Studiare in USA: scienza, informatica, ingegneria e business al top
Studiare in USA non è solo un trend, ma un ottimo modo per investire nella propria formazione. Ad oggi gli studenti internazionali sono quasi un milione, tra i quali si contano circa seimila italiani.
Scopriamo insieme pregi, vantaggi e facoltà più gettonate negli USA!
Studiare in USA: un po’ di dati
- 54%: sceglie le materie STEM (acronimo per science, technology, engineering e math) per lauree, master e dottorati;
- 914.050: totale degli studenti stranieri iscritti nella università statunitensi. Pari a circa il 4,7% del totale contro il 4,6% dell’anno precedente;
- 52% degli studenti esteri proviene da Cina e India. La Cina con il 31% e l’India con il 21%. La Corea del Sud segue distante con il 4%;
- 22,4% provengono invece dall’Europa. L’Italia vanta 5.695 che hanno deciso di studiare in Usa con un incremento del 16,4%. Il 59%provengono dalla Germania, il 37% della Francia, il 41% dalla Spagna e il 28,2% dalla Gran Bretagna.
Studiare in USA: quale destinazione scegliere
- passaggio di esami standard;
- prove di conoscenza della lingua inglese;
- lettere di raccomandazione;
- lettere di presentazione e descrizione dei propri obiettivi.
- New York University, con oltre 21.000 iscritti stranieri da 120 nazioni, pari ad almeno il 24% del totale. In poco più di dieci anni ha aumentato la presenza di studenti esteri del 164 per cento;
- Boston University, con il 22 per cento;
- poli dell’ Ivy League quali Columbia, con circa 17.000, o Harvard, con seimila;
- University of California a Berkeley con il 13% di studenti stranieri;
- University of Pennsylvania a Philadelphia;
- Stanford in California con circa il 14% di studenti provenienti dall’estero;
- Princeton in New Jersey con il 13%;
- Ucla in California, Cornell a New York, MIT in Massachusetts e Yale in Connecticut hanno una presenza straniera del 10%.
Costi, borse di studio e aiuti finanziari
Un ultimo aspetto da considerare con attenzione è il costo. Per studiare in Usa in college privati hanno costi molto elevati. Infatti in assenza di borse di studio o aiuti finanziari, superano spesso gli 80.000 dollari l’anno. Per college pubblici si aggirano all’incirca sui 55.000 dollari, con differenze tra i vari stati.
Borse di studio e aiuti finanziari per studenti internazionali sono previsti dai singoli college. Gli appositi uffici dedicati alle International Admissions dislocati sul suolo accorrono in supporto. L’impegno generale da parte degli Atenei è quello di provare a venire incontro alle necessità finanziarie degli studenti ammessi, ove dimostrate.
Le borse di studio possono inoltre essere ottenute dall’estero, anche in Italia.
I giovani che decidono di studiare in Usa non hanno però diritto alle risorse messe a disposizione per abbassare i costi degli studi. Di queste, erogate dal governo americano, beneficia circa l’80% degli studenti locali.
Per quanto riguarda la tassazione fiscale, chi è negli Usa temporaneamente come studente è soggetto a speciali normative. Non esistono soglie minimi di reddito per la dichiarazione dei redditi. Sono invece possibili borse di studio o altri aiuti finanziari tassabili. Non sono invece da dichiarare al fisco fonti estere di reddito.
Cervelli in fuga in Italia: il futuro oltrefrontiera
La prospettiva di studiare in Usa o comunque all’estero è sempre più attuale per molti studenti italiani. Nel nostro Paese infatti il fenomeno dei cervelli in fuga si sta diffondendo sempre di più. Ma andiamo alle radici della questione.
Varie ricerche riportano che la maggior parte di studenti post maturità annovera l’idea di trasferirsi all’estero, con una percentuale del 39%. Solo il 17% la esclude, mentre il 44% la considera come una tra le alternative da valutare con attenzione.
La fase più indicata per farlo sarebbe quella immediatamente successiva alla scuola. Dati riportano che:
- 43%: vorrebbe formarsi all’estero per poi cercare un’occupazione stabile nel Paese d’accoglienza;
- 41%: vorrebbe studiare in Italia per poi trasferirsi all’estero nella speranza di avere maggior opportunità di crescita professionale;
- 16% studierebbe all’estero per poi rientrare in Italia con un bagaglio più ricco di esperienza.
Quest’ analisi fa emergere una realtà molto preoccupante. La maggior parte dei giovani desiderano trasferirsi all’estero senza immaginare un possibile ritorno in patria, nemmeno sul lungo periodo:
- 20%: desidera rimanere fuori dai confini nazionale per sempre;
- 43% tornerebbe in patria solo nel caso in cui l’esperienza fosse particolarmente deludente;
- 37%: considera di poter pensare in un futuro di rientrare in Italia.