Il 4 novembre scorso è stato presentato alla Camera il Rapporto Svimez 2019 sull’economia e sulla società del Mezzogiorno.
Il quadro delineato dal documento evidenzia una serie di dati negativi che evidenziano la mancanza di occupazione per i giovani, il crollo degli investimenti pubblici, la scarsità di servizi e una situazione economica particolarmente instabile nel Sud Italia.
Rapporto Svimez: Giovani e lavoro
Nel Sud Italia solo 3 diplomati e 4 laureati su 10 riescono a trovare lavoro dopo a tre anni dal titolo.
Un dato particolarmente scoraggiante accompagnato da ulteriori dati negativi sull’occupazione dei giovani meridionali.
Si fa sentire sempre di più il divario Nord/Sud per quanto riguarda l’offerta di formazione universitaria.
Dati negativi anche per quanto riguarda l’abbandono scolastico: sono infatti il 18,8% coloro che abbandonano la scuola prima del completamento degli studi, rispetto all’11,7% del Centro-Nord.
A peggiorare la situazione è la percentuale molto alta delle scuole che necessitano di manutenzione, circa il 56%.
Il rapporto evidenzia anche l’aumento della migrazione dei giovani meridionali, soprattutto laureati e con alti livelli di istruzione.
Aumenta poi il fenomeno del pendolarismo che nel 2018 ha registrato circa 236 mila persone, di cui 179 mila che vanno verso nord o l’estero.
Rapporto Svimez: Dati occupazione e consumi
Il Pil del Mezzogiorno cresce dello +0,6%, in calo rispetto all’1% del 2017.
Non diminuisce la differenza occupazionale tra il Sud e il Centro-Nord; i dati infatti confermano la tendenza sottolineando un divario di circa 3 milioni di posti di lavoro.
I consumi inoltre si attestano al +0,2% a fronte dello +0,7% del Nord che raggiunge i livelli precrisi.
Rapporto Svimez: Investimenti pubblici
Crollano gli investimenti pubblici, con una spesa in conto capitale calata da 10,4 a 10,3 miliardi nel 2018, a fronte di una lieve ripresa degli investimenti privati che registrano il 3,1% di aumento.
A trainarli è il settore delle costruzioni (+5,3%) mentre stentano ancora il settore dei macchinari e attrezzature che si fermano al +0,1%.
Rapporto Svimez: Agricoltura, industria e terziario
Male anche l‘agricoltura che vede il valore aggiunto calarsi dell’2,7% a fronte del +3,3% di aumento nel centro-nord.
L’industria stenta e guadagna l’1,4% nel 2018 in calo rispetto al 2017, in cui la percentuale era intorno al 2,7%.
Un dato positivo riguarda invece il settore terziario, il cui valore aggiunto è aumentato dello 0,5%, percentuale comunque inferiore al Centro-Nord (+0,7%).
Servizi
I dati evidenziano anche l’aumento di coloro che si affidano agli ospedali del nord per curarsi: circa il 10% dei ricoverati.
Male anche i servizi per l’infanzia e la spesa per l’istruzione che si riduce del 15% a livello nazionale e del 19% al Sud.
Servizi sempre più scarsi a causa anche della ridotta di spesa pro capite pubblica nelle regioni meridionali, che si attesta nel 2017 intorno a 11.309 rispetto ai 14.168 del Centro-Nord.
Dati incoraggianti dalla bioeconomia
Tra i dati positivi per il Mezzogiorno rilevati dal rapporto Svimez si evidenzia la crescita delle fonti energetiche rinnovabili e l’aumento significativo delle imprese biotech.
Cresce anche la ricerca nel settore grazie soprattutto alle principali università meridionali come la Federico II di Napoli, l’Università di Bari, l’Università di Palermo e il Consiglio Nazionale delle Ricerche con l’Ipcb in Campania e Sicilia.