Supporto psicologico: solo il 13,8% degli studenti con la pandemia si è affidato all'ateneo
I dati sul supporto psicologico parlano chiaro: buona parte degli studenti universitari, durante il periodo clou del Covid-19, ha avuto necessità di supporto.
Tuttavia, quel che emerge da un’analisi compiuta a livello nazionale è che la maggior parte degli studenti ha deciso di non rivolgersi al proprio ateneo.
Analizziamo i dati e la situazione attuale.
Supporto psicologico: la fascia 18-24 anni è quella più colpita da problematiche di tipo mentale
Gli studenti universitari che, durante la pandemia, hanno avuto necessità di supporto psicologico sono molti. Secondo i dati, uno studente su tre ha avuto infatti bisogno di iniziare un percorso di terapia.
Questi dati sono stati confermati anche dalle indagini compiute sulle richieste relative al bonus psicologo. Su 300.000 richieste presentate per ottenere la misura, circa il 60% e più (180.000 richieste circa) provengono da cittadini con età non superiore ai 35 anni.
In realtà, questi dati non sorprendono affatto: la popolazione più giovane è infatti quella che viene indicata come la fascia più soggetta a problematiche di tipo psicologico.
Da questo deriva ovviamente la maggior necessità di supporto psicologico (e, di conseguenza, un numero di richieste di sostegni economici più elevata). Secondo le stime, la fascia maggiormente in pericolo è quella tra i 18 i 24 anni.
Problematiche che vengono ad esacerbarsi se il giovane frequenta un percorso di studi universitario.
Problemi psicologici e università: una situazione complessa
Viene a configurarsi un quadro molto complesso. Sono infatti tantissimi gli studenti che, purtroppo, non riescono a sopportare l’ansia, a gestire lo stress e a superare le sfide che un percorso universitario prevede.
Lo dimostrano i tantissimi suicidi, portati a termine o tentati, che purtroppo ogni giorno interessano gli studenti universitari.
Studenti che hanno bisogno di un supporto psicologico e di un professionista ad affiancarli, ma che purtroppo vengono spesso lasciati da soli.
Lo testimonia anche il Rapporto sulla condizione studentesca 2022, ad opera del Consiglio Nazionale sugli Studenti Universitari.
A questo rapporto si aggiungono i dati forniti dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, che ha messo in luce un recente aumento delle richieste d’aiuto da parte dei giovani.
Il numero degli under 18 che, post pandemia, ha chiesto aiuto ad un professionista è salito del 31%. Ancor più alto è il numero dei giovani tra i 18 ed i 24 anni che ha chiesto un supporto psicologico. Tale cifra è salita del 36%.
Supporto psicologico: solo il 13,8% si è rivolto al proprio ateneo
L’aumento di richieste di supporto psicologico è stato probabilmente generato dalla pandemia di Covid-19. La situazione pandemica ha infatti condotto ad un incremento di sentimenti e stati d’animo negativi, causando crolli emotivi, ansia e problematiche di tipo mentale.
Insomma, la salute mentale delle fasce di popolazione più giovane è stata messa a dura prova, tanto da condurre i ragazzi e gli studenti universitari alla ricerca di un aiuto da parte di professionisti del settore.
Ed è per questo che, come accennato in apertura, circa uno studente universitario su tre ha deciso di rivolgersi a servizi di supporto psicologico.
Fin qui nulla di strano. Tuttavia, più del 60% degli studenti ha deciso di non rivolgersi al proprio ateneo. La maggior parte degli studenti si è invece rivolta ad un professionista privato.
Solamente il 13,8% degli studenti universitari ha deciso di rivolgersi ai servizi di sostegno psicologico garantiti dalla propria Università.
Le motivazioni di questa percentuale così bassa sono molteplici. Il servizio di supporto psicologico è infatti garantito soltanto nel 43,9% dei casi, mentre i restanti studenti hanno lamentato la totale assenza di un idoneo servizio. In molti casi, poi, anche ove presente, gli studenti hanno registrato risposte inefficaci dalle istituzioni universitarie.
In definitiva, anche qualora sia disponibile, il supporto psicologico interno alle Università non è conosciuto dagli studenti, o si rivela poco efficiente.
Il divario tra Nord e Sud
Molto interessante notare anche come esista un profondo divario tra gli Atenei del Nord e quelli del Sud Italia. In generale, i servizi di supporto psicologico sono maggiormente pubblicizzati nelle Università del Nord Italia.
Al Sud, invece, non solo questa tipologia di supporto, anche ove presente nelle Università, non viene adeguatamente pubblicizzata dagli Atenei, ma c’è anche da considerare un altro fattore. In molte delle Università del Meridione d’Italia tali servizi sono proprio assenti. Questo è quanto afferma il 15,7% degli studenti del Sud e il 12,7% di quelli che studiano nelle isole maggiori.
Supporto agli studenti: oltre al bonus, serve un apposito Fondo
In definitiva, la domanda di supporto psicologico da parte degli universitari, che serva a dar loro una mano a superare un problema di tipo mentale, è abbastanza alta.
La risposta da parte delle Università, per contro, non è sempre adeguata. E, se molti preferiscono rivolgersi ad un professionista esterno alle istituzioni universitarie, sono anche tantissimi coloro che rinunciano a chiedere aiuto per via di tale complessa situazione.
Quanto detto fino ad ora ci porta a concludere che, indipendentemente dall’introduzione di bonus e misure economiche di sostegno, bisognerebbe agire partendo dalle istituzioni, dalle scuole e dagli Atenei.
Più che un bonus psicologo isolato, cioè, sarebbe opportuno potenziare i servizi di supporto psicologico offerti dalle istituzioni, in primis dalle Università italiane.
In quest’ottica, il Consiglio Nazionale sugli Studenti Universitari ha proposto l’istituzione di un fondo apposito, per finanziare iniziative e trattamenti psicologici mirati e pensati su misura degli studenti universitari.
Solo agendo all’interno delle Università si potrà garantire un aiuto psicologico efficace e realmente aperto a tutti gli studenti. Sarebbe poi bene considerare il potenziamento degli sportelli di supporto, che sostengano gli universitari oltre il periodo delle lezioni in Ateneo.
Grazie ad un fondo apposito si auspica poi che l’accesso al supporto psicologico per giovani e studenti universitari sia gratuito. Solo in questo modo è possibile rendere gli aiuti psicologici davvero accessibili ad ogni studente di ogni Università italiana.