dei soci lavoratori
Le cooperative di lavoro nascono con lo scopo di offrire occupazione stabile e dignitosa ai propri soci, garantendo la partecipazione diretta nella gestione dell’impresa. In queste imprese mutualistiche i soci sono anche lavoratori, ossia contribuiscono con il proprio lavoro e partecipano alle decisioni strategiche.
Il contratto tra cooperativa e socio lavoratore è regolato dalla Legge 142/2001, che distingue tra rapporto associativo e rapporto di lavoro. Questo doppio legame consente al socio lavoratore di essere parte attiva nella definizione degli obiettivi dell’impresa, beneficiando anche dei risultati economici ottenuti.
Le cooperative di lavoro operano in svariati settori: edilizia, logistica, servizi ambientali, manifattura, turismo e cultura. La gestione democratica e la possibilità di reinvestire gli utili per creare nuova occupazione rendono questo modello particolarmente adatto in tempi di crisi o in aree a rischio di disoccupazione.
Cooperative sociali: funzioni, beneficiari e impatto sul territorio
Le cooperative sociali sono regolate dalla Legge 381/1991 e si dividono in due categorie principali:
- tipo A, gestiscono servizi socio-sanitari ed educativi (ad esempio assistenza domiciliare, servizi per l’infanzia o per anziani);
- tipo B, si occupano dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate (disabili, ex detenuti, tossicodipendenti, ecc.).
Lo scopo delle cooperative sociali è duplice: da un lato offrire servizi essenziali alla comunità, dall’altro promuovere l’inclusione sociale e lavorativa. Il loro operato ha un forte impatto sul territorio, migliorando la qualità della vita e creando coesione sociale.
Le cooperative sociali possono accedere a finanziamenti pubblici e bandi dedicati, proprio in virtù del loro ruolo nel welfare. Spesso, inoltre, collaborano con enti pubblici, organizzazioni non profit e fondazioni, costituendo una rete di intervento capillare.
Società cooperative : normativa di riferimento e principi costitutivi
La normativa che disciplina le società cooperative in Italia ha origini lontane, ma è stata rafforzata e aggiornata nel tempo. La Costituzione Italiana, all’articolo 45, riconosce il valore sociale della cooperazione a carattere mutualistico.
La base normativa generale è rappresentata dal Codice Civile (articoli 2511-2548), che ne definisce le caratteristiche essenziali.
Oltre al Codice Civile, le principali leggi di riferimento sono:
- Legge Basevi (59/1992), incentiva le cooperative a mutualità prevalente e introduce il concetto di ristorno ai soci;
- Legge 381/1991, regola le cooperative sociali;
- Legge 142/2001, disciplina il rapporto di lavoro dei soci;
- Decreto Legislativo 112/2017, tratta dell’impresa sociale, categoria in cui alcune cooperative sociali possono rientrare.
Le cooperative sono soggette al controllo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e, in molti casi, aderiscono a centrali cooperative (come Legacoop, Confcooperative, AGCI) che ne supportano lo sviluppo.
Imprese mutualistiche: differenze con le imprese tradizionali e vantaggi
Le imprese mutualistiche si distinguono dalle imprese tradizionali (come le S.r.l. o le S.p.A.) sotto diversi profili, tra cui:
- finalità, mentre le imprese tradizionali mirano al profitto degli investitori, le cooperative privilegiano il benessere dei soci e della comunità;
- gestione, nelle cooperative vige il principio democratico una testa, un voto, invece nelle imprese capitalistiche il potere decisionale è proporzionale al capitale investito;
- distribuzione degli utili, nelle cooperative è limitata; la maggior parte degli utili nelle imprese tradizionali viene reinvestita o distribuita sotto forma di ristorno ai soci, in base all’attività svolta;
- fiscalità, le cooperative a mutualità prevalente godono di vantaggi fiscali, purché rispettino specifici requisiti.
Queste differenze rendono le cooperative più resilienti in tempo di crisi, con un basso tasso di fallimento rispetto alle imprese tradizionali, grazie alla coesione sociale e alla flessibilità interna.
Cooperative: prospettive future e ruolo nella transizione sociale ed economica
Le entità cooperative stanno dimostrando una straordinaria capacità di adattamento ai cambiamenti economici e sociali, offrendo modelli imprenditoriali sostenibili e inclusivi. Con l’emergere di nuove sfide — come la transizione ecologica, la digitalizzazione e l’invecchiamento della popolazione — il ruolo delle cooperative potrebbe diventare ancora più centrale.
Le cooperative di lavoro, in particolare, possono rappresentare una risposta concreta alla precarietà e alla disoccupazione, offrendo opportunità reali di autoimprenditorialità condivisa. Le cooperative sociali, allo stesso modo, sono sempre più coinvolte nella gestione di servizi pubblici e comunitari, rafforzando il legame tra cittadino e territorio.
Le società cooperative, in conclusione, costituiscono un modello economico alternativo e partecipativo, in grado di coniugare efficienza e solidarietà, impresa e inclusione. In un contesto globale che richiede innovazione e giustizia sociale, le cooperative si candidano a essere protagoniste di un nuovo paradigma economico.