La noia degli studenti
Maurizio Maglioni, presidente FLIPNET, in occasione del quinto convegno nazionale FLIPNET (Unica associazione Nazionale Italiana per la promozione della didattica capovolta) ha esposto il risultato di un questionario sottoposto a 1300 alunni, con la domanda:
“Ti piace studiare?”
Solo il 7% degli intervistati ha risposto positivamente.
Sei studenti su dieci infatti, si annoiano in classe, non pensano che la scuola possa sviluppare la loro creatività e vorrebbero grandi spazi e laboratori su cui studiare. Questa noia infatti porta dati allarmanti, su 590mila studenti che iniziano le scuole superiori statali almeno 130mila non arriverà al diploma, 40mila si diplomano ma non riescono a leggere un testo e rispondere a semplici domande. Tutto ciò viene definito Analfabetismo Funzionale.
Analfabetizzazione
In terza media gli studenti italiano presentano competenze insufficienti sia in italiano che in matematica. La Campania, la Calabria e la Sicilia sono le regioni in cui il livello di analfabetizzazione è più elevato.
La Campania ha il 50,2% di analfabeti, la Calabria il 50% e la Sicilia il 47,5% per quanto riguarda le competenze in lettura mentre per ci sono gravi insufficienze nelle competenze numeriche, si parla del 60,3% per Campania e Calabria e del 56,6% per la Sicilia.
L’economista Francesca Borgonovi ha curato uno studio che parla di un vero e proprio cortocircuito italiano, a causa del quale gli studenti italiani si annoiano a scuola, imparano meno e 13 ragazzi su cento, con picchi del 25% nel meridione, abbandonano la scuola prima del tempo. Secondo l’OCSE gli alunni italiani sono meno felici di andare a scuola rispetto ai loro colleghi europei e ottengono anche risultati inferiori alla media.
Proposte per il cambiamento
Per migliorare la scuola e quindi combattere la noia potrebbero esserci diverse soluzioni proposte da uno studente italiano.
La prima riguarda l’orario delle lezioni; la proposta sarebbe quella di posticipare l’entrata a scuola, come avviene in numerosi paesi europei, almeno alle ore 8:30, ciò permetterebbe di dormire mezz’ora in più favorendo la concentrazione e non inciderebbe sull’orario d’uscita da scuola.
La seconda riguarda le materie scolastiche. La proposta sarebbe quella di diminuire lo studio nel dettaglio della letteratura per riprendere, per esempio, lo studio della geografia, che è sempre più assente nel piano orario degli istituti scolastici.
La terza riguarda lo studio delle lingue, come per esempio dell’inglese, che dovrebbe essere unito all’insegnamento di materie tecniche, per permettere di studiare entrambe le materie in un colpo solo.
L’ultima proposta riguarda i compiti a casa. Non bisognerebbe caricare gli studenti di tanti esercizi a casa, ma svolgerli subito dopo la spiegazione di tale argomento.
Si spera in una nuova riforma scolastica attuata dal governo che si concentri più sul benessere dello studente e sulle sue doti piuttosto che sulla standardizzazione di un piano scolastico troppo legato al passato.