L'importanza degli accenti in francese
Gli accenti in francese sono sempre difficili da padroneggiare. È però importante saperlo fare perché possono cambiare la pronuncia o il significato di una parola.
Analizziamo insieme quali sono e alcune regole utili da memorizzare per impararli in modo rapido e permanente!
Indice
Cosa è necessario sapere sugli accenti in francese
Gli accenti in francese vengono utilizzati sia per indicare la corretta pronuncia di una vocale sia per distinguere due parole scritte nello stesso modo con significati diversi.
Innanzitutto, è importante non confondere gli accenti tonici con quelli scritti.
I primi indicano dove si trova l’accento nella frase e sono sempre posizionati sull’ultima vocale alla fine di un gruppo di parole. Gli accenti scritti, invece, non indicano dove si trova l’accento tonico nella frase ma cambiano la pronuncia di una vocale o il significato di una parola.
Ad oggi, si distinguono tre tipologie differenti d’accento, come vedremo meglio in seguito: acuto, grave e circonflesso.
Saperli distinguere e costruire in modo corretto è importante perché possono cambiare la pronuncia e/o il significato di una parola, soprattutto per quanto riguarda l’accento acuto e quello grave. Il circonflesso, invece, non cambia la pronuncia di una parola, ma viene utilizzato per distinguere alcuni omonimi.
Oltre ad essi, al contrario dell’italiano, esistono anche la dieresi e la cediglia. La dieresi viene utilizzata sulle vocali i, e, u quando sono seguite subito dopo da un’altra vocale, per specificare che vanno pronunciate separatamente.
Ad esempio: le Noël = il Natale. La cediglia invece è un segno grafico che viene aggiunto alla lettera c, rendendone la pronuncia uguale a quella di una s. Ad esempio: français= francese.
I tre principali accenti in francese
Nella lingua francese si distinguono tre differenti tipologie di accenti:
- acuti (é): utilizzato unicamente sulla vocale e, ne modifica la pronuncia rendendola un suono chiuso. Si trova sulla e quando è la prima lettera o l’ultima di una parola e se è seguita unicamente dalla s del plurale. E ancora: quando la e chiusa viene seguita da d, f, r, z in finale di parola o da x, quando viene seguita da una doppia consonante o fa parte di una parola che termina in -et. Ad esempio: un exercice o un bouquet.
- gravi (è): utilizzato sulle vocali a, e, u, modifica unicamente la pronuncia della e, che viene pronunciata con un suono aperto. Si trova sulla e in parole che al singolare terminano con -es o che precede due o più consonanti quando la seconda è una l o una r. E ancora: sulla a finale di alcune parole, nonostante in questo caso la pronuncia non si modifichi. Ad esempio: après, très, voilà.
- circonflessi (ê): utilizzato sulle vocali a, e, i, o, u. Per tutte le vocali tranne la e la pronuncia del suono viene allungato. Per quanto riguarda la e, invece, il suono viene aperto. Si trova spesso su due omografi distinte unicamente dalla presenza dell’accento e nei pronomi possessivi. Ad esempio sûr o nôtre.
Regole utili da memorizzare
Alcune regole da memorizzare che possono essere utili per imparare gli accenti in francese sono:
- non va mai segnato l’accento tonico o d’intensità. Esso, al contrario dell’italiano, cade automaticamente sull’ultima sillaba sonora di una parola o di un gruppo di parole. Inoltre, la e muta o atona non hai mai l’accento;
- l’accento acuto si trova solo sulla vocale e in quanto serve a indicare la pronuncia chiusa. Esso si segna quando la vocale chiusa è seguita da una sola consonante o da una vocale con la quale non forma una combinazione di lettere o è chiusa è in fine di parola;
- quello grave sulla vocale e serve a indicare la pronuncia aperta e si segna quando la vocale aperta è seguita da una sola consonante o un solo suono consonantico e nella sillaba successiva c’è una e muta;
- l’accento circonflesso sulle vocali â ê î ô û indica la soppressione di una –S dapprima esistente nella lingua che poi, con il tempo smise di essere pronunciata, e in certe parole indica la scomparsa di una e prima di una vocale. Ad esempio: pâte, prima paste = pasta in italiano e âge, prima e/age= età.
Ad ogni modo la presenza del circonflesso è una questione puramente lessicale che non va mai ad intaccare la pronuncia.
Origini e curiosità storiche
Come abbiamo analizzato insieme finora, esistono tre accenti, acuto, grave e circonflesso, comparsi gradualmente nella lingua.
Infatti, a partire dal Rinascimento i caratteri latini sono diventati insufficienti per trascrivere la diversità dei suoni del francese. Si decise quindi di utilizzare lettere diacritiche, ovvero in grado di modificare la pronuncia della vocale che le precedeva.
Per fornire una precisione fonetica, nel XVI secolo, vennero poi aggiunti dei segni sopra le lettere di una parola: gli accenti. Il primo a comparire fu quello acuto, utilizzato inizialmente solo alla fine delle parole. Subito a seguire arrivò poi l’accento grave, utile per distinguere la vocale aperta (è) da quella chiusa (é), fino ad allora scritte allo stesso modo. Infine, fu il turno dell’accento circonflesso, che sostituiva generalmente una “s” o una vocale lunga.
Occorre sottolineare che, all’epoca, l’idea di adottare questi accenti non ebbe un consenso unanime. Ad ogni modo, essi iniziarono ad essere sempre più utilizzati. Nel 1990 il Consiglio superiore della lingua francese propose di ridurre l’uso dell’accento circonflesso. La proposta faceva parte di una serie di misure volte a semplificare l’ortografia della lingua. Ad ogni modo, esso, ancor oggi, è mantenuto sulle vocali “a”, “e” e “o”, ma non è più obbligatorio su “i” e “u”. Resta comunque fondamentale per distinguere gli omonimi e differenziare alcune forme verbali.
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