Sicilia: record negativo per la dispersione scolastica con il 21%
Nuovo record negativo per la Sicilia: il report dell’ISTAT “Con i bambini”, che ha analizzato il fenomeno della dispersione scolastica, ha registrato per la regione un risultato allarmante. E in una situazione poco favorevole versano anche la Puglia e la Campania.
Purtroppo, il fenomeno della dispersione scolastica ha effetti negativi sia sui giovani che sulla società nel suo complesso. Con questo termine intendiamo la tendenza, da parte dei giovani under 16, ad abbandonare gli studi precocemente.
I giovani che abbandonano la scuola in anticipo si troveranno, con molta probabilità, in situazioni di precarietà economica e sociale, con poche prospettive di carriera. Inoltre, vi è una maggiore probabilità di dipendenza da sostanze stupefacenti, disoccupazione e problemi di salute mentale. Per questa ragione, in fenomeno, non solo in Sicilia, Puglia e Campania, ma anche nel resto d’Italia, va analizzato nel dettaglio per arginarlo.
La dispersione, tra l’altro, potrebbe anche avere effetti sulla società nel suo complesso, riducendo il potenziale di crescita economica e la competitività a livello internazionale. Ciò può portare a una diminuzione dell’occupazione, della produttività e della qualità della vita per le comunità locali.
Dispersione scolastica in Sicilia: i preoccupanti dati ISTAT
Secondo i dati del recente rapporto ISTAT “Con i bambini”, come preannunciato, il triste record di percentuale più elevata di dispersione scolastica se lo aggiudica la Sicilia.
In questa Regione, la quota di studenti che abbandonano precocemente gli studi è pari al 21,2%. Seguono la Puglia, con una percentuale del 17,6%, e la Campania, col suo 16,4%.
Si tratta di dati davvero preoccupanti, soprattutto se consideriamo che la media italiana, che è pari al 12,7%, è comunque da attenzionare in quanto non si tratta di una percentuale bassa.
I dati dell’indagine ISTAT hanno spinto l’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia ad approfondire la questione. Il tutto sia al fine di scoprire le cause, sia per analizzare i dati ancor più nel dettaglio e per cercare di intervenire arginando i danni.
L’indagine dell’USR Sicilia sulla dispersione scolastica
Abbiamo quindi altri dati da analizzare, che derivano da un’ulteriore indagine, condotta dall’Ufficio Scolastico Regionale (USR) Sicilia. Anche in questo caso, si tratta di dati che ci fanno riflettere e che ci mettono davanti ad un quadro allarmante relativamente alla dispersione scolastica.
Dai dati dell’URS Sicilia è emerso che, considerando il solo anno scolastico 2021 – 2022, sono stati 5.909 gli studenti che hanno abbandonato la scuola, o l’hanno frequentata in maniera irregolare.
Dispersione scolastica tra evasione e abbandono: le differenze tra i fenomeni
Per comprendere appieno i dati dell’URS Sicilia, però, bisogna fare una distinzione tra tre fenomeni differenti che hanno a che fare con la dispersione scolastica. All’interno di questo ambio fenomeno distinguiamo infatti la frequenza irregolare, l’evasione scolastica e l’abbandono.
Nel primo caso, ovvero quello di frequenza irregolare, vengono considerati tutti i casi in cui gli studenti si assentano da scuola per più di sette giorni al mese senza alcuna giustificazione.
Abbiamo poi l’evasione scolastica, che invece riguarda i casi in cui lo studente, seppur regolarmente iscritto a scuola, non la frequenta e non si presenta alle lezioni.
L’ultimo step della dispersione scolastica è quello relativo all’abbandono, che si caratterizza per assenze prolungate, per periodi di almeno quindici giorni in un mese, senza alcuna giustificazione di fondo.
In Sicilia, secondo le indagini dell’URS, per quanto riguarda il 2021 sono stati registrati i seguenti casi:
- 3.361 frequenze irregolari;
- 838 casi di evasione scolastica;
- 1.194 casi di abbandono scolastico.
Quali sono le zone più a rischio
L’indagine sulla dispersione scolastica realizzata dall’USR Sicilia ha permesso di individuare le zone della Regione che registrato dati peggiori rispetto alle altre.
Nella maggior parte dei casi, i fenomeni di dispersione si sono registrati in provincia di Ragusa, Palermo ed Enna. È la prima della tre province ad aver registrato una percentuale di dispersione maggiore. La ragione è presto spiegata: a Ragusa si registrano, al contempo, problematiche di tipo economico e sociale abbastanza radicate.
Problematiche che si accompagnano, tra l’altro, a pochissime opportunità lavorative e, di conseguenza, ad una scarsa fiducia nell’istruzione.
Oltre ad analizzare le Regioni più problematiche della Sicilia, il report dell’URS regionale ha permesso di individuare anche le cause che generano più frequentemente la dispersione scolastica.
L’Ufficio Scolastico Regionale ha infatti concluso che la causa primaria è riconducibile a comportamenti da parte dello studente non in linea con la condotta richiesta dalla scuola. Il 50% dei casi di abbandono derivano infatti da questa causa.
Tuttavia, il 45% dei casi di dispersione deriva da problemi familiari. Anche l’emergenza sanitaria ha avuto un ruolo che ha peggiorato la situazione, dato che il 5% dell’abbandono è avvenuto per stress psicologico post-pandemia.
Le soluzioni proposte dall’USR per contrastare il fenomeno
Ovvio che, una volta raccolti i dati, l’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia non è rimasto con le mani in mano. Infatti, come comunicato dal Direttore dell’USR Sicilia Giuseppe Pierro, è stato creata una rete di psicopedagogisti preposta all’osservazione del fenomeno della dispersione scolastica.
Questo perché le varie province hanno esigenze e problematiche differenti da affrontare. Dunque, se è vero che è necessario intervenire, è altrettanto vero che gli interventi non possono essere uguali per tutte le zone in cui il fenomeno si presenta.
I 49 psicopedagogisti facenti parte dell’osservatorio, oltre all’attività di monitoraggio, dovranno anche aggiornare e analizzare i dati. Lo scopo è quello di aumentare la consapevolezza sul fenomeno e, al contempo di arrivare a delle soluzioni concrete.
Delle soluzioni che non dipendono solo dalla scuola, ma anche dalla società e dalla politica.
Il Direttore Pierro auspica infatti un migliore impiego dei fondi e dei finanziamenti statali al fine di contrastare la dispersione scolastica in Sicilia.
Un primo aiuto potrebbe arrivare dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza: il PNRR ha infatti concesso 500 milioni di euro per contrastare la dispersione in Italia. Di questi, alla Sicilia spettano 74 milioni.
Si tratta di una cifra considerevole, anche se consideriamo che alla Campania, che secondo i dati ISTAT è la terza Regione per tasso di dispersione, ne sono andati 79 milioni.
In ogni caso, per la Sicilia si tratta comunque di un punto di partenza non indifferente.