Struttura e funzioni del tessuto cartilagineo
Tra i tessuti connettivi specializzati troviamo il tessuto cartilagineo, presente in diverse parti dell’organismo tra cui il naso, le articolazioni e l’orecchio esterno. La sua funzione principale è quella di dare sostegno all’organismo, tanto che forma lo scheletro del feto. Quando i bambini nascono hanno ancora buona parte delle ossa ricche di questo tessuto, ma con la crescita e la mineralizzazione si forma il tessuto osseo.
La cartilagine deriva dal mesenchima, ossia il tessuto connettivo dell’embrione. Nel dettaglio si forma a partire da punti specifici definiti centri di condrificazione. Sono accumuli cellulari che si formano nell’embrione a partire dalla quinta settimana di vita, producono collagene e una matrice extracellulare ialina.
Le cellule del tessuto cartilagineo: condroblasti e condrociti
In questo connettivo troviamo due tipi cellulari, entrambi di origine mesodermica. Prima di tutto ci sono i condroblasti, che sono cellule con un’attività biosintetica molto intensa. Al microscopio si presentano di forma ovale, con un diametro variabile fra i 10 e i 30 µm, con all’interno dei nucleoli molto evidenti a ridosso del nucleo.
Il compito dei condroblasti è produrre la matrice extracellulare del tessuto cartilagineo, che contiene collagene, acido ialuronico, acqua e glicoproteine. Si trovano a livello del pericondrio, una capsula di connettivo molto vascolarizzata che racchiude la cartilagine. Anche il pericondrio deriva dal mesenchima embrionale ed è formato da due strati, uno esterno fibroso e uno interno povero di fibre collagene.
L’attività dei condroblasti è regolata dall’ormone della crescita e dagli ormoni tiroidei. Sono però forme cellulari immature, perché la seconda tipologia di cellule che troviamo in questo tessuto sono i condrociti, ovvero lo stadio maturo delle stesse cellule. Il loro ruolo è quello di faciliare la diffusione dei nutrienti dai capillari alle cellule e a loro volta producono collagene, elastina e proteoglicani.
L’attività biosintetica dei condrociti è inferiore a quella dei condroblasti, ma si trovano incorporati all’interno della matrice extracellulare. I punti in cui si collocano i condrociti si chiamano lacune, e nelle cartilagini mature sono le uniche cellule presenti. Più che aumentare la cartilagine cercano di mantenere in condizioni stabili quella presente.
La cartilagine ialina
Si tratta della tipologia di tessuto cartilagineo più abbondante in assoluto nell’organismo. Si presenta traslucida e di colorazione bianco-bluastra, molto elastica e resistente alle sollecitazioni meccaniche. Ha una componente cellulare ridotta (il 4% della sua massa), è ricca d’acqua (60-80% della massa) ed è avvolta dal pericondrio.
Nella sua matrice extracellulare, detta capsula nella zona adiacente alle cellule, troviamo proteoglicani, fibre collagene II e metalloproteinasi e glicoproteine adesive.Durante la crescita la cartilagine ialina calcifica, poiché viene riassorbita e la matrice residua accumula sali di calcio perdendo la sua elasticità (diventa dura e compatta).
Nella persona adulta questo tessuto cartilagineo si trova sia nelle vie respiratorie superiori che a livello dei bronchi e della trachea. In queste ultime due strutture troviamo infatti degli anelli di cartilagine che danno supporto e resistenza, spessi circa 1 mm e a forma di ferro di cavallo. Nella regione posteriore infatti sono aperti e collegati da tessuto connettivo.
La cartilagine ialina si trova anche a livello delle articolazioni mobili e sui punti di inserzione delle costole vere e false sullo sterno. Quando si parla di costola fratturata infatti è possibile che a volte non sia la parte ossea ad aver subito il danno ma la cartilagine costale. Pur consentendo grande mobilità rimane un tessuto resistente alle sollecitazioni.
Il tessuto cartilagineo fibroso
Questa componente corporea detta anche fibrocartilagine si può considerare come una via di mezzo tra il tessuto connettivo denso e la cartilagine ialina. Contiene fibre di collagene I oltre a quelle di collagene II, che presentano una struttura rigida a tripla elica lunga circa 1.000 amminoacidi, e le fibre formano una rete fitta e resistente.
La matrice extracellulare presente in questo tipo di cartilagine è scarsa rispetto alla ialina mentre domina la componente fibrosa, da cui il nome. Grazie ai fasci di fibre collagene I risulta molto resistente alla compressione, ma poco elastica. Non presenta la membrana del pericondrio, ma risulta sempre associata a del tessuto connettivo denso.
La componente cellulare di questo tessuto cartilagineo vede un basso numero di condrociti, per la maggior parte isolati tra di loro o raggruppati in file. Il contenuto di acqua è basso e così anche quello dei proteoglicani. Adesso però vediamo qual è localizzazione per capire meglio il suo ruolo.
Nel corpo umano la cartilagine fibrosa va a comporre i dischi intervertebrali. Si tratta delle strutture che separano le vertebre l’una dall’altra e svolgono una funzione ammortizzante, attenuando la pressione dovuta ai movimenti. Consentono però solo movimenti minimi, e infatti entrano a far parte di un’anfiartrosi (articolazione semimobile). La cartilagine fibrosa c’è anche a livello della sinfisi pubica e dei menischi del ginocchio.
La cartilagine elastica
Un errore comune è quello di confondere fra di loro due tipologia di tessuto cartilagineo, che sono la cartilagine ialina e quella elastica. Una prima differenza però è evidente anche solo guardandole, perché a differenza dalla colorazione bianco-bluastra tipica della ialina la cartilagine elastica si presenta giallastra e opaca anziché traslucida. Un punto in comune per è la presenza del pericondrio ad avvolgerlo.
Nel nostro organismo la cartilagine elastica forma i due padiglioni auricolari, la parte visibile dell’orecchio esterno che chiamiamo semplicemente orecchie. Si tratta anche del tessuto che forma l’epiglottide, la struttura che si abbassa durante la deglutizione per chiudere l’apertura della laringe e dirigerlo verso la faringe.
Sono fatti di cartilagine elastica anche la laringe e i piccoli bronchi. Grazie all’elasticità questo tessuto sopporta senza problemi le pressioni e ritorna sempre alla forma originaria.