Soluzione ipertonica: a cosa serve e come funziona
L’espressione soluzione ipertonica può assumere significati diversi a seconda del contesto in cui se ne parla. In Chimica indica un concetto molto generale e non un sostanza specifica, mentre in ambito farmaceutico serve a contrassegnare una soluzione salina usata per le cavità nasali. Nel primo caso infatti non è specificato quale sia il soluto utilizzato per prepararla, né il solvente.
Di base per definire così una soluzione si ha bisogno di averne un’altra a disposizione, che risulti preparata con le stesse sostanze della prima. Quella che avrà la concentrazione di soluto inferiore si definisce ipotonica. Se tra le due inserisco una membrana semipermeabile si genererà un flusso di solvente da questa a quella ipertonica.
La soluzione ipertonica e l’osmosi
Come accennato in base al contenuto salino di una soluzione questa può essere classificata in più di un modo confrontandola con un’altra composta dalle stesse specie chimiche. Il confronto in ambito farmacologico si fa con l’ambiente interno delle cellule dell’organismo. Nel citosol infatti troviamo disciolti diversi ioni, tra cui sodio (Na+), cloro (Cl-) e potassio (K+).
Prendiamo ad esempio la soluzione fisiologica, usata per idratare i pazienti con le infusioni endovenose o per lavare le lenti a contatto. Si tratta di un liquido isotonico rispetto alle cellule, composto da acqua e cloruro di sodio (NaCl). La concentrazione è al 0,9% in massa su volume, quindi ogni litro di questo preparato contiene 0.9 grammi di sale disciolto.
La soluzione ipertonica non è adatta a questi utilizzi in quanto porterebbe a un flusso di liquido diretto dal citoplasma delle cellule verso l’esterno. A differenza della fisiologica infatti ha una concentrazione di soluto pari al 2%, anche se alcuni produttori la vendono in ampolle che arrivano al 3%.
Infine il liquido ipotonico presenta una concentrazione salina inferiore rispetto all’ambiente cellulare, quindi tende a cedere acqua invece che ad acquisirla. Per ottenerlo basta che la quantità di sale aggiunta all’acqua sia inferiore a quella presente nella fisiologica (< 0,9%). Lo si usa per contrastare la secchezza oculare conseguente a un’esposizione prolungata agli schermi.
Qual è la sua composizione e che funzioni ha
Sono diversi i marchi che hanno messo sul mercato la soluzione ipertonica, secondo formulazioni leggermente diverse fra di loro. In genere questa contiene sodio e cloro, ma spesso al suo interno di trovano disciolti anche altri elementi, tra cui iodio (I) e bromo (Br). A volte, se preparata con l’acqua di mare, può presentare anche tracce di rame (Cu) o zinco (Zn).
Il principale utilizzo di questo prodotto è la decongestione nasale, resa possibile dall’effetto osmotico provocato da questo liquido a contatto con le mucose delle narici. Riesce infatti a far uscire l’acqua in eccesso accumulata all’interno delle cellule dei canali nasali, il che rende il muco più fluido e facile da eliminare soffiando il naso. Anche il gonfiore dei seni paranasali ne beneficia, riducendosi.
In caso sulle mucose si fossero accumulati allergeni come polvere o polline la soluzione ipertonica tramite l’azione del lavaggio aiuta a rimuoverli. Il problema durante i raffreddori stagionali e la sinusite infatti è che le ciglia che mantengono il naso pulito non sono più in grado di svolgere bene la loro azione, ma il liquido ipertonico riesce a compensare.
Nonostante porti i benefici sopra citati questo preparato però non è un vero e proprio farmaco perché non contiene principi attivi. Non può perciò curare un’infezione, ma può attenuare i sintomi e aiutare ad avere sollievo dalla congestione, anche per chi soffre di allergie.
Ci sono controindicazioni nell’uso della soluzione ipertonica?
Per sicurezza quando si decide di usare per la prima volta la soluzione ipertonica su un bimbo di pochi mesi conviene informare il pediatra. Con un neonato infatti possono bastare poche gocce, e usare troppo liquido potrebbe irritare ulteriormente le sue mucose. Per questo conviene che sia un medico a stabilire il dosaggio corretto.
Ci sono dei casi in cui questo preparato si può usare come soluzione per aerosol, per esempio un paziente affetto da fibrosi cistica. Anche questa patologia porta all’accumulo di muco denso all’interno delle vie aeree, che rende difficile la respirazione perché molto viscoso. Il motivo è legato a un’anomalia nell’escrezione del cloro, e un liquido con alto contenuto salino è proprio ciò che può compensare.
Questa somministrazione però visto che risulta più profonda e prolungata non è adatta a tutti, ma dipende dalla sensibilità individuale. Un dosaggio troppo alto può avere un effetto irritante arrivando a seccare le vie aeree. Per sicurezza è meglio non fare più di due trattamenti al giorno, ed evitare di farne di troppo prolungati.