Affinità elettronica: 3 informazioni utili da sapere
Per affinità elettronica si intende definire la quantità di energia rilasciata o assorbita da un elettrone quando allo stesso si aggiunge un atomo neutro isolato in fase gassosa per permettere la formazione di uno ione gassoso dotato di una carica pari a meno uno.
Questa grandezza si misura in Kj/mol e si indica con Ae. Una volta che il processo di unione è avvenuto l’atomo si trasforma in anione, ossia uno ione negativo.
Affinità elettronica degli elementi: positiva o negativa?
I valori dell’affinità possono essere positivi o negativi. Un valore positivo si ottiene quando l’energia creata tra l’unione di un elettrone con un atomo viene rilasciata. Un valore negativo, invece, si crea nel momento in cui si necessita di fornire energia per legare l’elettrone con l’atomo. Quindi se Ae è maggiore di zero viene liberata energia, altrimenti la stessa deve essere fornita.
In linea generale si può dire che un valore negativo si ottiene quando si ha una reazione esotermica o spontanea mentre un valore negativo si ottiene quando la reazione deriva da processi endotermici.
Per verificare i diversi valori in chimica è sufficiente consultare la Tavola periodica degli elementi dalla quale si evince che l’affinità aumenta da sinistra verso destra e diminuisce dall’alto verso il basso.
In chimica la maggior parte degli elementi hanno convenzionalmente una affinità elettronica di tipo negativo. In pratica questo significa che gli stessi elementi non hanno bisogno di energia per aggiungere un elettrone ma diversamente la rilasciano.
Ogni elemento ha un’affinità elettronica negativa diversa. In linea generale si può affermare che gli elementi che non fanno parte della categoria dei metalli hanno una negatività maggiore.
Come si comporta l’affinità elettronica
Prima di vedere come si muove l’affinità elettronica occorre dire che, salvo alcune eccezioni molto rare, la stessa aumenta dirigendosi verso la destra del periodo e diminuisce quando scende nel gruppo. Questo succede perché andando a destra del periodo diminuisce il raggio e aumentano gli elettroni per cui è molto semplice che l’atomo raggiunga la sua stabilità massima. Quando invece si scende nel gruppo principale della tavola periodica l’affinità diminuisce poiché gli elettroni iniziano a esercitare una forza repulsiva che destabilizza l’atomo.
Più la grandezza Ae è maggiore di zero e più sarà caratterizzata da stabilità l’unione che si è formata tra l’elettrone e l’atomo neutro.
Nella Tavola periodica degli elementi è possibile verificare che un elettrone, per aggiungersi ai gas nobili, deve occupare un orbitale esterno che si trova molto lontano dal nucleo, per cui i gas nobili hanno affinità negativa.
Fattori che influenzano l’affinità elettronica
Uno dei fattori che influenza maggiormente l’affinità è l’elettronegatività. Quest’ultima rappresenta il potere attrattivo di un atomo verso un elettrone e dipende dall’energia di ionizzazione e, ovviamente, dall’affinità. Gli atomi definiti elettronegativi tendono ad acquisire gli elettroni in maniera maggiore rispetto al normale: il fluoro, infatti, ha un’affinità molto alta.