Università: la Ministra Bernini espone il programma
Durante il recente intervento in parlamento, il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha delineato il suo nuovo programma. Ha toccato diversi temi:
- diritto allo studio;
- orientamento;
- riforma degli ordinamenti;
- potenziamento dell’alta formazione artistica;
- disponibilità di maggiori fondi per la ricerca.
Le previsioni della Ministra Bernini sono che entro il 2026 sarà presente sul suolo italiano un dottore di ricerca ogni mille abitanti. Ma come raggiungere questo obiettivo? Scopriamolo insieme.
Chi è la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini
- 2008: è stata eletta deputata per il Popolo della libertà in quota Alleanza Nazionale;
- ministra per le Politiche Europee nel quarto governo Berlusconi con il Pdl i
- 2013: eletta senatrice con il Popolo della libertà, poi ha aderito a Forza Italia con cui si è candidata;
- 2018: eletta di nuovo al Senato;
- 2019: inserita da Berlusconi tra i membri di un nuovo Coordinamento del partito;
- 2021: promossa a ruolo di vicecoordinatrice nazionale di Forza Italia. E’ stata rieletta senatrice all’uninominale alle ultime elezioni politiche con il 54,65% dei consensi.
- DDL Cirinnà per la regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso;
- proposta di legge con la stepchild adoption. Ha infatti votato a favore del testo, in contrasto con il proprio gruppo parlamentare. A
- a sostegno alla creazione di un disegno di legge con misure di contrasto ai fenomeni di omofobia.
Situazione attuale italiana sulle Università
- stati ricordati anche i ritardi storici del nostro Paese sul tema;
- presentati dati e statistiche interessanti;
- discusso su ciò che è stato fatto fin qui dal Governo Draghi tramite il Piano di ripresa e resilienza;
- parlato delle modalità per superare i ritardi e applicare ciò che rimane da fare del Pnrr.
Bernini: programma universitario biennio 2022/2024
Il ministro Bernini ha spiegato i principali punti su cui ci saranno interventi nel biennio 2022/2024:
- diritto allo studio: l’obiettivo è di garantire pari accesso all’istruzione. Aumenteranno quindi il valore delle borse di studio e il numero di posti letto per gli studenti;
- orientamento: per ridurre il tasso di abbandono degli studi e aiutare compiere scelte coerenti con le proprie inclinazioni ed attitudini. Tenendo di certo anche conto delle esigenze del mercato del lavoro;
- riforma degli ordinamenti didattici dei corsi di laurea: possibile grazie a una maggiore flessibilità e competenze multidisciplinari;
- aumento della mobilità: immissione in ruolo di insegnanti di un’età media più bassa di quella attuale;
- incremento delle borse di studio per i dottorati: per scongiurare la dispersione delle competenze nel nostro Paese;
- formazione di un’ecosistema nazionale di ricerca: sfruttare i fondi del Pnrr per rafforzare la rete fra università, enti e imprese;
- finanziamento dei 180 migliori dipartimenti: per favorire il merito e l’eccellenza;
- consolidamento del sistema di alta formazione artistica, musicale e coreutica: creazione di veri e propri politecnici delle arti.
Come raggiungere gli obiettivi secondo la ministra Bernini
Anna Maria Bernini, già ministra per le Politiche europee, si è dichiarata ad ogni modo prudente su ciò che avverrà in ambito universitario nel biennio 2022/2024.
“In Italia, tra i giovani, i possessori di titolo terziario sono il 28,2 per cento, a fronte del 41,2 in Europa. E c’è una distanza parallela tra la formazione erogata e la richiesta del mercato del lavoro, pari a 42 punti percentuali. Nonostante il 90,9 per cento dei dottori di ricerca trovi un mestiere conseguente agli studi, nel nostro Paese solo una persona su mille arriva a questo livello di competenza. In Germania è il 2,1. Il numero dei dottori è in progressiva discesa e uno su cinque va a lavorare all’estero in una drammatica dispersione delle competenze, una costante e minuziosa distruzione del capitale umano”.
Un ultimo aspetto da ricordare è la mancata attrazione dell’Italia per gli studenti stranieri. Nelle Università infatti la quota di non italiani è di solo il 3%. In tutti gli altri Paesi decisamente maggiore, tra cui la Francia con il 9% e la Germania con il 12%.
Grande investimento post-Covid
La ministra Bernini ha inoltre riassunto come stessero procedendo gli investimenti a riguardo del Grande investimento post-Covid. I risultati riportano che il Miur ha raggiunto tutti gli obiettivi sugli 11,63 miliardi assegnati al suo ministero. Nel settore università e ricerca, non ci sarebbero quindi ritardi. Di idea opposta la presidente Giorgia Meloni e il ministro Giuseppe Valditara che si erano lamentati sui ritardi a livello d’istruzione.
Riassumendo i punti focali, la ministra Bernini ha spiegato che per gli Atenei ci saranno le seguenti novità in previsione:
- le borse di studio saranno aumentate in volume e numeri;
- i posti-letto per gli studenti fuorisede saliranno da 40.000 a 100.000 entro il 2026;
- in diverse città del Paese le imprese immobiliari stanno costruendo foresterie per studenti lontani da casa;
- aumenterà il numero dei docenti attingendo dai ricercatori grazie ai 740 milioni l’anno stanziati;
- l’età media dei professori italiani sarà abbassata;
- i migliori 180 dipartimenti pubblici e privati saranno finanziati con 1,355 miliardi.