Le lettere dell'alfabeto spagnolo
L’alfabeto spagnolo è molto simile a quello italiano, seppur con piccole variazioni. Come per tutte le lingue, anche in questo caso è fondamentale impararlo in quanto la base della grammatica e, di conseguenza, della lettura.
Analizziamo insieme al meglio quali sono le lettere spagnole e quale la loro pronuncia corretta!
Indice
Basi di alfabeto spagnolo
Fino al 2010 l’alfabeto spagnolo era composto da 29 lettere: a, b, c, ch, d, e, f, g, h, i, j, k, l, ll, m, n, ñ, o, p, q, r, s, t, u, v, w, x, y, z.
Nel 2010, la Reale Accademia di Spagna ha introdotto una riforma, in vigore ancora oggi. Le nuove norme per l’ortografia hanno portato l’eliminazione di “ch” e “ll” in quanto considerate associazioni di lettere.
La scomparsa delle lettere “ch” e “ll” ha quindi modificato il totale delle lettere spagnole a 27: a, b, c, d, e, f, g, h, i, j, k, l, m, n, ñ, o, p, q, r, s, t, u, v, w, x, y, z.
Nello specifico, le differenze rispetto all’alfabeto nostrano si riscontrano in:
- c (ce): “k” davanti a “a”, “o”, “u”, come il “th” inglese davanti a “e” o “i”;
- g (ge): “g” dura come in italiano davanti a “a”, “o”, “u”, come la jota se davanti a “i” o “e”;
- ñ: come il “gn” italiano;
- v (ve): come una “b”;
- w (doble ve): pronunciata come una “v”;
- y (i): pronunciata come una “i” o come una “j” in base alla posizione nella parola;
- z (zeta): con il medesimo suono della lettera “c”, ovvero il “th” inglese, ma utilizzata davanti ad “a”, “o” e “u”.
Concetti chiave
Per imparare l’alfabeto spagnolo è necessario sapere l’ordine in cui si susseguono le lettere della lingua, come in italiano. Inoltre, entrambe le lingue sono fonetiche. Ciò significa che le lettere scritte vengono sempre pronunciate, ad eccezione della lettera H.
Allo stesso tempo lo spagnolo ha dei suoni diversi rispetto all’italiano e questo si riflette nelle difficoltà di pronuncia per alcune lettere o gruppi di lettere.
Per quanto riguarda la pronuncia, occorre sottolineare che:
- alcune consonanti hanno una pronuncia differente rispetto all’italiano: “b” e “v” si pronunciano entrambe come una “b” morbida, “c” davanti a “e” o “i” suona come il “th” inglese, e “j” si pronuncia come una “h” aspirata;
- le vocali principali sono cinque (a, e, i, o, u) più una semivocale (y) e hanno la medesima pronuncia dell’italiano;
- l’intonazione è molto importante e non sempre semplice da imparare. Per leggere le parole nel modo giusto, è necessario partire dalle singole lettere;
- le radici linguistiche sono nel latino volgare con influenze arabe, come l’italiano.
Nonostante la radice latina comune, lo spagnolo ha delle peculiarità che lo rendono diverso dall’italiano in molti aspetti, tra cui la pronuncia. Inoltre, proprio perché ci sono parecchie similitudini si corre il rischio di fare diversi errori di ortografia.
Per tutti questi motivi occorre sempre affidarsi a metodi d’apprendimento adeguati.
Pronuncia dell’alfabeto spagnolo
Abbiamo già fatto alcuno accenno alla pronuncia alla pronuncia dell’alfabeto spagnolo. Ora entriamo più a fondo.
Alcune lettere, infatti, cambiano suono in base alla vocale con cui si pronunciano. Nello specifico:
- C: ha due suoni diversi. Il primo forte (K) con le vocali A, O, U (casa=k asa), il secondo dolce (θ), accompagnato da E o I (cien=θjen);
- Q: questa lettera serve solo per la E e per la I, precedute da una U che non si pronuncia (queso=ke so);
- Z: ha un suono come la C dolce e si scrive solo con le vocali A, O ed U (zorro=θo řo);
- G: due suoni diversi di cui uno dolce con le vocali A, O e U (gato= ga to) e uno forte con E, I (gitano= xi ‘ta no);
- J: si scrive con tutte le vocali ed ha sempre un suono forte (jamón=xa ‘mon).
Esistono anche suoni speciali, tra cui:
- Y: due suoni, di cui uno da consonante (yo= jo) e uno da vocale (ley =‘le i);
- Ch: valido per tutte le vocali (Cha, Che, Chi, Cho, Chu). Ad esempio chico, (‘t∫i ko);
- B e V: in quanto si pronunciano uguali (beso= be so e vida =‘βi ða)
- R: di due tipi. La prima si pronuncia forte (rosa= ‘řo sa) e l’altra dolce ( para= ‘pa ra).
Un po’ di storia: dalle origini ai giorni nostri
Lo spagnolo è una lingua romanza neolatina, comparsa tra il VIII e il IX secolo, che deriva dal latino volgare usato in Cantabria dopo la fine dell’Impero Romano.
Infatti, i Romani, dopo aver sconfitto Cartaginesi, popoli iberici, baschi e celtici conquistano un territorio che nel 206 a.c. venne chiamato Hispania.
Questo, ad oggi, corrisponde a Spagna, Portogallo e penisola iberica.
Il dominio romano durò dal III al I secolo a.c. e portò alla romanizzazione della popolazione non solo dal punto di vista economico ma anche linguistico/culturale. D’altro lato, la distanza geografica tra Hispania e Roma provocò lo sviluppo di una versione del latino volgare, da cui poi è nato il castigliano.
Dopodiché, la successiva conquista araba del nell’VIII secolo d.c, ha anch’essa lasciato molte influenze sulle cadenze dialettali della penisola iberica. Ancora oggi, infatti, il castigliano conta più di 4.000 parole di origine araba utilizzati come termini comuni nel linguaggio quotidiano.
Lo spagnolo moderno, nato dal Regno di Castiglia (850-1516) e influenzato dall’eredità romana e araba precedente, conserva le stesse lettere dell’alfabeto latino con l’aggiunta di segni diacritici e la w inglese.
Come abbiamo analizzato insieme, l’alfabeto è la base della lettura e leggere permette di espandere la cultura imparando qualcosa di più sulla storia della Spagna!
Acquisisci competenze spendibili nel mondo del lavoro