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Cellulari in classe: arriva il divieto ufficiale del Ministero

Cellulari in classe: arriva il divieto ufficiale del Ministero

Cellulari a scuola arriva il divieto ufficiale del Ministero
  • Nausicaa Tecchio
  • 27 Febbraio 2023
  • News
  • 4 minuti

Cellulari in classe: arriva il divieto ufficiale del Ministero

Il 20 dicembre 2022 è stata diffusa la circolare contro l’uso dei cellulari all’interno delle classi. Un divieto che di fatto esiste anche all’interno dei regolamenti scolastici e di quelli dei diversi compresivi ma che ora diventa ufficiale. Ci sono delle circostanze in cui l’utilizzo è permesso ma solamente qualora il dispositivo torni utile ai fini didattici. 

Un riferimento precedente circa la limitazione della possibilità di usare il cellulare è presente nella circolare n.30 del 15 marzo 2007. 

Indice
  1. Cellulari: un divieto in via generale 
  2. I danni provocati da dispositivi digitali 
  3. Progetti per limitare l’uso dei cellulari 
  4. Cosa ne pensano gli studenti?
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Cellulari: un divieto in via generale 

La circolare del 19 dicembre 20222 a firma del ministro Giuseppe Valditana di fatto non fa che ribadire quanto già specificato in passato. Il documento cita infatti lo Statuto delle studentesse e degli studenti, ossia la carta fondamentale per gli alunni della scuola secondaria.  Alle elementari per ora sono ancora rari gli episodi in cui i docenti si trovano in situazioni analoghe. 

La motivazione è principalmente il fatto che i cellulari così come tutti i dispositivi elettronici costituiscono una fonte di distrazione. In più il suo uso durante la lezione costituisce una grave mancanza di rispetto verso l’insegnante e si configura come un’infrazione disciplinare. Si tratta di frasi del 1998 ma ancora quanto mai attuali prese dallo Statuto sopra indicato.

Il divieto di utilizzo non è però totale perché lo smartphone o il tablet può tornare utile a fini didattici in determinate circostanze. Naturalmente occorre prima di tutto il consenso del docente perché gli studenti siano liberi di usare i dispositivi elettronici. I regolamenti scolastici dei singoli istituti possono all’occorrenza integrare queste linee guida.

Oltre a ribadire lo Statuto così come la circolare del 15/03/2007, il ministro Valditara ha voluto richiamare anche una relazione molto importante. Si tratta di quella relativa all’indagine approvata dalla 7ª Commissione Permanente del Senato della Repubblica. Un documento del 9 giugno 2021 che analizza l’impatto della tecnologia digitale sui ragazzi. 

 

I danni provocati da dispositivi digitali 

La relazione allegata alla circolare esordisce iniziando ad elencare i disturbi fisici che può far insorgere l’uso prolungato del telefono cellulare. La maggior parte è analoga ai rischi per la salute di chi lavora al videoterminale. Fra questi si possono citare i danni alla vista (miopia e presbiopia) e i disturbi muscolo scheletrici, soprattutto alla cervicale e alla schiena per la postura incurvata.

Oltre alle possibili ripercussioni a livello fisico occorre considerare anche i danni psicologici che derivano dalla dipendenza dal cellulare. Prima di tutto l’alienazione perché ci si lascia assuefare dai contatti virtuali trascurando invece quelli a contatto con gli altri. Segue anche l’insonnia, dovuta all’esposizione prolungata alla luce artificiale dello schermo. 

Dall’insonnia derivano altri problemi tra cui una maggiore predisposizione all’irascibilità e all’aggressività dovuta allo stress per la mancanza di riposo. Nella relazione si nomina anche una tendenza alla diminuzione di facoltà essenziali in ambito scolastico tra cui la capacità di memorizzazione. 

I pareri riportati sono quelli raccolti da diverse figure professionali (psicologi, neurologi, psichiatri…) chiamate a esprimersi. Il focus è evidente: permettere senza controllo l’uso di smartphone e altri dispositivi analoghi equivale a chiudere gli occhi davanti a un problema evidente. Come se si trattasse di una sostanza stupefacente, come precisato all’interno del documento. 

 

Progetti per limitare l’uso dei cellulari 

La circolare è un buon riferimento, ma dato che ampia libertà è lasciata ai regolamenti dei singoli istituti occorre che anche le scuole si impegnino. Ecco perché stanno già nascendo in tutta Italia delle iniziative su questa scia per incoraggiare gli studenti a staccarsi dal proprio smartphone. Un esempio lampante lo offre l’istituto professionale Luigi Einaudi di Ferrara.

Due classi di questa scuola superiore infatti hanno predisposto una bacheca a muro dove riporre i cellulari. Ogni studente ha il proprio comparto in stoffa con riportato il numero che ha nel registro. In più a entrambe le classi è stato chiesto di elaborare come progetto di gruppo un regolamento relativo all’uso del telefono a scuola.

Il gruppo che riuscirà a elaborare il risultato migliore vincerà un’uscita didattica da scegliere autonomamente fra i componenti. Si tratta di un progetto che non è solo, dato che molti professori puntano a sfruttare l’occasione come stimolo per i ragazzi. In altre scuole si pensa invece a riporre i dispositivi in una cassaforte per poi ridarli agli alunni durante la ricreazione.

Un aspetto da considerare un po’ trascurato però è che non sono solo gli studenti ad usare continuamente i cellulari. Anche molti docenti spesso e volentieri gettano un occhio allo smartphone durante la lezione. La speranza è che quindi il personale sia il primo a dare il buon esempio, altrimenti sarà inevitabile che nascano polemiche. 

Cosa ne pensano gli studenti?

Le risposte date dai ragazzi di fronte alle domande dei giornalisti sono varie. C’è chi riconosce senza problemi il fatto che i cellulari distraggano dalle lezioni e lo ritiene giusto. Ma anche chi pur ammettendo la necessità di qualche provvedimento non sembra accettare le nuove regole. Del resto dopo due anni di lunghi isolamenti in casa le cose ora faticano a tornare come prima. 
 
Prima del 2020 lo smartphone dava già problemi di distrazione in classe ma gli studenti non ne erano dipendenti ai livelli attuali. Chiusi in casa per l’ennesimo contatto o caso positivo, senza possibilità di interagire se non con i social o le videochiamate si cambia. Così ora che è possibile riprendere la normalità questa sembra fin troppo lontana nel tempo. 
 
In fondo durante le lezioni in DAD nessun docente poteva essere sicuro che i ragazzi non avessero i cellulari lì a fianco, a portata di mano. Anzi, possibile che per molti sia stato così per tutto il tempo, senza la supervisione diretta. La didattica a distanza ha forse aiutato gli universitari, ma ha lasciato fin troppo liberi i minorenni.
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