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Cianuro: proprietà, reazioni e composti ionici

Cianuro: proprietà, reazioni e composti ionici

Cianuro - proprietà, reazioni e composti ionici
  • Nausicaa Tecchio
  • 17 Dicembre 2025
  • Consigli per lo studio
  • 5 minuti

Cianuro: proprietà, reazioni e composti ionici

Basta sfogliare due o tre racconti gialli per trovare almeno un riferimento al cianuro, uno dei veleni più conosciuti insieme all’arsenico per la sua pericolosità. L’altra caratteristica che lo rende noto è il suo odore caratteristico che ha nel momento in cui viene inumidito, che ricorda le mandorle amare e considerato gradevole.

Di seguito analizzeremo questa sostanza esaminando con attenzione da dove si produce e che effetti ha, focalizzandoci in particolare sulla sua tossicità. Innanzitutto dobbiamo precisare che si tratta di un anione che deriva dalla dissociazione dall’acido cianidrico (HCN  <=> H+ + CN-) e si compone di un atomo di azoto e uno di carbonio.

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La tossicità del cianuro

Lo ione CN- come accennato ha un’azione tossica forte e molto rapida se si ingerisce un suo sale o lo si inala sotto forma di gas. Una volta entrato nell’organismo infatti il CN- va ad agire a livello dell’enzima chiamato citocromo-c ossidasi. Appartiene alla classe delle ossidoreduttasi ed è presente nei mitocondri, gli organelli dove avviene la respirazione cellulare. 

Le unità redox che fanno parte del complesso enzimatico citocromo-c ossidasi sono i citocromi a e a3, che nella propria struttura presentano un atomo di ferro (Fe2+). Legandosi a questo ione ferroso il cianuro può impedire che questo leghi l’ossigeno interrompendo la catena di trasporto degli elettroni che conclude la respirazione cellulare. 

Interrompendo questo processo la produzione di ATP necessaria al nostro organismo subisce un crollo rapido. Gli elettroni non procedono lungo la catena respiratoria e gli atomi di idrogeno smettono di passare attraverso la pompa protonica. Di conseguenza l’ATPasi trasportante H+ non ha più modo di funzionare.

Il risultato a livello dell’organismo è che mancando l’energia gli organi non sono più in grado di funzionare come dovrebbero. Tuttavia lo ione CN- non è l’unico veleno in grado di inibire il complesso citocromo-c ossidasi. Infatti anche l’antimicina A e il sodio azide possono provocare lo stesso effetto se ingeriti. 

Dove si trova in natura 

Quando parliamo di cianuro occorre precisare se si tratti di quello inorganico, ovvero contenuto nei sali, oppure di quello presente in alcuni tessuti organici. Tra i sali che contengono lo ione CN- troviamo il KCN, che si usa per la preparazione di un gran numero di sali a base di potassio e sodio. Oppure il cloruro di cianogeno (CICN), usato come arma chimica. 

Parliamo invece di CN organico per riferirci a quello che troviamo nei vegetali o nei funghi, per esempio all’interno dell’amigdalina (C20H27NO11). Si tratta di un glicoside presente nelle mandorle amare oltre che nei noccioli delle albicocche, delle pesche e delle ciliegie (in generale nei semi delle Rosacee). Quando va incontro a un processo di idrolisi enzimatica l’amigdalina può rilasciare acido cianidrico. 

All’intero di una mandorla amara troviamo un milligrammo di HCN, che poi nell’organismo libera lo ione cianuro. Per uccidere un bambino serve che ingerisca circa una decina di mandorle amare in una volta sola. Per un adulto la dose letale è 5 o 6 volte maggiore, dunque una quantità pari a 50 o 60 mandorle. L’amigdalina spesso è nominata anche come vitamina B17.

La sintesi di questo glicoside richiede una cianidrina (il mandelonitrile) e un disaccaride formato da due molecole di D-glucosio. Di per sé rimane una molecola poco reattiva, che va incontro a idrolisi in presenza dell’enzima β-glucosidasi. Sperimentalmente si può ottenere la liberazione di HCN anche aggiungendo al glicoside dell’acido solforico. 

Gli impieghi industriali del cianuro 

Come abbiamo visto prima nominando i sali lo ione CN- può legarsi ai metalli alcalini (gli elementi del I° gruppo della tavola periodica). Sotto forma di NaCN o KCN permette di produrre nitrili, composti organici con il gruppo funzionale −C≡N. Li troviamo per esempio nelle gomme nitriliche, usate per produrre guanti monouso in sostituzione del lattice.

Sono anche la base di partenza per le colle cianoacriliche, che hanno un forte potere adesivo verso plastiche, legno e metallo. Appena esposte all’umidità formano legami forti in pochi secondi (si parla anche di colle istantanee). Tuttavia ad avere un impiego più largo è proprio l’acido cianidrico, o cianuro di idrogeno (HCN).

A livello industriale si sintetizza utilizzando il processo Andrussow, a partire da metano (CH4) e ammoniaca (NH3) e sfruttando il platino come catalizzatore. Senza infatti la resa di reazione è appena del 10% e viste le alte temperature che richiede sarebbe uno spreco enorme. Per i processi di estrazione mineraria l’HCN ha un ruolo importante.

Altri usi possibili dell’acido cianidrico sono la sintesi di esplosivi, dato che è in grado di detonare in presenza di fumigato di mercurio. La sua capacità esplosiva è il motivo per cui il trasporto ferroviario non è sicuro, anche se in forma stabilizzata. Si usa anche per la fumigazione, un processo di disinfestazione usato per vecchi edifici. 

L’impiego durante la Seconda Guerra Mondiale 

Come accennato prima il cianuro risulta tossico non solo quando viene ingerito ma anche se lo si inala.
Alla base del famigerato Zyklon B, il gas utilizzato nelle camere a gas dei campi di sterminio, c’era proprio l’acido cianidrico. A registrarne il brevetto fu uno scienziato ebreo tedesco di nome  Fritz Haber, che lo aveva sviluppato per usarlo come insetticida.
 
Il gas era classificato con le lettere dalla A alla F in base alla sua concentrazione e uso. Lo Zyklon B si presentava sotto forma di granuli di colore bluastro fatti di legno o terra e impregnanti di acido cianidrico. La prima volta che lo si usò per eliminare chi era imprigionato nei campi di sterminio fu ad Auschwitz nel settembre del 1941. In quell’occasione rimasero uccisi 600 prigionieri russi e 250 polacchi catturati in guerra. 
 
Una volta che l’HCN di cui erano impregnati i granuli evaporava era questione di pochi minuti (meno di 10) prima che chi veniva introdotto nelle camere cadesse a terra senza vita. Lo Zyklon B scendeva da apposite aperture inserite nel soffitto delle camere, e da qui viene il macabro parallelismo con le docce.
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