Scuola: insegna per 20 anni senza laurea, 314 mila euro da restituire
Ha dell’incredibile una notizia, diffusa di recente dai vari quotidiani nazionali, che ha come protagonista una professoressa. In realtà, la donna in questione di prof ne aveva davvero poco: la donna ha insegnato infatti a scuola senza averne diritto. E senza il possesso dei requisiti richiesti.
Analizziamo insieme lo strano caso che ha scosso il mondo della scuola, cercando di capire cos’è successo e quali sono le accuse alle quali la prof dovrà rispondere.
Scuola, prof insegna per vent’anni senza laurea
Il racconto che arriva dalla provincia di Vimercate (presso Monza e Brianza) è surreale. Una prof avrebbe insegnato per un ventennio a scuola senza laurea. La falsa docente era impiegata in un istituto superiore in qualità di insegnante di sostegno al momento della scoperta.
La storia della falsa prof è stata oggetto di attenzione da parte della maggior parte dei quotidiani nazionali perché, effettivamente, ha dell’incredibile. Viene infatti spontaneo chiedersi come una donna possa aver conseguito un posto a scuola come insegnante senza laurea.
E, ancora peggio, ci si chiede come la donna, per vent’anni, non sia mai stata scoperta.
Eppure, per tutto questo lunghissimo lasso di tempo, la falsa prof aveva insegnato a scuola, affermando di possedere una doppia laurea, che in realtà non esisteva.
Sebbene avesse infatti da sempre dichiarato di aver conseguito una prima laurea presso l’Università Cattolica di Milano, ed una seconda laurea presso l’Università degli Studi di Parma, nessuno dei due titoli di studio era in realtà stato conseguito dalla donna.
L’origine delle indagini
La falsa prof è stata scoperta soltanto perché, durante il proprio servizio, aveva attirato l’attenzione del dirigente scolastico.
Infatti, la donna è stata alle prese con un contenzioso risalente al 2018 con la scuola dove prestava servizio. In particolare, la donna ha accusato la scuola di mobbing. Le pesanti accuse rilasciate dalla donna hanno però sortito degli effetti negativi proprio sulla donna stessa.
Le Forze dell’ordine hanno avviato una serie di indagini, mediante le quali è stato scoperto il passato della finta prof.
La donna aveva prestato servizio come insegnante di sostegno dapprima a Meroni di Lissone, poi a Muggiò e Villasanta, prima di prestare servizio per la già citata scuola superiore di Vimercate.
In tutti i casi appena citati, la donna aveva presentato alla scuola dei certificati di laurea falsi. La prof, che poi prof non era, ha dunque insegnato per venti lunghi anni senza possedere i titoli richiesti per l’insegnamento.
Ma c’è di più, perché l’indagine ha messo in luce come la donna abbia mentito non solo sulle lauree mai conseguite, ma anche su altre qualifiche.
Aveva infatti dichiarato di possedere un diploma che consentiva di insegnare anche agli studenti affetti da disabilità. Anche in questo caso, è stato scoperto che la donna non aveva mai conseguito tale diploma dichiarato.
La prof dovrà restituire 314.000 euro
Sebbene la donna sia riuscita a farla franca per venti lunghi anni, adesso il mondo della scuola le presenterà il conto.
La falsa prof sarà infatti costretta a restituire tutto il denaro guadagnato durante la sua carriera lavorativa costruita sulla menzogna.
Infatti, oltre a rispondere delle accuse di produzione di documentazione contraffatta e dichiarazione di falso, la donna dovrà risarcire il Ministero dell’Istruzione.
La somma che la finta professoressa dovrà risarcire ammonta a circa 314.000 euro, sottratti indebitamente al nostro Paese mediante dichiarazione di titoli non posseduti.
È stata questa la decisione presa dai giudici della Corte dei Conti della Lombardia che si sono occupati del caso.
I titoli mancanti
Per esercitare la professione di insegnante di sostegno abilitata, la prof incriminata avrebbe dovuto seguire tutta una serie di passaggi. Insegnare a scuola non è infatti così semplice come sembra.
Per abilitarsi al sostegno scolastico, innanzitutto è necessario conseguire una Laurea magistrale. E la prof incriminata aveva mentito sulle due lauree mai conseguite.
In secondo luogo, è necessario conseguire un corso di specializzazione per l’insegnamento del sostegno. Corso che di solito viene erogato dalle università pubbliche.
E la falsa docente aveva mentito anche su tale titolo, dichiarando di possedere il diploma di abilitazione all’insegnamento per studenti affetti da disabilità.
Per conseguire l’abilitazione all’insegnamento come docente di sostegno, infine, è necessario partecipare al concorso scuola apposito.
Oltre la prof senza laurea: un secondo scandalo a scuola
E se la storia della prof senza laurea ha lasciato tutti stupiti, non bisogna pensare che si tratti di uno scandalo isolato. Proprio recentemente, il mondo della scuola è stato colpito da un secondo scandalo.
Uno scandalo che però non riguarda gli insegnanti, ma il personale ATA.
È di recente stato scoperto tutto un giro di collaboratori scolastici che, pur di entrare nelle graduatorie di istituto, ha dichiarato il falso e ha indicato dei titoli che, in realtà, non possedeva.
Secondo il giornale Il Mattino, a seguito di un’indagine sono stati sospesi 123 collaboratori scolastici, operanti nelle regioni della Lombardia, del Veneto, della Toscana e dell’Emilia Romagna. Ma, dato che le indagini sono ancora in corso, è molto probabile che il numero dei licenziamenti, alla fine, sarà anche più elevato.
L’indagine che ha colpito il personale ATA è partita da Salerno: l’Ufficio scolastico ha richiesto di effettuare delle verifiche su circa 300 collaboratori scolastici salernitani. I collaboratori che hanno dichiarato il falso dovranno rispondere di moltissimi reati.
Tra questi, truffa ai danni dello Stato, falsa dichiarazione a pubblico ufficiale, falsità ideologica. I collaboratori scolastici in questione, nel tentativo di accaparrarsi un posto a scuola, hanno effettuato differenti procedure.
In alcuni casi, si è addirittura arrivato a falsificare il diploma, necessario per prendere servizio come personale ATA. In altri, invece, gli ormai licenziati dipendenti hanno mentito sui titoli di servizio. Hanno cioè elencato degli anni si servizio a scuola presso istituti paritari che non avevano mai effettivamente svolto.
Un caso probabilmente non isolato
Lo scandalo è venuto fuori grazie anche ad alcuni accertamenti compiuti dall’INPS. L’Istituto ha infatti notato che gli anni di servizio dichiarati non coincidevano affatto con i versamenti INPS effettuati dal personale ATA irregolare.
Purtroppo, tutto lascia supporre che i casi analizzati in questo articolo non siano isolati e che, nei prossimi mesi, potrebbero venir messe in luce altre irregolarità che riguardano il mondo della scuola.