Sud vs Nord: le scelte scolastiche degli studenti alle superiori in Italia
Randstad Research, centro di ricerca sul futuro del lavoro, ha elaborato i dati sulle scelte scolastiche degli studenti alle superiori al Sud vs Nord. I risultati sono impressionanti.
Cerchiamo di analizzarli al meglio insieme.
I dati Randstad Research sul divario Sud vs Nord
- 57,1% e quindi più della metà dei ragazzi iscritti alle scuole superiori, ha scelto il liceo;
- 30,9% un istituto tecnico;
- 12,1% un istituto professionale.
- Sud: percentuali più alte di iscrizione i licei. Nei primi dieci posti domina il Centro–Sud;
- Lazio: quasi il 70% degli studenti ha deciso di iscriversi ad un liceo, seguito da Molise, Abruzzo, Campania e Sicilia con percentuali tutte sopra il 60%;
- Nord: iscrizione al liceo al di sotto della media nazionale e prevalenza di iscrizioni in istituti tecnici. Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte, presenta un numero di iscritti che oscilla tra 38,8% e 32,9%.
Boom di iscrizioni per licei e istituti tecnici
- più 0,5% per i licei;
- aumento dello 0,2% gli istituti tecnici;
- calo dello 0,6% per le scuole professionali.
- Emilia-Romagna 15,6%;
- Veneto 14,4%;
- Toscana 13,8%;
- Puglia 13,2%;
- Basilicata 13%;
- Marche 13%.
Nord vs Sud: differenze nei sistemi scolastici
Nel 2023 la scuola in Italia è regionalizzata. Ciò significa che funziona in maniera differente nelle varie aree del Paese.
Molte regioni del Nord sono sede di istituti scolastici, soprattutto universitari, estremamente avanzati. Tanto da primeggiare nella rivalità con i principali atenei europei. Nel Sud invece la situazione è completamente opposta in base alle competenze rilevate dai test standardizzati internazionali. Ad oggi quindi, se il Nord è in netto vantaggio, il Sud arranca.
Ogni anno inoltre milioni di studenti, in vari momenti della loro carriera scolastica, vengono sottoposti a delle prove. E in questo modo vengono valutate le competenze di base in alcune materie chiave.
Gli indicatori chiave sono soprattutto quelli ricavati dagli alunni di terza media e di quinta superiore, due snodi vitali all’interno della formazione del singolo. Il risultato per quanto riguarda il livello della scuola in Italia non è tra i migliori.
Mediamente, questi risultati raccolgono dati che riportano i livelli delle competenze come accettabili:
- Italiano al 52%;
- Matematica al 50%;
- Inglese nella lettura al 78% per gli studenti di terza media e al 52% di studenti di quinto superiore ancora. Nell’ ascolto si passa invece dal 62% della terza media al 38% della quinta superiore.
E, come anticipato, all’interno di questo contesto si evidenziano forti differenze tra Nord, Centro, Sud e isole.
Correlazione tra PIL e divario scolastico
Come abbiamo potuto analizzare insieme il divario Sud vs Nord nella formazione scolastica è decisamente evidente.Purtroppo la scuola funziona in maniera diversa da regione a regione sia per quanto riguarda la qualità che l’efficacia degli insegnamenti.
Si registra una correlazione tra gli esiti scolastici degli studenti e il PIL pro capite regionale. Le regioni con meno PIL sono anche quelle con i peggiori risultati medi degli studenti.
A tutto ciò si aggiungono altri dati non ottimali. Nord e del Centro raggiungono entrambi percentuali superiori al dato generale:
- terza media: livelli minimi al 65% sia in Italiano che in Matematica e migliore confidenza con l’Inglese;
- quinto superiore: il Nord si attesta sopra la media in tutte e tre le aree didattiche analizzate.
Al contrario nel Sud e nelle Isole:
- terza media: risultati bassi in italiano al 50% e in matematica al 55%-60%. In inglese la situazione è ancora peggio;
- quinta superiore: gli studenti che non raggiungono il livello base in Italiano superano il 60% del totale. Problema ancora peggio in matematica, dove la percentuale sale a 70%. Solo il 20% conosce l’inglese a livello medio-buoni.
Esistono infine percentuali per area di studenti che non raggiungono le competenze di base per il loro livello di istruzione:
- Sud: più del 30%;
- Isole: quasi il 35%;
- Nord-est: 15%;
- Nord-ovest: circa 16%.
Cercare di trovare un modo per ridurre i divari che ad oggi sono molto evidenti è un’azione fondamentale.