Registro elettronico: Tar chiarisce i paletti dell'accesso generalizzato
Il registro elettronico è ad oggi molto utilizzato all’interno degli istituti scolastici. Analizziamo insieme di cosa si tratta, a cosa serve e quali sono i paletti che ne impediscono una visione generalizzata.
Che cos’ è e a cosa serve il registro elettronico
- orario delle lezioni;
- presenza e assenze;
- note dei docenti;
- voti delle interrogazioni e dei compiti in classe;
- compiti assegnati e verifiche programmate;
- ritardi, uscite anticipate e giustificazioni;
- comunicazioni scolastiche;
- pagelle in formato elettronico.
- avere informazioni generali sulla sua classe;
- prendere visione di tutti le informazioni inerenti al rendimento scolastico del proprio figlio;
- venire contattati dalla scuola per colloqui.
- accedere al registro;
- visionare i compiti assegnati;
- ricevere comunicazioni scolastiche,
- visionare il proprio rendimento.
Obbligatorietà registro elettronico: cosa dice la legge
- scarse competenze informatiche del personale e conseguente difficoltà nella compilazione ed errori in fase di inserimento dati. La mancata formazione adeguata del corpo docente è un problema da risolvere al più presto;
- mancanza di fondi adeguati, che hanno reso impossibile la dotazione informatica in tutte le scuole;
- problematiche in merito alla privacy e al trattamento dei dati personali degli studenti.
Tar: l’accesso generalizzato
Il Tar Lazio ha dovuto far chiarezza sui paletti che impediscono una visione generalizzata ed esplorativa del registro elettronico.
La sentenza 6830/2023 illegittima, per eccessiva genericità, la richiesta intesa ad acquisire tutti i documenti presenti sul registro elettronico. E con tutti si intende quindi senza nessuna cernita o selezione.
Infatti il controllo generalizzato sull’operato dell’Amministrazione scolastica è espressamente vietato dalla legge.
Per accedere agli atti della scuola è necessario che:
- l’interesse dell’istante sia concreto, attuale, diretto. Ovvero non deve avere un fine esplorativo;
- si collochi anteriormente all’istanza di accesso documentale;
- non ne sia conseguenza ma preesista all’istanza di accesso.
Se così non fosse infatti, l’accesso documentale assolverebbe ad una finalità vietata dalla legge. Ovvero sarebbe preordinata a un controllo generalizzato non consentito sull’attività delle pubbliche amministrazioni. E tra queste sono compresi gli istituti scolastici.
Dalla richiesta di accesso a tutti i documenti presenti sul registro elettronico è evidente la ricerca di circostanze che avrebbero potuto provare una supposta illegittimità. Anche in materia di accesso difensivo si deve escludere che sia sufficiente, un generico riferimento a esigenze probatorie e difensive.
Insegnamento digitale negli istituti scolastici in Italia
Oltre all’utilizzo del registro elettronico, la digitalizzazione scolastica ha toccato anche altri strumenti. Ad oggi l’insegnamento digitale in Italia è infatti ad un ottimo livello. Infatti ben il 90% di docenti fa didattica attraverso piattaforme e con l’ausilio di strumenti digitali.
I docenti risultano essere:
- aperti alle innovazioni;
- pronti ad accogliere le sfide del digitale, formandosi e aggiornandosi costantemente;
- soddisfatti dell’offerta formativa proposta;
- sempre di più, al passo con i tempi;
- desiderosi di garantire agli alunni il miglior livello di istruzione possibile.
La maggior parte di docenti ritiene che l’insegnamento digitale abbia un ruolo molto importante per l’apprendimento degli alunni. Infatti, in base all’ esperienza sui banchi di scuola i risultati migliori si ottengono utilizzando un sistema misto. E questo include sia gli strumenti tradizionali sia quelli digitali su appositi device.
È quindi evidente il grande impegno professionale da parte dei docenti sul fronte di formazione ed aggiornamento. Tutto ciò nonostante i problemi in campo insegnamento siano molti:
- enorme di incombenze burocratiche;
- lavoro in media di 36 ore settimanali, cioè il doppio delle 18 di insegnamento previste dal contratto;
- contratti a rischio e pochi indeterminati;
- salari sempre più bassi rispetto alla media europea.