Valditara contro i diplomifici
Il termine “diplomifici” ormai appare scritto a chiare lette anche sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Stando alle parole del Ministro Giuseppe Valditara si tratta di un fenomeno che in Italia inizia a rappresentare un grosso problema. Avere in circolazione persone con titoli di studio comprati e per cui non c’è stato alcun impegno può portare per esempio a forti rischi per le aziende.
Per questo motivo oltre che per salvaguardare la legittimità delle istituzioni scolastiche il Ministro ha annunciato un piano straordinario di vigilanza. I maggiori controlli si concentreranno in particolare nelle regioni della Campania, del Lazio e della Sicilia. Al momento le scuole sospettate si stima che siano 92.
Che cosa sono i cosiddetti “diplomifici”
Già da qualche anno che questo termine è entrato in uso per sostituire l’espressione “fabbrica di diplomi”. Anche se detto in questo modo può sembrare un modo ironico per definire una scuola, il suo significato in realtà è letterale. Si tratta infatti di istituzioni scolastiche che dietro un lauto pagamento forniscono il diploma di maturità, senza richiedere la frequenza scolastica o dei voti sufficienti.
Gli studenti che si iscrivono a questi diplomifici cercano quindi una scorciatoia per ottenere un titolo di studio senza alcun impegno scolastico. Le strutture che generano sospetti sono scuole paritarie che contano un numero di iscritti molto alto rispetto alla media nazionale. In particolare se gli alunni entrano solo per il quinto anno, quello in cui si sostiene l’Esame di Stato.
I numeri che hanno messo in allarme il Miur sono stati quelli delle percentuali delle iscrizioni alle scuole paritarie. Ben il 4% dei maturandi risultava iscritto a questi istituti nel 2023. Ma soprattutto le iscrizioni a queste scuole aumentano di molto durante gli anni successivi al primo, probabilmente a cuasa dei ragazzi che arrivano da altre scuole superiori.
Secondo i dati a disposizione nelle “fabbriche di diplomi” il costo del titolo di studio può variare fra i 2.500 e 5.000 euro. Questa però è solo la media, dato che alcuni istituti arrivano a richiedere fino a 8.000 o persino 10.000 euro. E non mancano le scuole che offrono il recupero degli anni scolastici con modalità che appaiono quantomeno bizzarre.
Cosa andranno a verificare i controlli previsti
Per svelare la natura di diplomifici degli istituti sospettati prima ci saranno alcuni punti fondamentali su cui eseguire una verifica accurata. In particolare:
- La frequenza scolastica degli alunni. Uno degli indicatori che deve far nascere il sospetto sono le assenze assidue degli alunni. Come stabilito dal decreto la frequenza minima per superare l’anno scolastico è del 75% dei giorni. Ma già 15 assenze su un trimestre dovrebbero mettere in allarme le istituzioni scolastiche.
- Residenza e domicilio degli studenti iscritti. I “diplomifici” permettono l’iscrizione anche a studenti che risiedono o dimorano in altre città se non in altre regioni. A rigor di logica quindi è difficile che possano frequentare o che il trasferimento sia dovuto al fine di ottenere il diploma con più facilità.
- I risultati ottenuti dagli studenti. I controlli si concentreranno anche sul profitto scolastico e soprattutto sulla dovuta documentazione delle prove sostenute dagli alunni. Non c’è un minimo di prove richiesto, ma la loro mancanza o scarsità può essere un indizio importante.
L’inchiesta ad opera di Tuttoscuola sui diplomifici
Data la professionalità che le viene riconosciuta non c’è da sorprendersi che la questione dei diplomifici sia sorta proprio grazie a una sua indagine. In particolare Tuttoscuola ha redatto un dossier dal tutolo “Maturità: boom di diplomi facili” dove si evidenziava che fossero migliaia i diplomati su cui c’erano dei dubbi sulle modalità di acquisizione del titolo.
Le città dove secondo Tuttoscuola il fenomeno è più evidente sono Napoli, Caserta e Salerno. Qui infatti si è evidenziato un aumento degli studenti delle scuole paritarie molto più ampio rispetto a quanto avviene nelle altre province o regioni.