Salario minimo in Italia
Il Governo italiano si è espresso a riguardo del salario minimo in Italia.
Scopriamo insieme quali sono gli standard in Unione Europea e cosa è stato deciso nel nostro Paese!
Standard salariale in Europa
- Lussemburgo: 11,97 euro;
- Francia: 10,03 euro;
- Germania: 9,19 euro;
- Belgio: 9,41 euro;
- Olanda: 9,33 euro;
- Spagna: 6,09 euro;
- Regno Unito: 9,54 euro.
Salario minimo in Italia
- individuare per ogni categoria dei contratti collettivi più applicati in riferimento al numero delle imprese e dei dipendenti;
- prevedere un trattamento economico complessivo minimo da riconoscere a tutti i lavoratori nella stessa categoria;
- estendere i trattamenti economici ai lavoratori non raggiunti da alcuna contrattazione collettiva, applicando il contratto della categoria più affine;
- stabilire l’obbligo per le società appaltatrici di riconoscere ai lavoratori coinvolti trattamenti economici complessivi minimi non inferiori a quelli previsti dai contratti collettivi “più applicati”;
- rafforzare le misure di verifica e controllo in capo alle stazioni appaltanti peri rendere effettivi gli obblighi previsti;
- disciplinare modelli di partecipazione dei lavoratori alla gestione di impresa fondati sulla valorizzazione dell’interesse comune tra lavoratori ed imprenditore: la prosperità dell’impresa.
Obiettivi della legge delega
Gli obiettivi principali della legge delega sul salario minimo in Italia sono:
- incentivare lo sviluppo della contrattazione decentrata con finalità adattive. Far fronte in questo modo alle necessità causate dall’incremento del costo della vita correlate alle differenze dei costi nei vari territori;
- rendere effettivi i dati sui trattamenti retributivi riconosciuti: perfezionare la disciplina dei controlli e sviluppare un’informazione pubblica trasparente in materia retribuzione lavoratori;
- contrastare il lavoro irregolare con il ricorso a banche dati condivise: aumentare l’efficacia delle azioni di contrasto a forme di lavoro nero o irregolare ed evasioni contributive ed assicurative;
- rafforzare la contrattazione collettiva come strumento per contrastare il lavoro povero.
In definitiva la contrattazione collettiva viene rafforzata attraverso:
- estensione del Trattamento economico complessivo dei contratti più applicati come minimo di riferimento per i lavoratori dei settori privi di contrattazione;
- potenziamento dei contratti di secondo livello;
- adozione di meccanismi di partecipazione agli utili.
Infine, per quanto riguarda i contratti scaduti è stato deciso in previsione di:
- introdurre strumenti per incentivare il rinnovo dei contratti collettivi nei termini previsti dalle parti sociali;
- riconoscere incentivi a favore dei lavoratori per bilanciare e compensare la perdita del potere di acquisito subita;
- adottare misure necessarie a valere sui soli trattamenti economici minimi complessivi.
Salario minimo in Italia: la decisione definitiva
Il 6 dicembre 2023 la Camera dei Deputati ha respinto la proposta sul salario minimo in Italia a 9 euro lordi all’ora. La decisione ha esposto il governo Meloni alle critiche dell’opinione pubblica.
La seduta di mercoledì, definita dall’opposizione come atto di arroganza politica da parte della maggioranza. è stata sospesa a causa dei cori dei deputati insoddisfatti del risultato del voto in aula. Certo è che, con questa scelta il governo volta le spalle ai problemi reali del Paese e alla condizione della maggioranza dei lavoratori italiani.
Ad oggi il salario minimo è presente, come abbiamo visto precedentemente, in ben 22 Stati membri. In Italia si dovrà così ancora ricorrere alla contrattazione collettiva.
In linea generale la problematica degli stipendi estremamente bassi è sempre esistita sul suolo italiano, tra i più bassi d’Europa. Inoltre il problema sempre più attuale dell’inflazione, contribuisce a peggiorare la situazione dei precari:
- 79% ritiene il salario minimo uno strumento per garantire maggiore equità e favorire l’innalzamento dei redditi più bassi;
- 61% ritiene che l’attuale stipendio non sia sufficiente per far fronte ai rincari causati dall’ inflazione;
- 46% ha scelto il proprio attuale lavoro in base allo stipendio e ai benefit offerti.
Il caro vita aumenta sempre di più e le famiglie italiane fanno fatica ad arrivare a fine mese aggravando l’emergenza. Ma il governo ha deciso ancora una volta di non fare nulla in supporto.