Il ministro dell’istruzione Lucia Azzolina, intervistata su Sky Tg24 a inizio maggio ha confermato che non si tornerà a scuola prima di settembre.
A causa dell’’emergenza sanitaria dovuta al covid-19, la didattica è stata interrotta a inizio marzo. Il provvedimento è stato prorogato diverse volte ed è subentrata fin da subito la didattica a distanza, con lezioni virtuali
. La decisione finale è stata quella di non riaprire le aule fino al prossimo anno scolastico e di far concludere agli alunni le lezioni in questa nuova modalità.
A settembre didattica metà online metà presenziale
Il Governo sta già ragionando sulla ripresa a settembre, prendendo in esame diverse opzioni. La soluzione più probabile prevede una didattica mista con metà degli studenti in classe e metà collegata da casa, su turni di metà settimana. Se il Coronavirus non verrà definitivamente sconfitto, non sarà possibile far tornare gli alunni in classi da 28 o 30, proprio per evitare gli assembramenti. Le cosiddette “classi pollaio” con più di 26 alunni, già molto criticate, non saranno più possibili.
Questa soluzione avanzata dal Governo permetterebbe di mantenere la socialità e portare avanti il programma ed è più probabile rispetto ad altre, come i doppi turni per le lezioni divise tra mattina e pomeriggio.
Azzolina: fondamentale il rientro a scuola
Secondo il ministro, i bambini devono tornare a scuola il prima possibile. Il diritto allo studio è uno dei diritti fondamentali riconosciuto anche nella Dichiarazione dei diritti umani dell’Onu.
La presenza in classe è fondamentale in particolare per i più piccoli delle elementari, che stanno costruendo le basi della loro istruzione, imparando a leggere e a scrivere. Loro più di tutti hanno bisogno di mantenere la socialità e di interagire con gli altri. Proprio per loro, però, è più difficile mantenere le regole di distanziamento sociale necessarie per garantire sicurezza sanitaria.
A questo proposito, ancora non si sa se sarà obbligatorio l’utilizzo della mascherina, dato che il comitato tecnico scientifico sta ancora lavorando sulle norme che dovranno essere applicate.
Una risposta alle esigenze delle famiglie
Sulla ripresa della scuola è importante dare delle risposte chiare e tempestive alle famiglie. A partire dal 4 maggio, progressivamente, i genitori torneranno a lavorare e necessitano di soluzioni per i figli, soprattutto quelli più piccoli.
Il Governo sta lavorando a un protocollo per permettere a piccoli gruppi di bambini, non più di quattro o cinque di essere seguiti, sempre in collaborazione con gli enti locali.