Analisi grammaticale: consigli utili e guida pratica
A distanza di molti anni dal termine delle lezioni di grammatica italiana, sempre più persone si ritrovano a dover fare i conti con quella che è una brutta bestia: l’analisi grammaticale.
Riuscirci non è affatto così difficile come potrebbe sembrare a prima vista. Del resto, si tratta semplicemente di compiere alcuni passaggi di elementare difficoltà associando a ogni parola di una frase un parte grammaticale che le corrisponde. L’esercizio è incluso una delle prove d’italiano… in terza media.
Analisi grammaticale: come iniziare?
Bisogna definire con precisione ogni singola parte della frase distinguendo le varie proprietà che sono:
- morfologiche;
- di numero;
- di genere.
Ogni parte della frase va collegata ad altri elementi della stessa.
Parti variabili e invariabili del discorso
Le parti variabili del discorso sono:
- il nome;
- l’articolo;
- l’aggettivo;
- il pronome;
- il verbo.
Sono chiamati così poiché possono contribuire a creare una flessione all’interno della frase a seconda della proprietà di numero o di genere.
Le parti invariabili del discorso, invece, sono da considerarsi:
- l’avverbio;
- la preposizione;
- la congiunzione;
- l’interiezione.
Queste non possono MAI subire delle modifiche dentro alla frase e hanno sempre una sola forma.
Sostantivo
Un qualsiasi sostantivo potrebbe essere classificato correttamente in relazione ad alcuni aspetti:
- La sua forma: primitivo (inderivato, ad esempio pane) oppure derivato (il paneficio), alterato (panino) oppure composto (acquaviva);
- Il suo significato: concreto (pallone), astratto (pensiero), comune (banana), proprio (Giacomo), individuale (allenatore), collettivo (persone).
- Genere e numero: maschile/femminile, singolare/plurale.
Articolo
Lo stesso vale anche per l’articolo che può essere:
- Determinativo (il, la, lo…), indeterminativo (una, uno, un), partitivo (dello, del, dei…);
- genere e numero: maschile/femminile, plurale o singolare.
Aggettivo
La classificazione avviene in base:
- alla categoria: qualificativo (cioè superlativo, comparativo o positivo ricordando che il comparativo si suddivide in quello di uguaglianza, minoranza e maggioranza mentre il superlativo in relativo e assoluto) e determinativo (indefinito, dimostrativo, possessivo, numerale, esclamativo e interrogativo);
- alla struttura: derivato, composto, alterato oppure primitivo;
- genere e numero: maschile/femminile, singolare/plurale.
Pronome
La classificazione avviene in base:
– alla categoria: personale, dimostrativo, interrogativo, possessivo, relativo, esclamativo oppure indefinito;
– genere e numero: maschile/femminile e singolare/plurale;
– persona (solo se riferita al pronome personale).
Verbo
Forse la parte più importante classificata in base:
- al genere: transitivo o intransitivo;
- alla funzione: predicativa, ausiliare, copulativa o d’appoggio;
- alla coniugazione: regolare, irregolare oppure impersonale;
- al modo: può essere indicativo semplice, composto, congiuntivo semplice, condizionale semplice o composto, gerundio semplice o composto e participio semplice o composto;
- alla persona e numero.
Avverbio
- Tipo: avverbio semplice o locuzione avverbiale; qualificativo (di modo);
- Determinativo: di luogo, di tempo, di qualità, di valutazione o interrogativi;
- Grado: superlativo, comparativo o positivo.
Preposizione
- Propria;
- Impropria;
- Prepositiva.
Congiunzione
- Semplice;
- Composta;
- locuzione congiuntiva;
- Funzione: coordinativa oppure subordinativa.
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