Stop ai cellulari: dopo gli studenti anche docenti e ATA
Dopo lo stop ai cellulari riservato agli studenti, il divieto si è allargato anche al personale scolastico. L’iniziativa è partita dalla preside di un istituto di Caserta. La preside di un istituto nel casertano ha inviato una circolare destinato al suo personale scolastico. La stessa conteneva indicazioni sul divieto di utilizzo di smartphone in orario di servizio e durante le lezioni.
Ma quali sono cause e motivazioni di tale scelta?
Scopriamo insieme cosa è successo e il perché di tale decisione.
Stop ai cellulari per il personale scolastico
Stop ai cellulari per gli studenti
- danni fisici: quali ad esempio miopia, obesità, ipertensione, disturbi muscolo- scheletrici;
- progressiva perdita di facoltà mentali essenziali: capacità di concentrazione, memoria, spirito critico, adattabilità, capacità dialettica;
- danni psicologici: dipendenza, alienazione, depressione, irascibilità, aggressività, insonnia, insoddisfazione, diminuzione dell’empatia.
- incoraggiare la lettura su carta e la scrittura a mano nelle scuole;
- sottolineare la necessità del recupero di autorevolezza della figura dell’insegnante;
- aumentare vigilanza e corresponsabilità di genitori e docenti;
- evitare il problema del copiare durante verifiche ed esami.
Studenti colti in flagrante a copiare tramite smartphone
Come abbiamo appena visto una delle motivazioni dello stop ai cellulari in classe è dovuto all’alta quantità di studenti che copiano tramite smartphone durante gli esami.
I casi verificatisi negli anni con conseguenze gravi sono molteplici. Tra i più incisivi:
Padova: nel 2022 una studentessa in area veterinaria aveva cercato di superare un esame del terzo anno con l’inganno. Un’amica a cui scriveva via smartphone le suggeriva le risposte. L’ateneo aveva deciso di presentare il caso in sede di Senato Accademico. In sede le ragazze sono state entrambe interdette dal dare esami durante la sessione successiva;
Università di Bo: nel 2016 un studentessa era stata sorpresa con le cuffiette all’esame. La ragazza si era vantata con i compagni di corso di avere trovato uno stratagemma per superare un esame molto importante. Un coetaneo le aveva dettato le risposte ai quesiti durante il compito, con l’ausilio di un auricolare. La ragazza, colta in flagrante dai poliziotti, era stata sorpresa con un microauricolare, un ricevitore Bluetooth e un telefonino. Conseguenza: denuncia per plagio, falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico e truffa.
Divieto dei telefoni come strumento di tutela
La Corte di Cassazione aveva già condannato per tali reati, sia in caso di esami universitari che per la patente di guida. Lo stop ai cellulari è stato dunque ideato anche per la tutela dello studente stesso.
Chi suggerisce durante l’esame commette un reato anche solo dando oralmente al candidato le risposte. In quanto fa apparire come propri dei contenuti in realtà non suoi. Sono quindi puniti sia il suggeritore, che chi riceve il suggerimento, con una pena che va da un minimo di tre mesi a un massimo di un anno.
Inoltre, nel caso in cui non fossero applicabili i reati specifici previsti dalla legge la situazione sarebbe ancora più grave. Si dovrebbe infatti rispondere al reato di falso ideologico del pubblico ufficiale mediante sua induzione in errore. Questo è punito dalla legge con pena da uno a sei anni.
Come abbiamo potuto vedere insieme, è meglio evitare questo genere di comportamenti. E impedire l’utilizzo di cellulari facilita il compito.La condanna a un reato rimane inoltre per tutta la vita e può precludere molte future occasioni. Ad esempio concorsi pubblici, iscrizione ad alcuni Albi professionali e così via.