Sudoku: il gioco che aiuta concentrazione e memoria
Sulle pagine del quotidiano, nella Settimana Enigmistica o anche sui giornalini per ragazzi, il Sudoku c’è sempre. Si tratta di un ottimo passatempo non solo per far scorrere le sere solitarie. Infatti allena il cervello e soprattutto le capacità di memoria e di concentrazione. Per chi è refrattario ai giochi di logica ci sono sempre altri metodi.
La storia del Sudoku
Un errore comune è ritenere il gioco di origine asiatica. In realtà il suo inventore fu un matematico svizzero del XVIII secolo. All’epoca il nome del rompicapo era “piazze latine” e si svolgeva in modo leggermente diverso. La versione odierna invece porta il volto di Howard Garns, architetto americano originario dell’Indiana.
Nonostante l’enorme successo che il gioco ottenne, Garns diventò famoso solo dopo la sua morte. Il nuovo quiz, battezzato Number Place, venne pubblicato per la prima volta nel 1979 su Dell Pencil Puzzles e Word Games. Il passatempo improvvisato divenne presto popolare, soprattutto in Giappone, già verso la fine degli anni ’80. Fu proprio nella penisola nipponica che ottenne il nome definitivo.
In Giappone ogni anno vengono vendute ben 600.000 riviste ogni mese a tema Sudoku. La denominazione è l’abbreviazione di un’espressione che per esteso si pronuncia Sūji wa dokushin ni kagiru. Significa “le cifre sono limitate a un’occorrenza“, ed effettivamente racchiude l’essenza del gioco.
Con il tempo il fenomeno è diventato teatro di vere e proprie sfide, come per gli scacchi. Il primo campionato mondiale. strano ma vero si svolse in Italia.
Come funziona il gioco
Number Place come il suo successore prevedeva una griglia quadrata di caselle, nove su ciascun lato. Questi 81 quadrati sono a loro volta suddivisi da una griglia in 9 gruppi da 9 caselle, in formato 3×3. Le righe e le colonne sono formate da linee più spesse che compaiono ogni 3 quadrati.
Durante la partita a Sudoku, le caselle vanno compilate con le cifre da 1 a 9. Ogni riga, ogni colonna e ogni gruppo (quadrato 3×3 caselle) deve presentare le nove cifre ripetute una volta sola. La griglia non è vuota, ma alcune cifre “guida” per i passi successivi sono già inserite nelle caselle.
Più numerosi saranno gli spazi già numerati, più agevole sarà il gioco. Viceversa, una griglia quasi vuota significa un discreto impegno mentale e parecchi fogli di brutta copia. Infatti come si sarà già intuito le nove sottogriglie 3×3 non sono indipendenti e spesso occorre tornare sui propri passi.
Per scegliere la cifra da inserire si usano il processo di eliminazione per esclusione e il ragionamento deduttivo. Poi va aggiunta una buona dose di pazienza e tenacia. Infine, a completare le doti del buon giocatore è essenziale però anche una buona se non ottima memoria.
La memoria, vero dono del perfetto giocatore
Al contrario di come potrebbe sembrare, indovinare è una strategia che non porta a niente. Fissarsi su un numero e dimenticare il resto è esattamente il metodo che porta via molto più tempo. Il gioco premia chi riesce a riconoscere alcuni schemi dopo un certo numero di partite, ma non solo.
Quando si scrive una cifra nel Sudoku serve tenere a mente il quadro d’insieme. A ogni casella compilata questo va aggiornato e memorizzato per procedere con il numero successivo. Prima di aggiungere una nuova cifra bisogna anche ipotizzare dalla combinazione precedente le possibilità che ne derivano. La memoria visiva e spaziale viene stimolata molto, dovendo ricordare la griglia in ogni sua parte.
Da questo input si può migliorare molto anche il cosiddetto pensiero veloce. Viene inteso come la capacità di dare risposte immediate a determinati quesiti. Il tutto avviene senza grossi sforzi di concentrazione, perché si basa sull’intuito. L’intuito non è tutto ma può rivelarsi molto utile quanto occorre agire con prontezza.
Un cambiamento nelle proprie capacità deriva solo dall’abitudine, al Sudoku come ad altri stimoli. Ma col tempo si potranno notare risultati notevoli.